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MotoGP, Test Sepang 2023: Ducati senza rivoluzioni tecniche, esame vero per Yamaha e Honda

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Ducati MotoGP 2023

Il Motomondiale prenderà il via nel weekend del 24-26 marzo da Portimao, in Portogallo. Cionondimeno, la stagione 2023 vivrà il proprio prologo già nei prossimi giorni. Dal 10 al 12 febbraio l’autodromo di Sepang, in Malesia, sarà teatro della prima delle due sessioni di test collettivi. I piloti ufficiali faranno fisicamente la conoscenza con le nuove moto, andando alla scoperta dei mezzi con cui si sfideranno in pista sino al 26 novembre.

La novità rispetto al passato è rappresentata dal fatto che il paddock abbia un nuovo punto di riferimento tecnico, ovvero la Ducati. Non potrebbe essere altrimenti, alla luce di quanto realizzato dalla Casa di Borgo Panigale nel 2022. Al di là della conquista del titolo iridato con Francesco Bagnaia, non bisogna dimenticare come tre dei primi cinque della classifica finale del Mondiale cavalcassero una Desmosedici, moto peraltro capace di vincere 12 gare su 20.

Le Rosse a due ruote sono quindi il cosiddetto “Gold standard” a cui fare riferimento per capire il valore di ognuno. D’altronde hanno raggiunto la perfezione. Si adattano a stili di guida differenti, vanno forte su ogni circuito e in qualsiasi condizione. Non esistono più layout “pro” o “contro” Ducati. Dove le metti, vincono. Negli Stati Uniti si dice “if it works, don’t fix it”, cioè “se funziona, non cambiarlo”. Ecco perché non sono state annunciate innovazioni tecniche. Almeno per questo primo assaggio in salsa malese. Tra un mese, nella seconda sessione di test di Portimao, si vedrà.

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Situazione totalmente opposta per Honda e Yamaha. Le due Case giapponesi sono state seminate da quella italiana e, proprio per questo, non possono permettersi di restare inerti. L’Ala e i Tre Diapason non corrono in MotoGP per fare da comprimarie. Di conseguenza, Sepang si annuncia già un primo banco di prova per l’ultima versione della RC213V e della M1.

A Iwata sono si sono decisi a reagire, ingaggiando l’ingegner Luca Marmorini per rivitalizzare quel motore che tanto ha fatto penare Fabio Quartararo nel 2022. Non si sono cercati solo i cavalli, però. Si è lavorato anche sull’aerodinamica, a dimostrazione di come Yamaha abbia realizzato di essersi assopita sugli allori del 2021.

Quantomeno, la M1 ha una base solida da cui ripartire. Non si può dire altrettanto della RC213V, che nel 2022 ha completamente perso la trebisonda. Le ripetute assenze di Marc Marquez hanno indubbiamente contribuito ad acuire i problemi, ma tutto non va ricondotto alle disgrazie fisiche dell’iberico. È un dato di fatto come Honda si sia smarrita all’interno di una jungla fatta di errori sul piano tecnico e caotici organigrammi interni.

Chissà come si dice “l’è tutto sbagliato, l’è tutto da rifare” dalle parti di Cervera. Però questa la frase che ha idealmente pronunciato MM93 a ingegneri e manager dell’Ala nell’autunno scorso. Honda è costretta a ripartire da capo. Tornare vincente in tempi rapidi contro questa Ducati e una Yamaha oltremodo determinata, proprio semplice non sarà. Cionondimeno una titana come HRC non ha nessuna intenzione di fare la figura della “gigantessa dai piedi d’argilla”. Aspettiamoci, dunque, una reazione. Anche perché Honda può ancora contare sul miglior pilota del mondo, fisico permettendo.

Foto: MotoGPpress.com