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‘Maurizio racconta…’: la settimana quasi perfetta dell’Italia. Antonio Tiberi inizia a farsi notare

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Antonio Tiberi

VOTO ALLA SETTIMANA DELL’ITALIA: 9,5

Senza dubbio una settimana con molte “prime volte” storiche per il Bel Paese, come ad esempio il primo titolo mondiale nello skicross freestyle maschile, con Simone Deromedis a Bakuriani (Georgia). Già quinto ai giochi di Pechino 2022, il 22enne ha sfoggiato sprazzi della sua immensa classe in una Big Final dominata e che ci fa sognare in ottica Milano-Cortina 2026, perché tutta la squadra sta crescendo in maniera esponenziale e il bronzo del team mixed (con Federico Tomasoni e Jole Galli), oltre al sesto posto dello stesso Tomasoni, lo dimostrano. Come la prima volta nel doppio femminile di slittino con Voetter-Oberhofer, oltre all’impresa di Dominik Fischnaller che ha riportato in Italia la sfera di cristallo nell’individuale maschile dodici anni dopo Armin Zoeggeler: ha dell’incredibile il fatto che, nonostante la mancanza di un budello in suolo italico e del gap tecnologico con la Germania in questa disciplina, siamo riusciti a conquistare due sfere di cristallo generali. Solo il Bel Paese è capace di simili imprese sportive. “Prima” storica anche nella break dance italiana, disciplina che esordirà a Parigi 2024, dove saliamo sul podio con ‘Anti’ (Antilai Sandrini) nella prima tappa di qualificazione delle Gold World Series in Giappone. La scherma, da sempre nostra miniera, ci porta altre soddisfazioni con tre podi a squadre e quattro metalli individuali: le vittorie questa volta sono di Martina Favaretto e delle fiorettiste. I Mondiali di sci nordico ci hanno portato in dote la prima medaglia da una stratosferica coppia DeFabiani-Pellegrino nella team sprint a tecnica libera, capaci di mettere paura persino all’alieno Klaebo: sarà il preludio per una grande staffetta nei prossimi giorni? Arrivano anche cinque podi dalla World Cup di Ginnastica Artistica da Cottbus, con una sempre più convincente Alice D’Amato sugli staggi: sento profumo di metallo “nobile” a Cinque Cerchi in questo attrezzo. Belle vittorie anche di Sofia Goggia in discesa a Crans Montana (coppetta ipotecata), di Camila Giorgi nell’open di Merida (quarto trofeo WTA in carriera) e di Dalma Caneva nel Ranking series di lotta. La bella vittoria dei ragazzi terribili di Pozzecco sulla Spagna campione d’Europa e del mondo è stata la ciliegina sulla torta di una settimana da urlo in casa Italia.

ANTONIO TIBERI INIZIA A FARSI VEDERE NELLE BREVI CORSE A TAPPE

Cosa farà da grande Antonio Tiberi? I primi due mesi di questa stagione farebbero pensare a una definitiva scelta per le corse a tappe: ottavo nella generale al Tour Down Under d’inizio anno, ora settimo in classifica nell’appena concluso UAE Tour con un distacco di 2’33” da Remco Evenepoel. Bisognerà aspettare i grandi giri di tre settimane, ma per ora il classe 2001 sta scalando rapidamente le gerarchie nella Trek-Segafredo. Il ciociaro (campione mondiale juniores a cronometro nel 2019) dice di prediligere le corse con salite lunghe e non troppo dure dove può impostare e tenere un bel passo, proprio quello dei cronomen. Così il lavoro viene attualmente impostato per coniugare resistenza in salita e potenza nelle cronometro. Dunque non il prototipo del cacciatore da Classiche del Nord, per capirci, ma del potenziale leader da grandi giri. Il primo anno di apprendistato era stato assieme al suo idolo Vincenzo Nibali, e avere un capo staff italiano (con il ds Luca Guercilena), oltre a diversi compagni del Bel Paese (Ciccone, Cataldo, Baroncini) nel team, sta contribuendo di sicuro alla sua crescita. Infatti, il quasi 22enne è stato ingaggiato molto giovane (19enne) per effettuare un percorso di crescita graduale, alzando leggermente l’asticella ogni anno per non mettergli ulteriori pressioni: ricordiamo il discorso fatto in altre occasioni sui corridori nostrani, non precoci come Pogacar o Evenepoel. Dunque diamo tempo al tempo. Ora si pensa di fargli disputare altre due corse a tappe brevi (forse la Tirreno-Adriatico e di sicuro la Settimana Coppi&Bartali), per poi decidere se schierarlo al Giro d’Italia o se ripetere l’esperienza dello scorso anno alla Vuelta. Tutti lo aspettiamo: sarà lui l’erede dello squalo di Messina?

Maurizio Contino

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Foto: Jacob Kennison / Trek Segafredo