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Calcio

Chi è Luka Romero e come rinforza il Milan. Quanto è costato, stipendio e durata del contratto

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Da erede di Lionel Messi a nuovo rinforzo del Milan, a parametro zero.

Il destino di Luka Romero è simile a quello di tanti argentini sotto il metro e 70 che giocano a calcio da esterni offensivi e sono mancini di piede.

La precocità con cui ha debuttato tra i professionisti (15 anni e 7 mesi, con la maglia del Maiorca contro il Real Madrid), le caratteristiche fisiche e tecniche, sembravano poter disegnare per lui un futuro da protagonista.

Romero, però, è ancora in tempo. Nato in Messico nel 2004, dove il padre calciatore – l’argentino Diego Romero – giocava in quel momento, si è quindi trasferito in Spagna dove ha completato la propria formazione con la maglia del Maiorca, club con il quale ha anche debuttato.

Passato alla Lazio, luogo che sembrava perfetto per poter crescere all’ombra di Pedro e Felipe Anderson per poi esplodere come ala destra (il suo ruolo naturale) nel 4-3-3 di Maurizio Sarri, ha invece raccolto 21 presenze in due stagioni, con un gol e appena 369 minuti di campo.

L’ultima apparizione con la maglia biancoceleste è datata 16 marzo, negli ottavi di finale di ritorno di Conference League contro l’AZ Alkmaar quando ha giocato una dozzina di minuti.

Poi il mancato accordo per il rinnovo con la Lazio, il Mondiale Under 20 con l’Argentina (2 gol e un assist in quattro partite) e la chiamata del Milan, pronto ad offrirgli un contratto fino al 2028 per una cifra che dovrebbe aggirarsi intorno agli 800mila euro annui.

Il Milan ha scelto di puntare su di lui per la giovane età, anche se non più giovanissima. Rimangono il piede educato e il controllo di palla sensibile, che gli permettono di essere rapido nel breve e di ingaggiare uno contro uno in spazi stretti.

Romero fa invece più fatica a coprire ampie porzioni di campo e questa rappresenta l’incognita maggiore nel suo inserimento in un contesto tattico come quello del Milan che si affida soprattutto agli strappi palla al piede in campo grande.

Un contesto che ha già frenato l’inserimento di un altro giovane di qualità non a suo agio in spazi grandi come Charles De Ketelaere.

La scommessa, proprio in virtù del fatto di trovarsi di fronte ad un classe 2004, è quella di riuscire a modellare la crescita dell’argentino perché possa rappresentare una opzione in più per Stefano Pioli.

Quel che è certo è che, a dispetto di una vaga somiglianza superficiale, non potrà essere l’erede di Brahim Diaz. I rossoneri, quindi, dovranno saper aspettare Romero, senza pretendere che possa essere subito pronto, ma nemmeno senza emarginarlo troppo presto.

Foto: LaPresse