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Ciclismo

Tour de France, il distacco di Pogacar non aiuta Ciccone per la maglia a pois. Difficile che vadano via fughe

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Jonas Vingegaard ha impresso una vera e propria bastonata al Tour de France 2023 con la cronometro di Colomboux. Gara stravinta da parte sua, rifilando 1’38” a Tadej Pogacar (UAE Team Emirates) con quest’ultimo che è scivolato a 1’48” dalla maglia gialla. E questo margine rappresenta una brutta notizia… per Giulio Ciccone.

L’italiano della Lidl-Trek sta perseguendo con costanza il suo obiettivo, quello della maglia a pois. Dopo un lungo inseguimento su Neilson Powless, l’abruzzese è riuscito a strappare allo statunitense il simbolo del primato nella frazione della scorsa domenica, rafforzando poi il suo primato quest’oggi, guadagnando cinque punti in classifica per aver fatto registrare il miglior tempo nella scalata alla Cote de Domancy. Ora Giulio è a 63 punti, con 5 lunghezze di vantaggio su Powless, 6 su Vingegaard e 14 su Pogacar. Ma il margine ampliatosi tra i due alieni gli gioca decisamente contro.

La frazione di domani è una di quelle tappe che Ciccone aveva probabilmente segnato con il circoletto rosso sul calendario: prima dell’arrivo a Courchevel ci sono due salite di prima categoria, il Col de Saisiers ed il Cormet de Roseland, un seconda categoria nella Cote de Longefoy e un hors categorie nel lunghissimo Col de la Loze, che presenta pendenze in doppia cifra nel finale. 

Con quasi due minuti di ritardo, Pogacar è costretto a dover cambiare strategia. Non potrà più essere troppo attendista ed aspettare solo l’ultima salita per staccare un fenomenale Vingegaard, ma dovrà tirare fuori qualcosa di geniale dal cappello per ribaltare la Grande Boucle. Dunque potrebbe anche esserci la possibilità che la fuga non venga lasciata andare, se non nei primi chilometri. Se così fosse, Ciccone dovrebbe ottimizzare la sua possibile avanscoperta passando obbligatoriamente per primo sui primi due GPM, limitando così i danni nei confronti dei due big di classifica tra Cote de Longefoy e Col de la Loze. 

Ma potrebbe esserci anche una variabile inaspettata: l’attacco da lontanissimo dello stesso Pogacar. Come fece Chris Froome nella giornata del Colle delle Finestre al Giro 2018. Oppure emulare Marco Pantani, quando provò a dar saltare il banco nella tappa del Tour 2000. Vingegaard non è Simon Yates e sicuramente non ha dato segnali di scricchiolii come fece il britannico nei giorni precedenti. Però lo sloveno potrebbe anche provarci, a costo di saltare definitivamente. E se così fosse, anche la maglia gialla, se ne ha (e ne ha) potrebbe andargli dietro. E quindi spazzolarsi una miriade di punti che avrebbero fatto comodo all’azzurro. Ma che potrebbero essere immolati per la lotta principale, quella tra i due giganti di questo Tour de France.

Foto: LaPresse