Seguici su

Nascar

NASCAR Cup Series, si torna sull’asfalto nella ‘graffetta’ di Martinsville

Pubblicato

il

NASCAR Cup Series Byron

Dallo sterrato del Bristol Motor Speedway, la NASCAR Cup Series si sposta a Martinsville per affrontare un nuovo short-track. Regna nuovamente l’incertezza per la ‘NOCO 400′, la prima delle due competizioni che si disputeranno nello storico impianto che sorge nello Stato della Virginia. 

Stiamo parlando del più corto ovale dell’intero calendario, particolare per le sue  pieghe con il poco banking a disposizione. Sono infatti solamente 12 i gradi delle quattro curve, particolari per la presenza del cemento al posto dell’asfalto. 

Saranno 400, invece, i giri di questo evento e non 500 come accaduto dal 1956 al 2021. William Byron #24 fu il padrone dell’ultima edizione, pilota che tenterà di ripetersi domenica in un tracciato in cui storicamente non sono mancati i colpi di scena. Uno dei più clamorosi è accaduto meno di un anno fa, non possiamo infatti dimenticarci l’incredibile sorpasso contro le barriere effettuato da Ross Chastain (Trackhouse Racing #1) per accedere al ‘Championship 4’. La ‘mossa’, proibita dalla NASCAR, è stata disputata nel round autunnale di Martinsville, gara che per diverse ragioni è differente rispetto a quella che ci apprestiamo a commentare. 

IndyCar, torna l’azione a Long Beach. Newgarden per il bis?

Il nativo dello Stato della Florida potrebbe inserirsi questo fine settimana nell’albo d’oro di questa speciale competizione che tra i protagonisti ancora presenti sullo schieramento ha premiato per ora Denny Hamlin (2008, 2010, 2015), Brad Keselowski (2017, 2019), Martin Truex Jr. (2020, 2021), Kyle Busch (2016) e  Kevin Harvick (2011). 

Da segnalare il ritorno di Chase Elliott. Il georgiano tornerà a bordo della Chevy Camaro #9 dell’Hendrick Motorsports dopo aver saltato alcune gare in seguito ad una caduta con lo snowboard. Il campione 2020 resta in lotta per il campionato, con l’attuale format a Playoffs della NASCAR Cup Series tutto resta in discussione. L’esempio che balza alla memoria è dato da Kyle Busch che nel 2015 non partecipò a gran parte della regular season prima di vincere il titolo nel ‘Championship 4’ di Homestead-Miami.

Foto. Lapresse