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Atletica, le carte da medaglia dell’Italia verso le Olimpiadi di Parigi. Tra certezze, punte da recuperare e novità

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E’ una super Italia quella dell’atletica che lascia Budapest con un bottino di medaglie che non si vedeva da decenni e con la consapevolezza di essere tornata una delle Nazionali di riferimento nel mondo dell’atletica leggera, lo dice anche la classifica a punti che ha visto gli azzurri ritoccare il punteggio più alto mai ottenuto ad una rassegna iridata.

Nella consapevolezza che sarà molto difficile ripetere l’exploit di Tokyo con i cinque fantastici ori che infiammarono l’Italia, c’è comunque la speranza di assistere ad un’altra edizione memorabile dei Giochi olimpici con  tante possibilità di puntare al podio per gli azzurri.

Ripartendo dagli ori di Tokyo le certezze, al netto di problemi fisici, al momento sono sicuramente Gianmarco Tamberi, che non vorrà certo mollare la presa dopo aver completato la rotazione dei titoli grazie all’oro iridato di Budapest e Antonella Palmisano che sta fuori due anni e poi, al rientro, va a prendersi uno splendido bronzo mondiale nella 20 km di marcia.

L’Italia potrà giocarsela alla grande anche nella neonata staffetta della marcia dove Antonella Palmisano e Massimo Stano hanno tutte le carte in regola per contendere l’oro alle altre squadre di punta, una su tutte la Spagna che avrà a disposizione la coppia dei sogni Martin-Perez, quattro ori iridati in due a Budapest. Lo stesso Massimo Stano nella 20 km proverà a difendere l’oro di Tokyo in panorama complicato ma dovrà arrivare a Parigi on condizioni migliori rispetto a quelle con cui si è presentato in gara a Budapest.

Marcell Jacobs ha una grande possibilità. Nonostante le dichiarazioni della vigilia, nessuno tra i grandi interpreti della velocità al momento sembra poter correre su ritmi inarrivabili per la migliore versione dell’azzurro campione in carica. Dovesse finalmente riuscire ad allenarsi per una stagione senza particolari intoppi, Jacobs tornando sui livelli di Tokyo sarebbe sicuramente da medaglia e forse anche da oro e con lui la staffetta 4×100 che ha fatto vedere a Budapest di essere l’immagine di un movimento, quello italiano, che sforna tanenti e sa vincere.

Ci sono poi le carte da medaglia, a partire dai pesisti, Leonardo Fabbri che potrebbe avere fatto il salto di qualità definitivo a Budapest e Zane Weir che avrà tanta voglia di riscatto dopo la brutta gara del Mondiale ungherese. Sara Fantini parte da una base molto alta e può ancora crescere, i giovani Larissa Iapichino, tre vittorie in Diamond League quest’anno e il quinto posto iridato e Matteo Furlani che, con un salto leggermente superiore a quello che gli ha permesso di vincere il titolo Under 20 europeo, sarebbe stato da medaglia nel lungo. Gli outsider rispondono al nome di Alessandro Sibilio che, in condizione, vale un 400 ostacoli di qualità, Simone Barontini che è in forte ascesa negli 800, la 4×100 femminile, che parte dal quarto posto iridato ed ha margini di crescita e infine c’è da dirimere la questione Andy Diaz: se troverà il modo di ottenere la qualificazione anche lui andrà ad unirsi alla lista dei papabili per una medaglia a Parigi 2024.

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