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Pallavolo

Volley, Ekaterina Antropova nuovo rinforzo per l’Italia: alternativa o complementare a Paola Egonu?

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Ekaterina Antropova è nata in Islanda, ad Akureyri, da genitori russi nel 2003. Si è trasferita a 7 anni a San Pietroburgo, dove ha iniziato a giocare a pallavolo abbandonando la ginnastica artistica su consiglio della madre Olga, che poi si accorge delle potenzialità della figlia e decide di trasferirsi in Italia.

La talentuosa ragazza russo-finlandese approda prima in Calabria, quindi a Novara dove Gianni Caprara e la moglie Irina Kirillova, che di Russia se ne intendono, ne comprendono immediatamente il potenziale enorme e favoriscono il trasferimento a Sassuolo dove la ragazza muove i primi passi da professionista. Il resto è storia dei giorni nostri: top scorer in A2, top scorer in A1 e il desiderio di diventare italiana, per un po’ ostacolato dalla federazione russa e poi la firma sui documenti per il cambio di nazionalità.

Dopo una battaglia burocratica e l’appello al TAS di Losanna è stato riconosciuto ad Antropova il diritto a scendere in campo da italiana e quindi a partire dalla prossima stagione potrà essere nuovamente schierata come atleta tricolore. Prima di poter giocare per la Nazionale italiana servirà invece ancora un po’ di tempo ed il conseguimento del passaporto italiano ma Mazzanti rischia di ritrovarsi un gioiellino preziosissimo fra le mani.

Il problema da risolvere sarà prettamente tecnico per vedere Antropova con la maglia da titolare in nazionale. Paola Egonu, infatti, non si tocca e sarà opposta titolare, mentre Antropova potrebbe essere riconvertita, almeno in Nazionale, come martello ricevitore un po’ “alla Zaytsev” dei tempi passati, dei Giochi di Londra, quando lo Zar si sacrificò per il bene della squadra azzurra che doveva fare i conti con una carenza strutturale nel ruolo di banda.

In questo momento l’Italia al femminile rischia di trovarsi nelle stesse condizioni. Bande dalla mano pesante attualmente in italia non ce ne sono. Caterina Bosetti è sicuramente eleggibile come elemento di equilibrio della squadra ma i numeri parlano chiaro sulla sua efficienza in attacco, mentre Myriam Sylla, anche a causa dei tanti problemi fisici che ne hanno condizionato le varie preparazioni, non è più la giocatrice esplosiva di qualche anno fa. C’è Elena Pietrini che non è un mostro di continuità, soprattutto in ricezione e qualche giovane potrebbe essere inserita nella rosa italiana ma un elemento come Antropova, magari inserita progressivamente nel sistema di ricezione, può fare la differenza e questo Davide Mazzanti lo sa bene in vista di Parigi 2024.

Il lavoro che attende lo staff tecnico azzurro e la giocatrice di origine russa è pesante ma la predisposizione esiste e con l’allenamento si può arrivare a costruire una attaccante completa che magari possa essere utilizzata in ricezione per tre o quattro giri su sei, visto che le altre due ricevitrici possono essere in grado, almeno per un paio di giri, di sobbarcarsi le due porzioni di campo. Non sarà un processo semplice, potrebbe anche essere più complicato del previsto ma questa strada vale la pena di essere perseguita per puntare finalmente a quel podio olimpico che manca come l’aria nella pallavolo italiana femminile.

Photo LiveMedia/Lisa Guglielmi