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Ciclismo

Ciclismo: Bagioli e Milan speranze da classica per un’Italia che per ora fa ancora fatica

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Dopo l’inizio di stagione più che positivo per l’Italia e gli italiani, gli ultimi sette giorni del ciclismo maschile hanno leggermente “riportato sulla terra” le aspettative degli spettatori e degli appassionati della nostra penisola, nonostante qualche risultato e qualche prestazione che lasciano sperare.

Di vittoria ne è arrivata una sola, quella di Manuele Tarozzi nella settima frazione del Tour du Rwanda, una corsa che è sicuramente in grande crescita, ma che non rappresenta ancora un banco di prova del massimo livello. Dunque nella settimana in cui l’UAE Tour ci ha mostrato grandi scontri tra i migliori velocisti al mondo, ed in cui sono iniziate le classiche del nord, l’Italia è purtroppo tornata poco più di una comparsa.

Il risultato di maggiore prestigio lo porta a casa Davide Ballerini con un sesto posto alla Omloop Het Nieuwsblad, coadiuvato per giunta dall’ottava piazza di Andrea Pasqualon. I due però non sono mai stati realmente nella contesa per la vittoria della corsa, nè hanno mai recitato un ruolo da protagonisti. Chi invece ha mostrato il suo potenziale, pur pagando poi nel finale è Jonathan Milan. Il corridore della Bahrain ha mostrato tutto il suo talento, ma anche tutta la sua inesperienza e forse anche la mancanza di fondo per un atleta comunque abituato a dare il meglio in pista. L’impressione data, nel tentativo di rimanere insieme ad un inarrestabile Dylan Van Baarle, è quella di un corridore che in futuro potrà lottare per risultati importati su questi terreni.

Chi dovrà assolutamente puntare a risultati importanti è Andrea Bagioli. L’italiano della Soudal Quick-Step ha centrato un podio alla Faun Drome Classic, sembrando per lunghi tratti il favorito numero uno per la vittoria. Poi Anthony Perez ha portato a termine un numero di alta scuola, aiutato anche da scelte tattiche sbagliate di chi inseguiva. La strada è chiara per Bagioli: nelle classiche delle Ardenne (o similari), nel caso in cui l’indiscusso capitano Julian Alaphilippe non dovesse essere al meglio, lui deve essere una risorsa importante per la sua squadra.

Risposte timidamente positive anche da Antonio Tiberi che, all’UAE Tour, è riuscito a rimanere tra i migliori in entrambi gli arrivi in salita, chiudendo con un settimo posto a Jebel Hafeet. La concorrenza tra gli scalatori non era certo eccelsa, ma se aspettavamo segnali dal 21enne, il settimo posto nella generale può essere letto con ottimismo. Non pervenuto Elia Viviani in volata negli Emirati, mentre Lorenzo Fortunato in Galizia al Gran Camiño ha confermato le solite sensazioni: se in salita riesce ad esprimersi anche piuttosto bene, a cronometro è estremamente in difficoltà, chiudendo la generale fuori dalla top10.

Foto: LaPresse