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Calcio

Juventus-Inter, la Coppa Italia è una “distrazione” prima dell’Europa?

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Dumfries e Kostic

Vincere un trofeo rappresenta sempre un obiettivo per una big della Serie A. Anche se questo trofeo viene giudicato di “seconda classe”, come la Coppa Italia. Un torneo che in molti bistrattano a parole, almeno all’inizio dell’anno, ma che quando si arriva al dunque tutti cercano di portare a casa. Forse solo per salvare la stagione o per poter affermare di aver vinto qualcosa, ma tant’è:  difficilmente la seconda competizione nazionale organizzata dalla Lega Serie A non risulta una “distrazione” per le grandi italiane. Nel bene e nel male.

Inter e Juventus, oggi, avrebbero in ballo obiettivi ben più importanti. Il campionato, che a dieci giornate dalla fine vede il Napoli avviarsi verso lo scudetto e una lotta per l’Europa ancora apertissima. I quarti di finale di Champions League, che tra l’11 e il 19 aprile vedranno i nerazzurri affrontare il Benfica in una doppia sfida che vale la stagione. I quarti di Europa League, che il 13 e il 20 aprile vedranno impegnati i bianconeri contro lo Sporting Lisbona. Due squadre portoghesi sulla strada che porta alla gloria.

La Coppa Italia si inserisce in mezzo a tutto questo. Le due sfide della semifinale più attesa (l’altra metterà di fronte Cremonese e Fiorentina) sono in programma martedì 4 e mercoledì 26 aprile; l’andata si giocherà all’Allianz Stadium di Torino, il ritorno a San Siro. Sarà impossibile per i protagonisti affrontare un derby d’Italia risparmiando energie mentali e fisiche. Nemmeno volendo ci riuscirebbero. Una partita come questa non la si può giocare a cuor leggero: la si gioca a mille all’ora, cercando la vittoria a tutti i costi. Soprattutto da parte di chi detiene il titolo e ha perso i due precedenti stagionali, ovvero l’Inter.

Il derby d’Italia visto dall’Inter

L’ultimo successo dei nerazzurri sulla Juventus risale allo scorso 11 maggio, proprio nella finale di Coppa Italia. La squadra di Simone Inzaghi vinse 4-2 e alzò al cielo il suo secondo trofeo stagionale dopo la Supercoppa Italiana, vinta sempre battendo i bianconeri (finì 2-1, era il 12 gennaio 2022). Da allora la situazione si è ribaltata. In campionato, infatti, gli uomini di Allegri sono riusciti a imporsi sia all’andata in casa (2-0) che al ritorno a San Siro (0-1). Fare risultato mercoledì significherebbe molto per l’Inter, che in campionato viene da tre sconfitte consecutive e ha bisogno di una scossa per risollevare il morale in vista del rush finale di stagione.     

Il derby d’Italia visto dalla Juve

La squadra di Massimiliano Allegri invece viaggia spedita. Il settimo posto in campionato a fronte dei 15 punti di penalizzazione sono una piccola grande impresa sportiva. I bianconeri hanno fatto quadrato intorno alle difficoltà e una volta superato il trauma di inizio gennaio post sentenza non si sono più guardati indietro. Nelle ultime cinque gare in Serie A sono arrivate quattro vittorie e una sconfitta, all’Olimpico contro la Roma. Un ruolino di marcia di tutto rispetto, impreziosito dal successo per 1-0 di due giornate fa sull’Inter. Tre punti che hanno dato ulteriore fiducia alla Juve, che a San Siro ha dimostrato di essere superiore all’avversario acquisendo maggiore consapevolezza dei propri mezzi.

Nessuna pretattica

A prescindere dallo stato di salute mentale e fisico delle due squadre, né Allegri né Inzaghi sembrerebbero aver fatto calcoli nell’ultimo turno di campionato. Il turnover attuato da entrambi è parso legato alle Nazionali piuttosto che a risparmiare energie in vista dell’andata di martedì. Da un lato sono partiti in panchina Vlahovic e Kostic, che avevano giocato con la Serbia (il secondo era persino tornato in anticipo per un lieve infortunio), e l’acciaccato Di Maria. Dall’altra l’unico sacrificato è stato Lautaro Martinez, subentrato al 63′ contro la Fiorentina, mentre Lukaku ha disputato l’intera gara nonostante i quasi 180′ in campo con il Belgio.

Insomma, la Coppa Italia sarà anche una distrazione in vista dell’Europa. Ma trattandosi di un derby d’Italia siamo quasi certi che nessuno dei due allenatori farà pretattica. In palio c’è l’onore. E un trofeo che, per quanto bistrattato, tutti vogliono mettere in bacheca. 

Foto: Lapresse