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Calcio, il Marocco annulla il Tiki-Taka della Spagna: un sistema di gioco ormai obsoleto?

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Signore e signori, si è fatta la storia all’Education City Stadium di Al Rayyan, nei pressi della capitale qatariota Doha. I Mondiali 2022 di calcio sono stati teatri dell’impresa del Marocco che, grazie alla vittoria per 3-0 dopo i calci di rigore, ha eliminato la Spagna e ottenuto per la prima volta la qualificazione ai quarti di finale di una rassegna iridata, prima di un Paese arabo della storia capace di spingersi fino a questo punto.

Marocchini dunque al settimo cielo e iberici invece a dover masticare amaro. Una prestazione decisamente al di sotto delle aspettative da parte degli uomini di Luis Enrique, favoriti della vigilia contro una compagine che, dal punto di vista tecnico, paga non poco nel confronto diretto con le Furie Rosse.

Ma cosa non ha funzionato? L’insistito possesso di palla con Asensio, punta centrale, assistito da Dani Olmo, Ferran Torres, Pedri e Gavi non ha dato i frutti sperati per una rapidità di esecuzione deficitaria ed essenziale per trovare dei varchi nell’organizzata retroguardia avversaria.

In altre parole, il Tiki Taka, sistema di gioco iberico basato su una fitta rete di passaggi volto a sbaragliare la squadra avversaria, mancava di una componente essenziale. Oltre a ciò, anche la capacità di recuperare palla da parte degli spagnoli non è stata all’altezza di quanto messo in mostra da selezioni che nel passato non davano modo alle compagini rivali di “respirare”.

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Quanto visto stasera è stato più un esercizio di stile con il 77% di possesso palla e solo 2 tiri nello specchio della porta rispetto ai 3 del Marocco, che in contropiede è stato assai insidioso più di una volta. Al di là del palo colpito da Pablo Sarabia negli ultimi scampoli del match, nei supplementari, il controllo del gioco delle Furie Rosse è stato decisamente sterile. Un aspetto su cui CT e giocatori dovranno riflettere.

Foto: LaPresse