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Ciclismo, torna ad esserci un fermento italiano nelle categorie U23 e juniores

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Non è un segreto che l’Italia, paese per tradizione sempre tra le grandi superpotenze del ciclismo, non stia passando il miglior momento della sua storia, quanto meno per quanto riguarda il settore maschile. Qualche grande risultato sporadico non basta per bilanciare un periodo in cui, per numeri e per qualità media degli interpreti, il ciclismo azzurro non sta esprimendo il meglio. La situazione, già piuttosto buia, per anni è stata alimentata anche da un settore giovanile che faticava a produrre talenti di primo livello. Per quanto i fasti di un tempo sembrano ancora alquanto lontani, l’impressione è che qualcosa si stia muovendo.

Tanto tra gli U23 quanto tra gli Juniores, la scorsa stagione e l’inizio di questa hanno visto il ritorno di qualche risultato interessante che fa ben sperare verso il futuro. Ovviamente bisogna saper aspettare, consci del fatto che l’inversione di tendenza (semmai ce ne sarò una) richiederà tempo e che le proverbiali rondini non fanno sempre primavera, però c’è qualche nome che sta prendendosi il proprio spazio ed è qui che proviamo ad elencarli.

Uno dei talenti più interessanti, che già ha fatto vedere la sua qualità anche al piano di sopra è senza dubbio Francesco Busatto. Il 20enne di Bassano del Grappa è salito agli onori della cronaca con la vittoria della Liegi-Bastogne-Liegi U23 diventando il primo azzurro a riuscirci. La crescita da lì non si è arrestata, tanto da portargli un secondo posto alla Fleche Ardennaise ed un quarto posto al Giro dell’Appennino, corso insieme ai “grandi”. Va forte in salita, ed è dotato di un ottimo finale, sembra il prototipo ideale per le classiche più impegnative.

Profilo simile anche per Davide de Pretto, che in quella Liegi U23 ha centrato un ottimo terzo posto, ennesimo piazzamento in corse prestigiosissime negli ultimi due anni. Le vittorie sono poi arrivate al GP General Store ed al Trofeo Alcide de Gasperi, a conferma di un altro talento da seguire della classe del 2002.

Come sempre c’è grandissimo interesse su chi possa essere il nuovo corridore da corse a tappe, una “specie” che dopo Vincenzo Nibali, Fabio Aru e Damiano Caruso, sempre essersi un po’ persa nel territorio italiano. Tra i corridori da seguire c’è ovviamente Davide Piganzoli, corridore del 2002 in forza alla Eolo Kometa che al Tour de l’Avenir ha dimostrato di potersela giocare con i migliori pari-età. Le sue doti a cronometro lo rendono un nome molto interessante. Più giovane di due anni, e forse ancor più talentuoso è invece Giulio Pellizzari. Il 19enne che ha dovuto spostare la residenza in Slovenia per passare pro così giovane, si è presentato al grande pubblico con una grande azione in salita al Tour of the Alps. Il talento è davvero cristallino, ed alla Green Project Bardiani potrebbe trovare il terreno per accrescerlo.

Risultati importanti anche per Alessio delle Vedove e Luca Giaimi, rispettivamente un 2004 ed un 2005. Il primo è un velocista con capacità di tenere anche sulle brevi salite che nel 2022 è stato in grado di vincere 10 corse, riprendendo quest’anno con il successo nei Paesi Bassi alla Kersenronde Mierlo. Il secondo è invece un passista veloce, in grado di prendersi lo scorso anno la Tre Valli Varesine e quest’anno la crono per gli juniores che ha anticipato la Tirreno Adriatico. Secondo in quell’occasione fu Renato Favero, che insieme a Delle Vedove e Giaimi si è laureato Campione del Mondo nell’inseguimento ai Mondiali di categoria su pista.

Altri nomi da seguire, tra gli altri, sono quelli di Alessio Pinarello, Dario Igor Belletta e Ludovico Crescioli, tutti potenziali scalatori di alto livello che hanno inanellato risultati di spessore negli ultimi 18 mesi. Insomma, di lavoro da fare ce n’è ancora tanto, ma dopo qualche anno di regressione anche nelle categorie giovanili, sembra esserci più di un motivo per guardare con ottimismo al futuro.

Foto: Photo LiveMedia/Luca Tedeschi