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Ciclismo

Giro d’Italia 2023, se hai il Covid devi ritirarti? Cosa dice il regolamento

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Remco Evenepoel

Remco Evenepoel ha dovuto lasciare il Giro d’Italia 2023 a causa del Covid. Il belga, che aveva ripreso la Maglia Rosa con la seconda vittoria a cronometro nella prima settimana, è risultato positivo ad un tampone effettuato dal suo team. La notizia del suo immediato abbandono è arrivata ieri sera, tramite un comunicato ufficiale della Soudal Quick-Step. Non è il primo a dover lasciare il Giro per il Covid, e che non ogni probabilità non sarà l’ultimo. Ma cosa prevede il regolamento? 

La cosa più importante da chiarire è che né l’Unione Ciclistica Internazionale, né tanto meno RCS, società organizzatrice della Corsa Rosa, hanno diramato direttive anticovid. L’UCI ha cancellato gli obblighi di test, di tamponi e di mascherine. RCS non aveva previsto isolamenti o quarantene in caso di positività. Allora perché i corridori vengono ancora testati?

L’iniziativa parte dalle squadre, che effettuano i test antigenici in totale autonomia. Questi vengono fatti soprattutto per tutelare la salute e l’integrità fisica dei corridori. Bisogna infatti ricordare che, per quanto la malattia da Covid-19 sia stata declassata ed epidemia e l’emergenza sia sostanzialmente alle spalle, essa continua a portare problematiche respiratorie e talvolta cardiache in chi viene infettato. Spesso le conseguenze possono inoltre protrarsi molto a lungo, andando ad inficiare sull’intera stagione di un atleta e di una squadra.

I test vengono dunque effettuati autonomamente dalle squadre, che autonomamente possono poi decidere come comportarsi in casi di positività. Non c’è infatti alcun obbligo di comunicare i risultati dei test né all’organizzazione, né all’UCI o ad altri organi di controllo. Tant’è che infatti in gruppo, in questi primi nove giorni, ci sono stati casi di Covid che non sono stati comunicati e per i quali, gli staff medici delle squadre hanno deciso di non prendere provvedimenti.

Dunque è stata la Soudal-QuickStep a valutare che la situazione era rischiosa e di conseguenza a decidere di preservare l’integrità fisica del proprio capitano, preferendo fargli abbandonare la corsa. Lo stesso è stato fatto ad esempio anche dalla INEOS Grenadiers con Filippo Ganna, o dalla EF Education EasyPost per Rigoberto Uran, solo per citarne alcuni.

Foto: LaPresse