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Tennis, poca ‘spinta’ dietro Sinner e Musetti. Tante promesse (per ora) arenate nel limbo di chi insegue la top100

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Luca Nardi

Necessità di un punto di svolta. Il tennis italiano maschile sta vivendo già da alcune stagioni una fase confortante, con Jannik Sinner n.6 del mondo e più giovane italiano di sempre a vincere un Masters1000 (Toronto). Allo stesso modo c’è un Lorenzo Musetti, ancor più giovane, nella top-20 già da alcune settimane. Entrambi hanno importanti margini di miglioramento e potenzialmente possono raggiungere traguardi più ambiziosi.

Tuttavia, alle loro spalle, ci si chiede chi tra le nuove leve possa andare ad arricchire il roster nostrano. In questo 2023 il tennista che ha compiuto più progressi di tutti è stato Matteo Arnaldi, che aveva iniziato l’anno da 134 e ora è n.61, essendo lui un classe 2001 come Sinner, dotato soprattutto dal punto di vista dell’attitudine al tennis.

Allargando gli orizzonti, tanti giocatori, da cui ci si aspettava un passaggio in top-100 e una crescita costante, sono finiti nel limbo. E’ il caso di Luca Nardi, che a fine luglio ha vinto il Challenger a Porto (quarto della carriera), ma privo per ora della costanza che servirebbe. Nel suo caso parliamo di un giocatore che colpisce la palla come pochi, ma dalla mobilità non all’altezza di chi vuol eccellere. Non è un caso che la sua posizione sia la n.122.

Lo stesso discorso si può fare per il 21enne Giulio Zeppieri (n.141), nel tabellone principale al Roland Garros più di una volta, ma non in grado di emergere oltre la terra rossa. Stesso discorso per l’altro classe 2001, Flavio Cobolli (n.142), mentre Mattia Bellucci, dopo un brillante 2022, si è un po’ perso ed è attualmente n.198.

Si sono visti segnali importanti da Matteo Gigante, che ha vinto la settimana scorsa il Challenger a Cordenons portandosi alla posizione n.162, ma è chiaro anche in questo caso siamo lontani da quello che può essere il target vero e proprio, mentre Francesco Passaro (n.170) appare un po’ in calo. E’ un po’ impietoso parlare di promesse un po’ arenate, ma vedremo se nei prossimi mesi ci sarà un cambiamento di passo.

Foto: LiveMedia/Matthieu Mirville/DPPI