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Nuoto, Il Mondiale di transizione di Nicolò Martinenghi che non vuole scendere dal podio

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Il 2022 è stato il suo anno, il 2023 finora è stato di rincorsa ma il bello deve ancora venire. Nicolò Martinenghi è una certezza nel variopinto mondo del nuoto azzurro, è un riferimento, uno dei grandi personaggi della squadra italiana. Lo scorso anno si è conquistato sul campo il titolo di leader del movimento azzurro con l’oro iridato e continentale dei 100 rana, oltre all’oro europeo nei 50 e all’argento iridato. Se non è stata la stagione perfetta, poco ci è mancato.

Le energie spese per essere al meglio in due manifestazioni così importanti e così ravvicinate hanno determinato un calo di forma più spiccato rispetto agli anni scorsi che ha determinato anche qualche problema fisico che Martinenghi ha faticato a risolvere. I meccanismi fisici dei ranisti sono molto più delicati di qualsiasi altro nuotatore e basta davvero poco per bloccare l’ingranaggio.

Martinenghi ha faticato non poco a rimettersi in moto ma non ha mai rifiutato il confronto, subendo anche sconfitte pesanti come quella nei 100 rana a Riccione. A Roma è apparso in crescita, seppure non brillante come nei giorni migliori e dunque si presenta a Fukuoka a fari quasi spenti. Stavolta dovrà affidarsi alla sua classe, al suo fiuto per il grande risultato, perché la benzina in corpo potrebbe non bastare a vincere le gare di forza e di potenza.

Gli avversari “classici” si sono diradati nelle ultime stagioni e guardandosi attorno Martinenghi capirà di essere cresciuto e diventato grande: non ci sarà più Scozzoli, compagno ma anche rivale di mille battaglie, non ci sarà ancora una volta Peaty, non ci sarà ancora una volta Shymanovich ma il pericolo potrebbe arrivare dalla Cina con i due portacolori della Nazionale asiatica Sun Jiajun e Qin Haiyang che hanno fatto segnare i migliori tempi stagionali tra gli atleti presenti.

Stando sul classico l’avversario da battere sia nei 50 che nei 100 potrebbe essere lo statunitense Nic Fink che lo scorso anno battè Martinenghi nei 50 Mondiali e poi nella doppia sfida in vasca corta, oppure Arno Kamminga che quando contava, se si esclude un 2022 da dimenticare, si è sempre fatto trovare pronto. Attenzione, però, perché il pericolo potrebbe arr8ivare anche da casa: nei 50 Simone Cerasuolo inizia ad essere un fattore e nei 100 Federico Poggio lo è a tutti gli effetti. Insomma il re è accerchiato e la volata olimpica inizia dalla piscina di Fukuoka ma il re ci ha insegnato se le soluzioni le sa trovare anche nei momenti più complicati.

Foto Lapresse