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Claudio Rossetto spiega i segreti del nuoto italiano: “Con le donne in passato un errore è stato fatto”

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Claudio Rossetto

Questione di metodo e di organizzazione. La domanda è la seguente: come ha fatto l’Italia a diventare una delle prime tre/quattro squadre più forti del nuoto al mondo? I riscontri nei medaglieri delle ultime rassegne internazionali parlano chiaro al pari della bontà delle prestazioni ottenute, soprattutto a livello maschile. E quindi ci si chiede quale sia il segreto.

A svelare “l’arcano” è stato Claudio Rossetto, tra i più esperti e competenti tecnici della Nazionale italiana di nuoto, coach in passato di uno dei più grandi campioni della storia della disciplina tricolore, Filippo Magnini. Nel corso dell’ultima puntata di Swim2U, su Sport2U in collaborazione con OA Sport, condotta da Enrico Spada e da Aglaia Pezzato, Rossetto ha precisato alcuni punti importanti.

In primis, il tecnico nostrano ha spiegato il fenomeno ‘nuoto italiano’: “Per capire da dove tutto sia iniziato, bisogna risalire alle Olimpiadi di Sydney del 2000. In quel contesto qualcosa di diverso è cambiato e si sono create le basi per far partire tutto quello che si è visto. Certo, ora c’è una profondità di squadra superiore, oltre ai campioni, di conseguenza il livello soprattutto tra gli uomini è molto alto“.

E quindi questa base si è creata partendo da quel risultato, ma lavorando anche su altri aspetti: “Nel corso del tempo tutto si è evoluto: dai tecnici sempre più aggiornati, alle possibilità di cambiare da parte degli atleti, ben supportati dalla Federazione. La FIN investe molto in questo, considerando i collegiali che facciamo ogni anno, volti a favorire l’interazione tra noi e la crescita del movimento. Questo, in passato, non era sempre possibile, specialmente parlando degli spostamenti che nuotatori o nuotatrici facevano che potevano non essere ideali. Sotto questo profilo, si sono compiuti dei grandi passi in avanti”.

Rossetto si è poi soffermato sulla cura del suo settore, la velocità: “In questo momento, a differenza del passato, abbiamo una serie di atleti che ci consentono di avere prestazioni eccellenti. Al di là di Alessandro Miressi e di Thomas Ceccon, altri nuotatori hanno fatto vedere cose interessanti, per cui entrare a far parte del quartetto della 4×100 sl non è assolutamente facile“.

La curiosità viene spontanea e coincide con il chiedersi che cosa impedisca alle donne di ottenere gli stessi risultati degli uomini, aspetto che si è accentuato con il ritiro di Federica Pellegrini: “C’è da dire che anche quando c’era Federica, la 4×100 sl in vasca lunga delle donne non ha mai replicato gli stessi riscontri degli uomini. In generale, io credo, abbiamo un problema nella gestione delle ragazze rispetto ai maschi. Nel senso che si è abituati a pensare che lo sviluppo sia lo stesso tra uomini e donne, quando non è così. Una nuotatrice a 16 anni non è la stessa cosa di un nuotatore a quella età perché la femmina ha una maturazione fisica in tempi diversi e anticipata rispetto al maschio. A mio parere noi non siamo abituati ad analizzare questa differenza e anche nel rapporto tra allenatore e ragazza non è facile perché si tende a fare dei ragionamenti sulla gioventù dell’atleta quando non è così“.

Si pungola Rossetto, comunque, sul fatto che a livello giovanile si siano viste delle atlete interessanti: “Sì, c’è del fermento, come anche si è notato agli Eurojunior in Romania. L’obiettivo in vista delle Olimpiadi sarà quello di arrivare in Finale con tutte le staffette del programma e di conseguenza mi auguro che il nuovo progetto della 4×100 sl donne, che Cesare Butini (Direttore Tecnico della Nazionale ndr) sta promuovendo, dia i suoi frutti“.

E quindi in vista dei Mondiali e ancor più delle Olimpiadi, i target sono chiari: “Confermare gli standard alti che si sono evidenziati nelle ultime competizioni e, se possibile, continuare a crescere. Ci auguriamo anche di recuperare Lorenzo Zazzeri che ha ripreso ad allenarsi, essendo lui uno dei componenti che sono andati a medaglia anche alle Olimpiadi di Tokyo“.

VIDEO: L’INTERVISTA A CLAUDIO ROSSETTO

Foto: LaPresse