Seguici su

Senza categoria

ATP Queen’s, il torneo è di Carlos Alcaraz. De Minaur ko, primo successo sull’erba e di nuovo al numero 1

Pubblicato

il

Carlos Alcaraz

Arriva il primo successo sull’erba di Carlos Alcaraz, in barba a chi non lo considerava ancora adatto a questa superficie. Lo spagnolo si porta a casa lo storico trofeo del Queen’s Club di Londra dopo il regno di due anni di Matteo Berrettini, battendo Alex De Minaur con un doppio 6-4 in nemmeno cento minuti di gioco e riconquistando anche la prima posizione del ranking mondiale.

De Minaur doveva togliersi quella scimmia sulla spalla di quella semifinale di Barcellona lo scorso anno, quando ebbe due possibilità di chiudere la partita, ed è più indiavolato che mai, coprendo il campo come un vero fulmine. Alcaraz è un computer che impara scambio dopo scambio, ma è costretto a difendersi da due palle break dopo due magate dell’australiano nell’ottavo gioco, annullandole con un ace e uno scambio dominato. E come succede spesso, quando non sfrutti lo spiraglio, ne paghi le conseguenze: brutto errore dell’oceanico sul 30 pari, palla break immediatamente sfruttata dall’iberico con un’ottima risposta e chiusura di primo set.

Il secondo set inizia con un minimo di ritardo, a causa di un medical time out di Alcaraz per un risentimento all’interno coscia. Ma, dopo le cure del caso, torna a saltellare vispo come un’ape con il miele. De Minaur resiste, ma il suo dritto inizia a ballare e anche le sue percentuali al servizio. E il quinto gioco ne è la sublimazione, due doppi falli e break per l’iberico, che rischia di scivolare al momento di chiudere, ma da sotto 0-30 alza il livello e con quattro punti consecutivi si porta a casa il Queen’s.

Sette ace per Carlos Alcaraz, che chiude con il 72% con la prima ed il 65% con la seconda. Stesso numero di vincenti per entrambi, 15, ma De Minaur compie più errori, 14 contro 11; l’oceanico paga i tre doppi falli nella sfida, due nello stesso gioco, e il 48% con la seconda, condizionato dal 4/11 del secondo set.

Foto: LaPresse