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MotoGP, Johann Zarco sempre più ‘Willy il Coyote’. Ad Austin l’ennesima occasione persa, ma ormai è un adorabile perdente

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Johann Zarco

Johann, sei un fenomeno. A modo tuo, ma pur sempre un fenomeno. Ci vuole un talento unico per trovarsi sempre nel posto giusto e nel momento sbagliato, o viceversa nel posto sbagliato al momento giusto. Solo tu puoi sapere come si fa. O forse neanche tu te lo spieghi, perché succede da anni e oramai sei diventato un oggetto di culto. Com’è possibile non prenderti in simpatia?

Sei la personificazione di Willy Coyote, personaggio quanto mai d’attualità, poiché le sue avventure sono ambientate nel sud-ovest degli Usa, dove guarda caso si è corso domenica. Il tuo Road Runner è quella vittoria in MotoGP che proprio non riesci a catturare. Il GP delle Americhe rientra nella casistica del trovarsi nel posto sbagliato al momento giusto. Perché quando può ricapitare una gara dove ci sono più Ducati nella ghiaia che sotto la bandiera a scacchi? Eppure tu, in una domenica così, ti ritrovi a vegetare a centro classifica.

Poteva essere l’occasione buona per sfatare quella che sembra diventata un’autentica maledizione, invece ti sei dovuto accontentare del 7° posto in una gara finita da 13 piloti. Poi, magari, a Jerez de la Frontera o a Le Mans sarai lì a giocarti il successo. Però il Geococcyx californianus di turno ti farà “Beep Beep” in faccia e se ne andrà, lasciandoti l’ennesima posizione d’onore nonostante un GP da protagonista anziché da comparsa, come accaduto l’altro ieri.

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Per Zarco siamo arrivati a 107 presenze in MotoGP, 16 delle quali risoltesi con un piazzamento sul podio. Il dato clamoroso è rappresentato dal fatto non abbia ancora primeggiato a dispetto di 11 secondi posti! Una statistica senza senso. Perché, anche solo per la legge delle probabilità, se spesso sei al vertice, prima o poi dovrai vincere! Una roba del genere non si è praticamente mai vista.

Forse solo con Jean Alesi in F1. Anche lui francese e legato a una Rossa, quella a quattro ruote. Non a caso, l’avignonese a un certo punto aveva adottato il Coyote come sua mascotte. Però neppure lui aveva raggiunto il livello di Zarco. Alesi aveva trionfato al 16° podio e, soprattutto, in precedenza era arrivato secondo “solo” sei volte, non undici! D’accordo, ha primeggiato una volta soltanto, ma è bastata per togliersi la scimmia dalle spalle.

Johann, invece, quel primate (e primato negativo di ‘piazzatissimo’) ce l’ha ancora sul groppone. Austin avrebbe davvero potuto essere l’occasione propizia per imporsi, ma è andata come è andata. Il prossimo podio sarà il 17°. Nel tennis tutti ricordano la frase pronunciata da Vitas Gerulaitis, che sconfisse per la prima volta Jimmy Connors dopo averci perso 16 partite consecutivamente.“Sia di lezione a tutti! Nessuno può battere Vitas Gerulaitis 17 volte di fila!”.

Più che di lezione, possa essere di buon auspicio per chi, almeno un’affermazione se la meriterebbe. Se non altro per aver saputo tornare protagonista a furia di risultati dopo essere finito ai margini della MotoGP a fine 2019. Forza Zarcoyote, butta nel cestino il GP delle Americhe e punta all’Andalusia. Prima o poi quello struzzo benedetto riuscirai a prenderlo! Dove e quando solo il Destino lo sa. Noi aspettiamo di scoprirlo.

Foto: MotoGPpress.com