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MotoGP, promossi e bocciati GP Giappone. Marc Marquez resta il primo della classe, Bagnaia bocciato in geografia!

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Il Gran Premio di Giappone di MotoGP si è risolto con la schiacciante vittoria di Jack Miller. Ducati però mastica amaro per la caduta di Francesco Bagnaia, costata 8 punti nella rincorsa iridata a Fabio Quartararo. Tanti i protagonisti della gara di Motegi. Chi sono i promossi e i bocciati del weekend nipponico? Andiamo a vedere chi si è distinto, nel bene e nel male, tra tifoni e giornate soleggiate.

PROMOSSI

MILLER Jack (Ducati) – In qualifica delude, perché non va oltre la settima piazza nonostante condizioni a lui gradite. Però si riscatta con gli interessi in gara, dove domina in lungo e in largo, annichilendo la concorrenza e chiudendo virtualmente il discorso vittoria già dopo una decina di giri. Si ribadisce che Ducati potrebbe rimpiangere amaramente il fatto di averlo snobbato in ottica 2023. Gli mancherà costanza, ma è un pilota di grande talento. Capace di exploit, così come di stare al proprio posto in un top team, se necessario. È il numero 2 ideale di un Factory Team che abbia una punta di diamante in grado di vincere il Mondiale con le proprie forze.

MARQUEZ Marc (Honda) – I dubbi generati da Alcañiz sono stati spazzati via dal weekend nipponico, che anzi ha ribadito come lo spagnolo sia un fuoriclasse vero. Sotto l’acqua, dove contano soprattutto la sensibilità e il talento, dimostra di essere ancora potenzialmente il migliore. In gara corre in maniera saggia, senza andare oltre il proprio limite e quello della RC213V. Il suo è un quarto posto di grande valore, sia perché il sorpasso a Oliveira nel finale testimonia come la resistenza fisica non sia compromessa, sia perché fa ricomparire Honda sugli schermi radar della MotoGP. A proposito, chi ha visto gli altri centauri dell’Ala?

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BINDER Brad (Ktm) – Si parla troppo poco di questo pilota, che però zitto zitto è sesto in campionato. Lo si è visto raramente nelle posizioni di vertice, ma ha quasi sempre chiuso tra i primi otto. Non appena la RC16 gli ha consentito di affacciarsi nei quartieri nobili, lui ha fatto capire di poter dire la propria anche per i traguardi più ambiziosi. Quarto ad Alcañiz, secondo ieri correndo in maniera molto intelligente. In Ktm hanno “solo” bisogno di una moto in linea con le migliori, perché con un tandem formato da Binder e Miller, che al di là della rima hanno caratteristiche speculari, avranno modo di divertirsi.

MARINI Luca (Ducati) – Sta crescendo, pur senza grandi acuti. Ha chiuso sette delle ultime nove gare tra il quarto e il settimo posto, fregiandosi del giro veloce in Aragona. A Motegi ha disputato una gara accorta, massimizzando il proprio potenziale. Non sarà un fenomeno, ma al tempo stesso sta dimostrando di avere i crismi necessari di essere un vero pilota di MotoGP e non solo un catalizzatore mediatico perché è “il fratello di…”

BOCCIATI

BAGNAIA Francesco (Ducati) – C’è poco da fare, è lui il grande bocciato del Gran Premio del Giappone. Si sono già spesi migliaia di caratteri sul tema negli articoli pubblicati ieri, inutile essere ripetitivi. Volendo sdrammatizzare, si potrebbe affermare che Pecco viene bocciato in geografia. Dieci vittorie in carriera, tutte in Europa, mentre appena si abbandona il Vecchio Continente, fatica a salire sul podio. Il problema è che questo è il Motomondiale, non il Motoeuropeo!

ZARCO Johann (Ducati) – Ci sarà una ragione se a 32 anni non ha ancora vinto una gara di MotoGP, pur essendo salito 15 volte sul podio e avendo firmato 8 pole position. Si qualifica secondo e i big sono tutti indietro. Ducati vola, ma lui in gara implode e non va oltre l’undicesima piazza. D’accordo che contro il Miller di ieri c’era poco da fare, però l’inconsistenza del francese è l’unica costante di una carriera per certi versi paradossale. Forse il suo giorno arriverà comunque, ma quanti treni gli stanno passando davanti senza che lui riesca a salirci. E le corse, prima o poi, terminano per tutti.

SUZUKI – L’ultimo Gran Premio del Giappone di Suzuki è lo specchio di un team ormai in disarmo. Alex Rins rientra ai box e si ritira mestamente dopo un GP totalmente anonimo. Peggio ancora va al collaudatore Takuya Tsuda, la cui GSX-RR prende fuoco in piena corsa! Come se non bastasse Joan Mir, l’uomo che ha riportato l’Iride ad Hamamatsu dopo 20 anni, non c’è a causa dei postumi di un infortunio. Nel giro di due anni si è passati dal tetto del mondo allo sfacelo attuale. Un vero peccato. Quanto accaduto a Motegi è emblematico e certifica l’addio di un marchio che ha saputo scrivere la storia del Motomondiale.

Foto: MotoGPpress.com