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Biathlon, Italia con tre podi in più dopo Pokljuka: niente Bellerofonte ad abbattere la Chimera, ma si può sorridere

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Dorothea Wierer

Si è ripreso a fare sul serio su sci stretti e con la carabina in questo 2023. Sulle nevi di Pokljuka (Slovenia) è andata in scena la quarta tappa della Coppa del Mondo di biathlon e alcune conferme sono arrivate. In primis, colui che fa di nome Johannes Thignes e di cognome Boe ha sempre più le vesti del Cannabile. Back-to-back strepitoso al Pokljuka Biatlonski stadion e sprint e inseguimento conquistati in carrozza con numeri a sostegno notevolissimi: settima affermazione stagionale nella singola prova; 32ma nella sprint e 15ma nella pursuit in carriera.

Siamo a quota 62 centri in gare di primo livello e i podi, solo parlando di specialità individuali, sono 120. Non sorprende che in questo round i rivali abbiano fatto fatica a leggere la “targa”, considerando i 779 punti accumulati in classifica generale e il vantaggio nei confronti del connazionale Sturla Holm Laegreid (675 punti) e del francese Quentin Fillon Maillet (377 punti).

Sul versante femminile la svedese Elvira Oeberg si è messa in modalità “Copia&Incolla” di Boe e la doppietta sprint-inseguimento è stata servita. Un’atleta sempre più matura Oeberg, che litiga meno al poligono, considerando lo zero strepitoso nell’inseguimento e l’eccellente gestione dello sforzo sugli sci. A differenza però di quanto accade al maschile, qui la leader è un’altra e si chiama Julia Simon. La francese non ha vinto, vero, ma nei fatti è giunta seconda nella sprint e terza nella pursuit. Tradotto: grande costanza di rendimento e Coppa del Mondo che potrebbe essere la rappresentazione di un duello, visti i 31 punti di distacco della svedese da Simon. Non essendoci più il sistema degli scarti, si dovrà massimizzare la prestazione.

E l’Italia? Si sperava nell’agire di un Bellerofonte azzurro, capace di abbattere la Chimera. Mission Impossible perché le vittorie raccolte dal Bel Paese sono state zero e il tabù Pokljuka resta. Tuttavia, ci sono validi motivi per cui poter uscire di scena da questo appuntamento con il sorriso e partiamo da chi continua a ribadire di essere una campionessa, ovvero Dorothea Wierer.

L’altoatesina sta registrando i propri “meccanismi” e al poligono si inizia a trovare continuità. Lo zero nella sprint (terza nella classifica definitiva) e l’unico errore nella pursuit (seconda nella graduatoria definitiva) evidenziano che il feeling con il tiro sia in crescita. Segnali buoni perché, anche qui snocciolando alcune statistiche, si può affermare quanto segue:

  • Terzo podio stagionale
  • 16 podi in gare di primo livello nella sprint
  • 19 podi in gare di primo livello nell’inseguimento
  • 47 podi in gare di primo livello nel computo complessivo
  • Non si registravano due podi consecutivi sprint-inseguimento dalla tappa di Hochfilzen (Austria) del 2018 per lei.

Non sorprende, quindi, che le sue quotazioni siano in ascesa e la stessa graduatoria generale di Coppa del Mondo la vada a premiare con il quinto posto e la terza piazza della tedesca Denise Herrmann-Wick a 21 lunghezze. Vedremo se per Wierer si è solo all’inizio della scalata.

Altro aspetto positivo di questa tappa è il dato di un Tommaso Giacomel sempre più convincente. Il ragazzo trentino sugli sci quest’anno va forte, lo si era già notato, ma nel tiro mancavano le percentuali adeguate per ambire alle posizioni di prestigio. In Slovenia i bersagli centrati nelle serie a terra certificano un’evoluzione, mentre c’è da rivedere qualcosa in piedi. Conclusione: sesto posto nella sprint e quinto nell’inseguimento, in lizza per la top-3 in entrambi i casi.

Che Giacomel sia sempre più una realtà lo si è compreso anche nella prestazione della staffetta mixed, giunta seconda alle spalle della Francia dove, ovviamente, anche Didier Bionaz e Lisa Vittozzi hanno dato un contributo importante. Chiudendo proprio sulla sappadina, c’è da cancellare la prestazione della sprint (4+2 errori nel tiro) e quel disastroso poligono a terra, cosa che l’azzurra ha fatto in maniera brillante nella prova a squadre. Si attendono conferme a Ruhpolding (Germania), sede del prossimo round, perché se è vero che l’obiettivo Sfera di cristallo si è allontanato per le azzurre, nello stesso tempo in ottica Mondiali di Oberhof si può pensare in grande.

Foto: LiveMedia/Florian Frison/DPPI