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Biathlon

Biathlon, le pagelle di oggi: Italia favolosa nella staffetta femminile, buonissima prova di Giacomel al maschile

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Lisa Vittozzi

Ai Mondiali 2023 di biathlon si sono disputate oggi le due staffette a squadre e le emozioni non sono di certo mancate. In particolare, per l’Italia è stata una giornata storica, visto che è arrivata la prima medaglia d’oro di sempre in una staffetta femminile di una rassegna iridata. In campo maschile il metallo più pregiato è stato conquistato dalla Francia, con il Bel Paese che è invece arrivato settimo. Qui di seguito le pagelle di oggi. 

STAFFETTA MASCHILE

Didier Bionaz, 6,5: apre la gara dell’Italia con una frazione sufficiente, ma non perfetta. Pesano infatti un po’ le tre ricariche complessive utilizzate e il ritmo non proprio altissimo nell’ultimo giro che costringono l’azzurro a dare il cambio in nona posizione a quasi 50” dalla vetta.

Tommaso Giacomel, 8: gestisce con grande maturità il poligono in piedi in una situazione di vento fortissimo, in cui tanti atleti sbagliano e perdono molto terreno. Mantiene poi anche un buon passo sugli sci e il terzo posto al cambio è un qualcosa di molto positivo.

Elia Zeni-Lukas Hofer, 6,5: usano forse qualche ricarica di troppo al poligono (soprattutto Zeni con cinque), ma le loro prove non sono di certo da buttare e permettono all’Italia di chiudere comunque con una buona settima posizione.

Francia, 9: quelli che brillano di più sono Antonin Guigonnat e Quentin Fillon Maillet, ma anche Fabien Claude e Emilien Jacquelin (nonostante qualche difficoltà di troppo al poligono e sugli sci nell’ultimo giro) meritano applausi per esser rimasti al comando della gara. Battere questa Norvegia era davvero un qualcosa di quasi inimmaginabile, e invece grazie a una prestazione molto solida l’impresa è stata compiuta. Oro meritato.

Vetle Sjaastad Christiansen, 4,5: sbaglia proprio l’approccio alla prova odierna e con una prestazione molto negativa sia al poligono sia sugli sci mette subito in grande salita la gara per la sua Norvegia. Poi i compagni riescono fortunatamente a recuperare posizioni, ma i 59” persi nella sua frazione si fanno successivamente sentire eccome nella lotta per l’oro.

Sturla Holm Lægreid-Tarjei Boe, 5,5: il vento oggi di certo non ha aiutato, ma i giri di penalità per i troppi errori in piedi pesano tanto. È anche colpa loro se oggi la Norvegia non ha conquistato il metallo più pregiato.

Johannes Boe, 6,5: prestazione umana del dominatore incontrastato di questa stagione. Il classe 1993 prova a dare tutto per recuperare quasi 40” su Quentin Fillon Maillet, ma le tre ricariche al primo poligono complicano tutto e poi, dopo lo zero veloce del rivale nella sessione in piedi, non basta più il 5/5 rapido nella seconda serie. Niente sesta medaglia d’oro in sei gare dunque per J. Boe in questa rassegna iridata.

Martin Ponsiluoma, 7: con una buonissima prestazione (da segnalare la sola ricarica utilizzata in piedi in un momento di vento fortissimo) riporta in gara la Svezia dopo una prima frazione disastrosa di Peppe Femling (voto 4). Il classe 1995 recupera infatti dalla 18ma alla quarta posizione, prima di lasciare spazio a Jesper Nelin e Sebastian Samuelsson.

Jonas Marecek, 5: con i due giri di penalità nel settimo poligono manda all’aria una prova fino a quel momento clamorosa della Repubblica Ceca (voto di squadra 8,5). Alla fine arriva comunque un buon quarto posto, ma senza i tanti errori a terra sarebbe potuta arrivare una medaglia.

STAFFETTA FEMMINILE

Samuela Comola, 9,5: dopo il quarto posto straordinario nell’individuale, con il 20/20 al poligono, la classe 1998 trova anche tutti i bersagli odierni e permette all’Italia di chiudere la prima frazione in seconda posizione, dietro soltanto alla Svezia per 5”7.

Dorothea Wierer, 9,5: la sua prova non inizia nei migliori dei modi, vista la caduta nel primo giro, ma poi appena arriva il poligono la nativa di Brunico tira fuori tutto il suo talento e prima con lo zero a terra e poi con una sola ricarica utilizzata in piedi trascina l’Italia al primo posto al secondo cambio.

Hannah Auchentaller, 9,5: la carta d’identità dice 21 anni, 22 a fine marzo, ma la lucidità e la capacità di lettura della gara di oggi ci fanno capire la grandissima intelligenza di questa ragazza. Non si fa intimorire dal ritorno nel primo giro di Chloe Chevalier, bensì gestisce le energie per affrontare al meglio il poligono. Il risultato è uno spettacolare 5/5 anche grazie a una correzione alla sua carabina effettuata tra il primo e secondo colpo. Discorso abbastanza simile poi anche nel secondo giro, con Auchentaller che non spreca troppe forze sugli sci e successivamente usa solo una ricarica in piedi, facendo il vuoto sulle altre. L’azzurra chiude così la terza frazione in prima piazza e permette a Vittozzi di partire dalla miglior posizione possibile.

Lisa Vittozzi, 10: chiude la staffetta azzurra con una frazione che rimarrà probabilmente nella storia del biathlon italiano. Merita mezzo in voto in più delle compagne per l’ultimo grande poligono, affrontato con una grandissima maturità nonostante la pressione di avere la tedesca Denise Hermann al suo fianco. Dopo l’oro mancato di un soffio nell’individuale, la sappadina può ora gioire per il suo primo trionfo in un Mondiale.

Sophia Schneider, 7: grazie a un’ottima terza frazione riporta la Germania a ridosso dell’Italia prima di passare il testimone a Denise Herrmann.

Denise Herrmann-Wick, 7: nonostante perda lo scontro all’ultimo poligono contro una scatenata Lisa Vittozzi, la sua prova è sicuramente molto solida e vale un voto positivo.

Anna Magnusson, 5: che non fosse la più forte delle frazioniste svedesi lo si sapeva già, ma quei due giri di penalità dopo la crisi nel poligono in piedi non ci volevano proprio. Passa dalla prima alla quarta posizione, e costringe dunque le sue compagne a inseguire.

Hanna Oeberg, 6,5: prende il “testimone” dalla sorella Elvira (voto 6,5 al ritorno in gara dopo l’influenza) e con una frazione abbastanza solida (due ricariche utilizzate a terra e due in piedi) mantiene la Svezia in terza posizione fino alla fine. 

Anais Chevalier, 5: il suo primo giro fa pensare a una frazione grandiosa, poi però in piedi arrivano le difficoltà e la francese è dunque costretta a compiere una tornata di penalità che poi pesa sul proseguimento della gara.

Chloe Chevalier, 5: inizia la sua prova con un ritmo pazzesco, ma poi al poligono paga a caro prezzo i troppi sforzi fisici sugli sci. Lettura completamente sbagliata della gara.

Julia Simon, 5,5: la sua condizione non è parsa al top e 45” persi rispetto a Lisa Vittozzi (considerando il tempo di frazione) non sono di certo pochi. Vedremo se l’attuale leader della Coppa del Mondo riuscirà a recuperare in tempo per la mass start di domani.

Ingrid Landmark Tandrevold, 4: compromette completamente la gara della Norvegia con addirittura tre giri di penalità nel poligono in piedi. Giornata da dimenticare per la classe 1996.

Foto: Pentaphoto

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