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Italia, quale destino in Billie Jean King Cup 2023? Tra Slovacchia e prospettive future

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Camila Giorgi

Che l’Italia abbia superato il turno preliminare di Billie Jean King Cup è un fatto assodato. Che abbia sofferto particolarmente contro la Slovacchia, buona, ma non certo irresistibile come squadra, è un altro dato che andrà ai posteri nell’intervallo di tempo che va dalle qualificazioni alle finali.

Da questi due temi si parte per analizzare il weekend della squadra che ha in Tathiana Garbin la capitana non giocatrice. Un primo giorno di ordinaria amministrazione, nella sostanza, si è trasformato in un secondo pieno di problemi. Tutto a partire dal fatto che Camila Giorgi ha dovuto dare forfait per problematiche di natura fisica. A cascata, il dover cambiare tutta la logica dei singolari in brevissimo tempo ha inevitabilmente creato problemi in più. Certo, un pizzico di fortuna sarebbe stata ideale per Jasmine Paolini ed Elisabetta Cocciaretto, ma sul 2-2, e con il colpo di coda compiuto da Anna Karolina Schmiedlova prima e Viktoria Hrunkacova (ex Kuzmova) poi è stato necessario fare affidamento sul doppio.

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Un doppio creato sostanzialmente per l’occasione, dato che le nostre, seppur discrete nella specialità, non hanno vere e proprie coppie fisse. Non che anche la Slovacchia sia messa tanto meglio, sebbene con Tereza Mihalikova una top 50 (44, per l’esattezza) ce l’abbia. Ne è uscito un confronto al limite del drammatico, almeno a livello sportivo. Il merito di Cocciaretto e Trevisan è stato quello di tenere viva la situazione anche quando una replica di Genova 2015 sembrava dietro l’angolo. Non c’è stata, per fortuna.

Ora del futuro rimane da capire tutto, perché quanto filtra dall’ITF fa capire che ci sono parecchie difficoltà nell’avere un’idea di dove si possano svolgere le Finals. I posti occupati per la parte conclusiva della manifestazione sono undici: ne manca un dodicesimo, che può essere una wild card o un Paese organizzatore che non sia parte delle già qualificate. A prescindere da ogni discorso, oggi come oggi la selezione azzurra partirebbe decisamente con il ruolo che, in inglese, è ben definito dal vocabolo “underdog”. C’è però oltre metà anno tra ora e novembre per scoprire quale sarà l’evoluzione della situazione. E di un calendario che, quando verrà rivelato per la parte dagli US Open in poi, farà capire esattamente cosa ci si debba aspettare dalle top player.

Foto: LaPresse / Olycom