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MotoGP, la crisi senza fine della Yamaha. Quartararo cola a picco su una pista amica

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Fabio Quartararo

Caro Fabio, lasciati dare un consiglio. Mettiti il cuore in pace, perché quest’anno ci sarà da soffrire. Parecchio. Non sappiamo cosa caspita stia succedendo a Iwata, ma di certo non è niente di buono. D’altronde se ti ritrovi impantanato a centro gruppo su una pista come Jerez de la Frontera, c’è qualcosa di drammaticamente storto nella Yamaha che hai tra le gambe. Una M1 così, ormai ai margini dell’irrilevanza, non la si vedeva dal 2003.

Negli ultimi due decenni, anche nei momenti di difficoltà, la Casa dei tre diapason si era tenuta a galla in qualche modo. Probabilmente tu non te la ricordi neanche quella Yamaha guidata da Carlos Checa, Alex Barros, Shinya Nakano, Olivier Jacque e Marco Melandri. Avevi a malapena quattro anni e verosimilmente non ti frullava neppure per la testa l’idea di diventare un pilota professionista. È da un ventennio che le creature di Iwata non prendevano ceffoni da destra e da manca come sta accadendo oggi.

A 24 anni sei giovane e hai ancora tutta la carriera davanti. Poi, a dispetto del tuo soprannome minaccioso, tu sotto sotto sei un bravissimo ragazzo. Fossi più fumantino, avessi qualche primavera in più e meno opportunità da perdere, ci avresti di sicuro regalato qualche perla. Perché sentirti gridare “Moto2 engine!”, parafrasando Fernando Alonso, sarebbe impagabile. Il bello, o il brutto, è che avresti tutte le ragioni del mondo per esprimerti così.

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A proposito di “mondo”, nel tuo caso a fine 2023 di sicuro non potremo anteporre la dicitura “Campione del”. Non te lo diciamo per cattiveria, ma chi può pensare di essere un fattore per il titolo in queste condizioni? Sei sicuro che quelle marchiate con la sigla “M1” arrivino davvero dalle officine giapponesi? Non è che qualcuno vi ha fregati, tenendosi per sé le vere Yamaha e sostituendole con delle moto taroccate comprate in qualche negozio gestito dai cinesi?

Si scherza, sia chiaro, ma cosa si può fare? Non ridiamo di te. Ridiamo con te. Perché fai tenerezza. Il tuo talento non è in discussione, però nel motorsport non vai da nessuna parte se il mezzo meccanico non ti supporta. L’augurio è di rivedere il più presto possibile il sorriso solare che spesso ha contraddistinto il tuo volto, nella speranza di ritrovarti protagonista nella rincorsa il titolo. Magari non quest’anno, bensì in futuro (e chissà dove).

Foto: MotoGPpress.com

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