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Tennis, Simone Tartarini: “Musetti al top a 23-24 anni. Ha cambiato il servizio, nel 2023 andrà in Sud America”

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Mettere insieme i pezzi del puzzle. Lorenzo Musetti è ancora in una condizione da “lavori in corso”, ma la classifica mondiale del tennis gli sorride assai. Questa settimana è cominciata con il toscano n.28 del ranking ATP e l’intenzione è quella di consolidare la sua top-30 nel torneo di Firenze.

Un evento molto particolare per lui che, da toscano, ha voglia di fare bene davanti a parenti e ad amici. Come al solito, a osservare con grande attenzione le sue prestazioni sarà il proprio tecnico Simone Tartarini.

Un percorso fatto di piccoli step in avanti per il carrarino e i cui traguardi sono prestigiosi. Tartarini, in esclusiva per OA Sport, ha fatto il punto della situazione e analizzato anche quello che sarà il futuro prossimo del suo allievo.

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Tartarini, si esordisce a Firenze dal secondo turno. Quali sono le sensazioni?

Lorenzo (MusettI, ndr) sta bene. Siamo a Firenze già da qualche giorno per lavorare sul campo: una superficie abbastanza lenta che non ci dispiace. Ricordando quanto ha fatto in Coppa Davis su un campo simile, ci auguriamo possa esprimersi allo stesso livello“.

Si gioca indoor e ci sarà da affrontare Bernabé Zapata Miralles che ha sconfitto Lorenzo Sonego. Un giocatore da temere?

E’ un tennista molto solido che può sfruttare a proprio vantaggio la lentezza del campo, per avere il tempo giusto di imprimere forza alla palla. Bisognerà fare molta attenzione“.

Una partita che richiederà consistenza. Lorenzo nelle ultime uscite è apparso migliorato soprattutto nel rendimento al servizio e nei colpi sia in uscita dalla battuta che in risposta. E’ più un percorso tecnico o mentale?

Mentale perché lui tecnicamente sa giocare sul cemento, anche indoor. Il suo problema è che non ama troppo il colpo risolutivo dopo pochi scambi e ha un’attitudine più alla manovra. Per questo già da un po’ di tempo stiamo lavorando per avere più punti su pochi colpi“.

Lo stesso ragionamento vale anche per la risposta?

Sì, è un percorso che stiamo facendo e a lungo termine. Contrariamente a chi vuol mettergli pressione nell’ottenere tutto e subito, il mio obiettivo è quello di arrivare a una piena maturazione a 23/24 anni. Lui ne ha ancora 20 ed è già n.28 del mondo, per cui non ci si può lamentare“.

Come ha inciso, in tutto questo, il successo di Amburgo contro Carlos Alcaraz in Finale ad Amburgo?

Sinceramente quella è stata una sorta di liberazione. Lui sentiva la pressione delle attese e di chi parlava un po’ troppo sul suo conto. L’aver vinto quel torneo gli ha dato maggiore tranquillità negli allenamenti ed è l’aspetto su cui è migliorato maggiormente. Questo, ovviamente, non significa vincere tutte le partite, visto che ha ancora degli alti e bassi frutto di un tennis in costruzione“.

Tartarini, la domanda sorge spontanea: il fatto che Musetti sia in grado di fare il punto in tanti modi può essere una difficoltà nel trovare la sintesi? 

“É assolutamente così. Dobbiamo un po’ mettere insieme tutti i pezzi e per fare questo ci vuole tempo. Abbiamo parlato del servizio. Ho deciso di cambiare in maniera importante la posizione dei piedi nel periodo di Wimbledon perché il movimento precedente non mi piaceva. Ora incominciamo a raccogliere i frutti e a Sofia qualcosa si è visto, ma deve ancora assorbire il tutto“.

Siamo vicini alla chiusura della stagione, che cosa prevede la vostra programmazione?

Dopo Firenze, affronteremo Napoli, Basilea, Parigi-Bercy, la Next Gen e la Coppa Davis. Vedremo poi come starà fisicamente per fare dei cambi, ma questa è l’idea. L’anno prossimo, dopo gli Australian Open 2023, farà i tornei sudamericani ,cosa che abbiamo preferito non fare quest’anno per un motivo preciso“.

Di che motivo si tratta?

L’obiettivo era lavorare sul suo gioco sull’hard e quindi ho ritenuto fargli affrontare una serie di tornei funzionali alla maturazione del suo gioco. I risultati sono stati favorevoli, ma c’è ancora tanto da fare“.

Non resta che avere la pazienza di godersi lo spettacolo?

Direi proprio di sì”.

Foto: LiveMedia/DPPI/Nicol Knightman