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Sci di fondo

Sci di fondo, Mondiali Planica 2023. L’Italia sogna nella staffetta maschile. Prima medaglia iridata dopo 24 anni di digiuno?

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Federico Pellegrino

Venerdì 3 marzo verrà conferito il XXXV titolo mondiale della staffetta maschile. Questo format festeggia i 90 anni di storia iridata, essendo stato inserito nel programma della manifestazione addirittura nel 1933. Da allora la gara è stata oggetto di un’unica modifica di rilievo, relativa alla tecnica.

Inizialmente nello sci di fondo non si poneva neppure il problema, il passo era uno solo, quello alternato. Tuttavia a metà anni ’80 il più efficace passo pattinato fece sì che l’edizione 1987 si disputasse esclusivamente a skating. La Fis pertanto decise di diversificare la tecnica delle frazioni a partire dal 1989. Da allora i primi due segmenti si disputano in tecnica classica e gli ultimi due in tecnica libera. La distanza è invece sempre rimasta immutata, 10 km per ognuno dei 4 frazionisti.

Nei 90 anni di vita iridata della gara, si possono identificare tre diversi periodi storici, dominati da una determinata nazione. Nell’anteguerra la potenza egemone è stata la Finlandia, capace di conquistare 4 dei primi sei titoli messi in palio. Nei successivi quattro decenni è stata invece la Svezia a dominare la scena, essendosi fregiata di 6 dei dodici ori iridati assegnati dal 1950 al 1989. Infine, a partire dagli anni ’90, è cominciata la dittatura della Norvegia, che ha vinto 15 delle ultime sedici staffette mondiali!

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Guardando alla storia nel suo complesso, la Norvegia comanda con 19 successi (1937, 1966, 1982, 1985, 1991, 1993, 1995, 1997, 2001, 2003, 2005, 2007, 2009, 2011, 2013, 2015, 2017, 2019, 2021), seguita dalla Svezia a 7 (1933, 1950, 1958, 1962, 1978, 1987, 1989) e dalla Finlandia a 5 (1934, 1935, 1938, 1939, 1954). Solamente quattro titoli sono usciti dall’ambito nordico. Di essi, 2 sono andati all’Unione Sovietica (1970, 1982), mentre 1 alla Germania Est (1974) e all’Austria (1999).

I più attenti avranno notato come il 1982 sia stato citato due volte. Gli appassionati conoscono bene quella gara palpitante disputata sulle sacre nevi di Holmnekollen. Sull’ultima salita il sovietico Alexander Zavyalov entrò in contatto con il norvegese Oddvar Brå, che lo stava attaccando partendo dalle sue spalle. Il russo cadde, mentre lo scandinavo proseguì con un bastone rotto. Zavyalov si rialzò e si lanciò rabbiosamente all’inseguimento di Brå, che dovette effettuare l’ultimo tratto con un bastone solo. La gara si decise in volata, con il sovietico a rimontare rispetto al norvegese. L’arrivo fu letteralmente al photofinish e, dopo averlo esaminato, si assegnò la medaglia d’oro ex aequo sia alla Norvegia che all’Unione Sovietica!

Guardando alle medaglie complessive, la supremazia norvegese è decisamente meno netta, in quanto i norsk hanno ancora la Svezia alle loro calcagna:
26 (19-3-4) – NORVEGIA
22 (7-6-9) – SVEZIA
17 (5-8-4) – FINLANDIA
8 (0-2-6) – ITALIA
7 (0-4-3) – RUSSIA
7 (2-4-1) – URSS
6 (0-4-2) – GERMANIA UNITA
3 (1-1-1) – GERMANIA EST
3 (0-0-3) – FRANCIA
2 (1-0-1) – AUSTRIA
2 (0-1-1) – CECOSLOVACCHIA

Dunque l’Italia ha conquistato ben 8 medaglie, senza però essere mai riuscita ad arpionare il metallo più pregiato. Questi, nel dettaglio, i podi iridati del movimento azzurro.
1937 – BRONZO (Giulio Girardi, Aristide Compagnoni, Silvio Confortola, Vincenzo Demetz)
1939 – BRONZO (Aristine Compagnoni, Severino Compagnoni, Goffredo Baur, Alberto Jammaron)
1966 – BRONZO (Giulio De Florian, Franco Nones, Gianfranco Stella, Franco Manfroi)
1985 – ARGENTO (Marco Albarello, Giorgio Vanzetta, Maurilio De Zolt, Giuseppe Ploner)
1993 – ARGENTO (Maurilio De Zolt, Marco Albarello, Giorgio Vanzetta, Silvio Fauner)
1995 – BRONZO (Fulvio Valbusa, Marco Albarello, Fabio Maj, Silvio Fauner)
1997 – BRONZO (Giorgio Di Centa, Silvio Fauner, Pietro Piller Cottrer, Fulvio Valbusa)
1999 – BRONZO (Giorgio Di Centa, Fabio Maj, Fulvio Valbusa, Silvio Fauner)

STAGIONE 2022-2023

Nella stagione in corso si è disputata una sola staffetta, che però non fa molto testo per tre ragioni. Primo perché molte squadre vi si sono presentate con formazioni sperimentali; secondo perché in Coppa del Mondo si gareggia su frazioni di 7,5 km e non di 10 km; terzo perché non va dimenticato come sia consentita l’iscrizione di due quartetti per Paese, a differenza di quanto accade nelle competizioni iridate.

Comunque sia, per onor di cronaca, lo scorso 5 febbraio a Dobbiaco si è imposta l’Italia (Nöckler, De Fabiani, Daprà, Pellegrino) davanti alla Svezia (Rosjö, Halfvarsson, Häggström, Anger) e alla Norvegia (Røthe, Tønseth, Krüger, Amundsen).

Foto: Fisi-Pentaphoto