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Tennis, Simone Tartarini: “Ora sto bene. Lorenzo Musetti deve evitare di fare come Shapovalov”

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Simone Tartarini

Voltare pagina e sperare che la salute assista. Con questo spirito che Lorenzo Musetti e il suo tecnico, Simone Tartarini, preparano la ripresa agonistica. Il toscano, reduce dall’amara uscita di scena nel primo turno degli Australian Open 2023, ha deciso di dedicarsi a un richiamo di preparazione di un paio di settimane prima di partire alla volta del Sudamerica dove si appresta ad affrontare il classico “swing.

CALENDARIO LORENZO MUSETTI POST AUSTRALIAN OPEN 2023

13-20 febbraio ATP250 Buenos Aires (Argentina)

20-26 febbraio ATP500 Rio de Janeiro (Brasile)

27 febbraio-5 marzo ATP250 Santiago (Cile)

Parliamo di tornei sulla terra rossa, la superficie gradita dal toscano, e dal 13 febbraio si inizierà con la serie in Argentina, a seguire Brasile e Cile. Lo scopo è quello di continuare a elevare il proprio tennis, acquisendo fiducia e, come logica conseguenza, punti in classifica. Attualmente il ranking di Musetti è lusinghiero (n.18 del mondo) e nei prossimi due mesi la scadenza di soli 170 punti può far sorridere. Per parlare di questo e anche di altro ci siamo rivolti a Tartarini, per fare il punto della situazione prima del ritorno agonistico.

Simone, bentrovato. La domanda di rito è decisamente d’obbligo, visto quanto è accaduto in Australia: come sta?

«Tutto bene, fortunatamente il problema che ho avuto a Melbourne è alle spalle, ora solo qualche acciacco di stagione e un po’ di tosse, ma siamo nella normalità».

Si è detto e scritto della sua situazione (attacco di panico) e dei possibili riflessi che ci sono stati su Musetti nella partita contro Harris. A distanza di alcune settimane quanto tutto quello che è accaduto non ha permesso a Lorenzo di esprimere il proprio miglior tennis?

«Ha sicuramente inciso perché ne sono capitate di ogni ed è un vero peccato. Nel corso della United Cup non ha certamente giocato contro tennisti fortissimi, ma colpiva davvero bene la palla e le sue sensazioni erano ottime. Aveva iniziato con un ottimo piglio anche la partita contro Tiafoe, ma quel problema alla spalla gli ha impedito di esprimersi come poteva. Gli allenamenti prima della partita contro Harris sono stati pochi e a ritmo blando e, come se non bastasse, quello che mi è accaduto… Speriamo di aver esaurito il bonus da questo punto di vista».

Si pensa alla trasferta in Sudamerica: come vi siete organizzati?

«Lorenzo partirà il 9 febbraio con il fisioterapista e alcuni miei collaboratori, io invece sarò lì qualche giorno dopo (a Buenos Aires, ndr). Lui giocherà mercoledì 15, quindi avremo modo di prepararci al meglio a un permanenza sudamericana molto lunga».

Quali sono le aspettative, Musetti ha una grande chance di salire in classifica?

«Indubbiamente, ma questo non è il solo pensiero. Il nostro lavoro è volto sempre alla crescita del suo tennis per consolidare quello che ha acquisito e continuare nel proprio percorso. In queste due settimane, dopo l’Australia, si è allenato molto bene, ma talvolta era un po’ nervoso perché non sempre le cose che vuole in campo riesce a realizzarle. Deve restare tranquillo perché per esprimere il suo 100% è necessario conservare serenità».

Sa che Lorenzo avrà gli occhi di molti anche per le sue attitudini sulla terra?

«Certo e per questo dico che sarà fondamentale avere l’atteggiamento giusto in campo perché si affronteranno avversari, abili a interpretare le condizioni sul lento. Servirà quindi anche “sporcarsi” e non vincere solo con la brillantezza».

E dopo i tornei sudamericani, ci saranno i Masters1000 di Indian Wells e di Miami: con quali prospettive?

«L’importante per Musetti sarà appunto avere ben chiaro in testa cosa fare e prestare attenzione soprattutto ai colpi di inizio gioco e al giocare progressivamente con i piedi dentro il campo. È una cosa che piano piano sta trovando, ma deve esserci continuità. Io mi auguro che, anche disputando tante partite, sappia trovare il giusto feeling con il match».

Avendo solo 170 punti come scadenza, vincere tanto potrebbe anche premiarlo no?

«Sì, ma come detto, non viviamo la classifica in maniera così ossessiva. Siamo consapevoli della sua importanza ed è un dato di fatto che, partendo da testa di serie nei tornei, abbia dei vantaggi. La nostra priorità però riguarda la crescita del suo gioco anche perché lui, avendo un tennis particolare, deve lavorare per consolidarlo».

Musetti deve evitare quello che finora ha un po’ affossato un tennista di grande qualità come Denis Shapovalov?

«Sì, il paragone ci sta ed è proprio quello che vorrei evitare che accada. Il canadese ha una manualità e uno stile di esecuzione straordinari, ma se andiamo nel concreto non ha mai raggiunto i traguardi che ci si aspettava. Noi stiamo lavorando per mettere nel tennis di Lorenzo quella sostanza necessaria per salire sempre più di livello».

Colpi di inizio gioco e servizio in particolare?

«Assolutamente sì, ormai nel tennis moderno non si può prescindere da questi fondamentali e la preparazione verte soprattutto su questi aspetti del gioco».

Chi riesce sempre a sintetizzare il tutto in maniera eccellente nel massimo circuito internazionale è Novak Djokovic. Stupito da come abbia vinto gli Australian Open?

«Direi proprio di no. Lui è un alieno ed è stato capace anche di gestire un problema fisico che c’era, non è che se lo fosse inventato come qualcuno ha detto. In questo momento, se esprime il suo livello al 100%, nessuno lo può battere, soprattutto sul cemento. Con gli altri ci si può vincere o perdere, ma con Nole la situazione è questa».

A questo punto non resta che lavorare per avvicinarsi sempre di più?

«Certo, mettendo sempre in cima alla lista alla salute, visto anche quello che mi è accaduto. Speriamo che in Sudamerica vada meglio…».

In bocca al lupo Simone!

«Crepi».

Foto: Victor Joly / Shutterstock.com