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Tennis, perché Lorenzo Musetti ha svoltato. L’analisi tecnica

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Quando il torneo ATP 500 di Amburgo aveva preso il via, Lorenzo Musetti era al numero 62 del mondo. Non aveva vissuto una stagione semplice: due importanti acuti a Rotterdam (Hurkacz) e Montecarlo (Auger-Aliassime), ma, con qualche infortunio e sorteggi non semplici negli Slam (come Tsitsipas al Roland Garros), non era ancora riuscito a dare la svolta che sperava all’annata.

Poi ha salvato match point contro il serbo Dusan Lajovic in terra tedesca, non si è più fermato ed è arrivato fino al successo su Carlos Alcaraz in finale, ricordando allo spagnolo che, oltre a Jannik Sinner, c’è un altro giovane italiano al quale deve fare particolare attenzione. Ma non solo: prima gli US Open, quindi la stagione sul veloce, soprattutto indoor, ma anche con quest’outdoor napoletano, ha decretato che, se prima c’era del talento a supportare il tennis, adesso è il contrario. Il tennis, in sostanza, ha iniziato a supportare il talento.

Lorenzo Musetti ha vinto il secondo titolo ATP. In estate aveva battuto Alcaraz…

Com’è avvenuto il cambiamento tecnico dell’attuale numero 3 d’Italia? Ci sono poche, ma significative chiavi. Innanzitutto, come detto, è cambiato il rapporto di forza all’interno del gioco del toscano. Della sua mano in grado di fare cose difficili per molti s’è detto e scritto tanto, ma se prima i colpi apparivano piuttosto estemporanei, ora una palla corta, per esempio, fa parte di un piano più esteso di costruzione precedente del punto.

Immaginiamo un 15 di Musetti con tutto il nuovo del ventenne di Carrara. Al servizio non si vede più il piede destro che va dietro al sinistro; il movimento è stato modificato, in quella che si chiama platform stance (piedi nella stessa posizione): ora la prima viaggia molto più spesso a 200 km/h, con una seconda estremamente varia. In uscita dalla battuta, ora c’è molta più sicurezza circa le cose da fare. Il tutto anche grazie a un dritto dal gesto più “veloce”. Questo è il colpo che fa capire il suo stato d’animo, e quando si associa al già ben noto rovescio fa sì che si veda un giocatore che sa come infastidire anche i più forti, e talvolta anche batterli. Basta vedere gli angoli che, a volte, trova. La combinazione di queste cose fa sì che non sia più costretto a dover stare molto indietro in campo, con tutte le conseguenze del caso. E quando Musetti è in risposta? Semplice: anche qui è più avanti. E il bello è che ci sono ancora possibili miglioramenti.

Foto: LiveMedia/Agn Foto – LivePhotoSport.it