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Diego Nargiso: “Sinner e Berrettini hanno il tennis, ora serve la costanza. Djokovic resta superiore a tutti”

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Un 2023 importante. Non è una novità quando nel tennis maschile si cambia la guardia. Sì, perché quanto è stato fatto e si sta facendo porta alla constatazione che questo passaggio di consegne sia decisamente lento. Merito o “colpa” di fenomeni assoluti, unici nel loro genere. Roger Federer, Rafael Nadal e Novak Djokovic hanno queste caratteristiche.

Come è noto, l’asso svizzero ha deciso nel 2022 di dire basta, lasciando il mondo della specialità con racchetta e pallina nella Laver Cup a Londra in una competizione dall’alta carica emotiva. Rimangono Nadal e Djokovic e nei fatti si è reduci da due vittorie Slam (Australian Open e Roland Garros) firmate dal maiorchino e da una dal serbo (Wimbledon).

Solo l’iberico Carlos Alcaraz, a New York, ha interrotto la serie vincente nei Major dei soliti noti e non a caso il funambolico ragazzo originario di Murcia (che ha dato forfait per gli Australian Open a causa di un problema muscolare) è n.1 del mondo, il più giovane della storia del tennis. Vero è che dietro quel successo alcune circostanze favorevoli ci sono state, tra cui soprattutto la mancata presenza di Nole per la questione “vaccino anti-Covid”. In questo ragionamento gli italiani, in primis Matteo Berrettini, Jannik Sinner e Lorenzo Musetti, come andranno a collocarsi? Per analizzare tutto questo ci siamo rivolti a chi di tennis ne ha “masticato” tanto e continua a farlo con passione e competenza, ovvero Diego Nargiso.

Diego, inizia un nuovo anno e la domanda è la seguente: ci sarà il cambio della guardia?

Sinceramente non me lo aspetto. È vero che Alcaraz parte da n.1 del mondo, ma è altrettanto vero che Djokovic, con pochi tornei disputati, ha chiuso da n.5 e quasi completamente dominato gli ultimi mesi del 2022. Sinceramente, io vedo ancora il serbo di un altro pianeta e penso lo dimostrerà agli Australian Open, dove vanta una storia di vittorie molto lunga“.

Già, nove successi sono qualcosa di straordinario. Niente passaggio di consegne quindi?

Per il momento credo di no, magari andando avanti già in questo 2023 qualche sorpresa in più potremmo vederla. La questione è semplice: il susseguirsi dei tornei è incessante e non è facile per nessuno avere un rendimento costantemente alto. Per questo io credo che l’inevitabile difficoltà che Djokovic e soprattutto Nadal dovranno affrontare sarà legata proprio a questo concetto, da associare alla loro età“.

Si può dire quindi che più il tempo che gli avversari batterà questi fuoriclasse?

Per il livello che questi giocatori hanno espresso e sanno esprimere, direi di sì“.

Dunque dobbiamo valutare il primato attuale di Carlos Alcaraz come dovuto più alle circostanze?

In parte è così perché, come detto, Djokovic per scelte sue non ha potuto partecipare a due Slam (Australian Open e US Open) e a Wimbledon i punti non sono stati assegnati per i motivi che sappiamo. Tuttavia, Alcaraz credo sia il giocatore che ha vinto più partite e, oltre allo Slam, si è aggiudicato due Masters1000 e in uno di questi ha battuto anche Nole. Parliamo di un tennista straordinario, però io credo che se il serbo è al massimo sia superiore“.

Veniamo al capitolo italiani: il tennis in cerca di nuovi padroni e i nostri Berrettini e Sinner spesso ai box. Sfortuna o qualcosa da registrare c’è?

Entrambe le cose. Sinceramente eravamo già a conoscenza del fatto che Matteo (Berrettini, ndr) fosse un po’ cagionevole perché è la sua storia agonistica a parlare chiaro. Di conseguenza, non è semplice trovare un modo per prevenire certi problemi e avere continuità. Tuttavia, io sono fiducioso che, conoscendo sempre meglio il proprio corpo, Berrettini sappia cosa fare e anche come programmare meglio la sua annata. Per quanto riguarda Jannik (Sinner, ndr), io non penso che valga lo stesso discorso perché nel 2021 aveva disputato più di 70 partite. Probabilmente c’è stata un po’ di malasorte e i tanti cambiamenti anche di gestione tecnica e fisica vanno assorbiti“.

Sarà per questo un 2023 importante sia per Sinner che per Berrettini?

Sì perché hanno dimostrato entrambi di avere un livello da top-10 e di essere in grado di andare avanti nei Major, ma è necessario capire se avranno la continuità di rendimento adeguata per potersi spingere oltre anche dal punto di vista fisico/atletico. Il tennis c’è, ma sarà necessario esprimerlo con costanza e con tutta una serie di infortuni diventa difficile riuscire a esprimersi al top“.

Lo stesso ragionamento, sulla continuità, può valere per Lorenzo Musetti, autore di una chiusura di 2022 molto convincente?

La crescita di Musetti non mi sorprende perché le sue qualità sono sotto gli occhi di tutti. È un discorso mentale nel quale Lorenzo ha dovuto comprendere come adattarsi alle varie condizioni di gioco. Condivido per questo la scelta di Simone Tartarini (suo tecnico, ndr) di fargli giocare all’inizio del 2022 tornei sul cemento piuttosto che sulla terra rossa sudamericana in chiave “formativa”. Questo percorso gli è stato utile, ma penso che il punto di svolta sia stato ad Amburgo dove ha battuto Alcaraz e compreso di potersela giocare davvero con tutti“.

A questo punto, per lui, l’obiettivo sarà fare meglio a livello Slam?

Sì, penso che sia proprio questo il target. Spingersi il più avanti possibile in un Major è molto importante per lui e le sue ambizioni. Conoscendo Lorenzo e il suo allenatore, l’ obiettivo sarà quello di testarsi nello Slam e di disputare più partite possibili proprio per acquisire quell’esperienza tale da fare la differenza anche in altri tornei“.

Un po’ come crearsi degli anticorpi?

Esattamente. Il Major, per l’impostazione al meglio dei cinque set, è un qualcosa di diverso rispetto a quello che accade nei tornei canonici. Di conseguenza per Musetti sarà importante, oltre che ovviamente fare bene nei Masters1000 e nel resto della stagione“.

Chiudiamo con la Coppa Davis. Questa squadra la potrà finalmente vincere e a Malaga è stata un’occasione sprecata?

Parto dalla fine. Non credo sia stata un’occasione sprecata perché, oggettivamente, non c’eravamo presentati al meglio delle nostre possibilità, considerata l’assenza del nostro n.1 (Sinner, ndr) e un Berrettini a mezzo servizio, anche meno. Di conseguenza, si è fatto il massimo con quello che si aveva. Le scelte di Volandri, per quanto ho letto, sono state oggetto di una critica un po’ esagerata. Purtroppo la catena di infortuni del 2022 si è presentata puntuale anche in quella sede e io credo che quella scelta sia stata condivisa dal gruppo, cioè il fatto di far giocare Matteo in doppio con Fognini. Non è andata bene, ma ci si riproverà perché le qualità della squadra non sono in discussione“.

Foto: LaPresse