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Volley, Riccardo Sbertoli: “Nations League importante per il ranking. A Trento dovremo alzare l’asticella”

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Riccardo Sbertoli

Un campione del mondo, un campione d’Europa e un campione d’Italia: questo è il profilo di Riccardo Sbertoli, palleggiatore dell’ITAS Trentino e della nazionale italiana. Il lombardo è stato l’ospite di Volley2U, trasmissione di Sport2U, la tv web di OA Sport. Nello speciale condotto da Roberta Rotelli, l’azzurro ha spaziato su vari temi, dal club alla Nazionale.

Da poco è iniziato il ritiro della Nazionale maggiore in vista delle successive tappe di VNL: “Mi trovo a Cavalese per il primo collegiale di coloro che hanno finito un po’ dopo il campionato: ci hanno lasciato due settimane di riposo doveroso dopo le fatiche di un campionato duro e difficile e quindi non siamo andati in Canada per le prime tappe e siamo rimasti in Italia ad allenarci per le prossime partite di Nations League“.

Una stagione eccezionale per il Trento di Sbertoli, culminata con la conquista dello Scudetto in finale contro la Lube Civitanova: “Il percorso per arrivare allo Scudetto è stato duro. Le lacrime dell’ultimo punto sono di fatica, quando scarichi completamente la tensione e realizzi di avercela davvero fatta in quella che a detta di tutti è stata la stagione più dura e difficile degli ultimi anni nel campionato dal più alto livello al mondo. E’ stata proprio una liberazione, poi abbiamo giocato questa finale con Civitanova, che veniva da cinque titoli, con giocatori affermati. Quindi la voglia di battere i migliori era tanta, tantissima. Se avessi dovuto scrivere una sceneggiatura del finale della stagione, questa sarebbe stata la fine più adeguata“.

Squadra dell’Itas Trentino che sarà decisamente mutata l’anno prossimo a causa di diverse partenze importanti, come quella dell’allenatore Angelo Lorenzetti e dell’opposto Matej Kazijski: “Gli addii rimescoleranno un po’ la squadra a Trento. Un finale di stagione così è ancora più dolce, perché coloro che hanno salutato la squadra l’hanno fatto con un successo. Sarà bello l’anno prossimo, perché ci saranno diverse cose diverse: sappiamo già chi sostituirà il nostro allenatore, vedremo chi sostituirà Matej. Tutti giocheranno contro di noi, consapevoli di giocare contro la squadra che ha vinto lo scudetto l’anno prima. Non potrà mai succedere che una squadra giochi contro di noi non dando il 110%, quindi penso sarà uno step di crescita importante per tutti noi. E’ una prima volta per noi giocare con lo scudetto con la maglia, quindi sarà una bella sfida, anche se ci sarà tempo per pensarci”.

Sull’importanza della Nations League in vista delle competizioni estive: “La VNL è un torneo che nel corso degli anni ha cambiato anche il suo format: penso sia una competizione che permetta ai giocatori di arrivare all’appuntamento clou dell’estate nelle migliori condizioni possibili, è sicuramente un motivo di impegno in più anche per le federazioni nell’organizzazione dell’estate. E’ una manifestazione che conta per il ranking, quindi non si può spremere troppo in vista degli appuntamenti più importanti, ma non si può neanche abbassare troppo la guardia, perché è un attimo a scendere nel ranking. Le federazioni hanno un lavoro di pianificazione estiva non semplice. Dopo l’Europeo ci sono le qualificazioni olimpiche, abbiamo poco riposo, ma i pochi periodi che abbiamo per svagarci li sfruttiamo appieno“.

A proposito della sconfitta degli azzurri contro l’Albiceleste ha detto: “L’Argentina esce dall’ultima Olimpiade con la medaglia di bronzo al collo. I giocatori argentini, oltre a De Cecco, sono tutti di ottimo livello che anche sul piano internazionale sono forti, nonostante giochino in campionati lontani dal nostro. Gli schiacciatori sono ottimi ricettori, poi De Cecco lo conosco bene perché l’ho affrontato anche in finale Scudetto. Non sono preoccupato da questa sconfitta, era la partita inaugurale di un gruppo nuovo, non vedo perché ci sia da preoccuparsi. C’è da rimboccarsi le maniche e guardare al presente, non rimuginare sul passato e non spaventarsi del futuro, ma cercare subito di fare un po’ meglio dalla seconda o dalla terza partita. E’ vero che tanti sono ragazzi giovani, ma tutti si guadagnati questa possibilità perché sono giocatori di livello. Tra le Nazionali che temo di più in questa VNL ci sono Polonia, Francia e Brasile: sono squadre attrezzate, con una rosa lunga e possono gestire le energie“.

Sugli allenatori avuti durante la carriera e che cosa ognuno di loro ha dato ai fini della crescita della sua carriera: “Il Leoncino di Segrate” è un soprannome che mi è stato dato quando sono arrivato in Superlega: ho giocato per tutte le giovanili a Segrate e lo stemma era il Leone, di conseguenza hanno messo insieme le due cose. Con gli allenatori che ho avuto sono sempre cresciuto e ho cercato di capire le loro richieste. Ad esempio con Angelo Lorenzetti sono cresciuto molto dal punto di vista della mentalità e nella gestione dei momenti, riuscendo a capire meglio i miei compagni, con Roberto Piazza ero cresciuto sono migliorato sulla concentrazione, sulla quantità dell’allenamento, invece con Fefé De Giorgi ho cercato di capire sempre il ritmo che ha la partita, i tempi. Fefé ha una capacità di capire i momenti della partita che può darmi indubbiamente qualcosa in più“.

I momenti più iconici della sua ancora giovane carriera: “I tre momenti più importanti che ricordo della mia carriera sono il primo scudetto che ho vinto nelle giovanili a 15 anni, la pallavolo era ancora una via di mezzo tra divertimento e professione, già stavo pensando di poter fare questo mestiere. Il momento in cui è uscita la convocazione per le Olimpiadi di Tokyo: quando ho iniziato a giocare vedevo una partita delle Olimpiadi e a mio padre che è un ex giocatore chiesi se sarei mai diventato forte come loro. Poi lo scudetto con Trento è stato fantastico per la lunghezza e la difficoltà del percorso: vincere in Italia ti rimane dentro, il campionato è veramente competitivo“.

LA VIDEO INTERVISTA A RICCARDO SBERTOLI