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Roland Garros 2023: Fognini-Auger Aliassime spicca in chiave italiana. Debuttano Sinner e Trevisan, per Cobolli c’è Alcaraz

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Fabio Fognini

Dopo l’ormai consueta domenica di debutto, il Roland Garros ha il lunedì come giorno nel quale iniziare a dispiegare in concreto tutta la forza dei nomi impegnati a tentare di dare un’eredità al regno di Rafael Nadal in campo maschile e, se l’interessata lo vorrà, a quello di Iga Swiatek nel femminile.

In casa Italia, c’è un match attesissimo fin dal momento del sorteggio: Fabio Fognini contro Felix Auger-Aliassime. Il ligure, all’atto pratico, vive per questi confronti, quelli che lo hanno reso famoso a Parigi in una grande quantità di situazioni. I due si sono affrontati solo sulla terra rossa di Rio de Janeiro nel 2019; vinse il canadese 6-2 6-3, ma al momento siamo di fronte a una situazione nella quale il ventiduenne di Montreal, oltre a essere in scarsa fiducia causata da un anno senza soddisfazioni, si è ritirato a Lione senza giocare contro il francese Arthur Fils per un problema a una spalla (o sospetto tale) e, in generale, pare lontano dalla versione migliore. Elementi che Fognini sa come sfruttare, per esperienza. E il campo intitolato a Simonne Mathieu, per buona misura, può aiutare.

Per il debutto, Jannik Sinner inaugura de facto la serie delle sessioni serali, al centro da tempo di grandissime polemiche legate alla ripartizione uomini-donne. A favorire la situazione la presenza dall’altra parte della rete del francese Alexandre Muller, mai affrontato in carriera e che naviga appena fuori dalla top 100. L’altoatesino, al Roland Garros, vanta ricordi in chiaroscuro: il debutto col botto nel 2020 con i quarti di finale, il 2021 con le difficoltà e l’eliminazione agli ottavi (in entrambi i casi contro Nadal) e, poi, il 2022 in cui i guai fisici lo hanno costretto a fermarsi contro il russo Andrey Rublev durante un ottavo che aveva iniziato a tinte di dominio. Per il numero 1 d’Italia vale il discorso dei principali favoriti: c’è da saggiare la condizione, prevista evidentemente qui al top soprattutto per il lato di tabellone in cui si trova.

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Comincia anche il torneo di Flavio Cobolli, e molto probabilmente terminerà anche, perché appare difficile vederlo vincitore contro Carlos Alcaraz. Per la sesta volta, dentro e fuori l’era Open, un italiano sfida il numero 1 del tabellone al Roland Garros (che, dal 1969, salvo forfait coincide con il numero 1 del mondo). Sul Court Suzanne Lenglen ci si aspetta, comunque, una prova da “libero” dell’azzurro, bravo a superare le qualificazioni: l’importante, più del risultato, è l’esperienza. Al via anche Marco Cecchinato, atteso alla prova del classe 2004 Luca van Assche, su cui i francesi puntano molto e che, non certo per caso, è stato piazzato sul campo 14, quello forse più noto per la sua capacità di generare un ambiente “da stadio” pur nell’essere il quarto campo per capacità dell’impianto.

A livello generale, c’è anche l’esordio di Novak Djokovic: il serbo non dovrebbe avere alcun tipo di problema con Aleksandar Kovacevic, americano che dalle parti slave trae le sue origini. Diversi i match da osservare: merita in chiave rossa Wawrinka-Ramos Vinolas sul Court 14, ma anche, alle 11 sul Court 7, Nakashima-Shapovalov si lascia guardare. Capitolo Dominic Thiem: con il passato dell’austriaco, è quantomeno straniante vederlo debuttare sul Court 6 contro l’argentino Pedro Cachin. Forza dei tempi che cambiano, e anche in maniera veloce, per un due volte finalista.

Anche tra le donne c’è da registrare una coppia di debutti in chiave azzurra. Il match, e anche il destino, più importante se lo gioca Martina Trevisan, che deve vedersela con l’ucraina Elina Svitolina. L’ex numero 3 del mondo arriva dal successo nel WTA 250 di Strasburgo, in cui ha ritrovato tante ottime sensazioni in vista dello Slam che per tre volte l’ha vista raggiungere i quarti. Tra i confronti con giocatrici fuori dal seeding, questo è indubbiamente tra i meno belli che potevano capitare alla toscana, soprattutto nell’ottica di una ricerca della difesa, se non di tutti, almeno di parte dei punti conquistati con la semifinale del 2022.

Poi c’è Elisabetta Cocciaretto, che chiude il programma sul Lenglen contro Petra Kvitova. La marchigiana ha dimostrato nel tempo di saper giocare con le big, ma in questo caso tanto, anzi tantissimo dipende dallo stato di forma della ceca. Che, è vero, non ha mai troppo amato il rosso (al netto di due semifinali nel 2012 e 2020), ma è pur sempre giocatrice in grado, quando entra in campo con il piede giusto, di avere ancora quel livello che potrebbe, chissà, darle ancora un altro Slam dopo Wimbledon 2011 e 2014. Vero è che, a Parigi, dopo la semifinale del 2020 ha passato un solo turno nelle due edizioni successive.

Un po’ particolare il fatto che ad aprire sia uno tra i match più attesi, quello tra la ceca Karolina Pliskova e l’americana Sloane Stephens, originariamente annunciato per la domenica e invece spostato forse in virtù degli impegni dell’ex campionessa degli US Open a Rabat. In Francia, però, l’attesa è tutta per Caroline Garcia, che apre la caccia a un torneo che mai le ha dato troppa fortuna (a parte un quarto di finale nel 2017) contro la cinese Xiyu Wang. Anche Kanepi-Keys può vantare motivi per essere guardata.

Foto: LaPresse