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Nuoto, uno dei segreti del successo dell’Italia: il lavoro sugli allenatori

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Lavorare non solo sui primattori, ma anche su chi deve plasmarli. Sul Corriere dello Sport, alcuni giorni fa, è stato toccato un tema molto interessante riguardante uno dei segreti del successo dell’Italia del nuoto agli Europei 2022 a Roma. I numeri sono stati un record e spiegarli solo per l’assenza di Russia e Bielorussa e per alcune defezioni delle compagini francese e britannica non rende giustizia al lavoro fatto nel Bel Paese.

Se è vero che la Nazionale guidata dal Direttore Tecnico Cesare Butini ha sempre più i crismi di una squadra in stile USA, per la mentalità e voglia di vincere, nello stesso tempo il processo di crescita non ha riguardato solo gli atleti nel loro darsi agonistico, ma anche tecnici e allenatori.

Come spiegato dallo stesso Butini nell’intervista fatta al Corriere dello Sport è stato importante: “Far entrare in contatto diretto l’attività della Nazionale con il SIT (il Settore Istruzione Tecnica, ndr) a quel punto i giovani allenatori hanno avuto l’opportunità di lavorare non solo sulla teoria, ma anche sulla pratica“.

Nuoto, il trionfo dell’Italia non è un fulmine a ciel sereno: un percorso costruito nel tempo

Del resto lo aveva detto anche Gregorio Paltrinieri nell’appuntamento con la stampa nel corso degli Europei al Foro Italico: “Si è creato uno spirito di emulazione tra noi, ma probabilmente tutti ci alleniamo meglio“. Un concetto, quest’ultimo, non troppo approfondito, ma che alla fine va ad aggiungersi ai tanti pezzi del puzzle.

Come precisato sulla testata, si parla di un progetto iniziato nel 2012 e i cui frutti si sono iniziati a raccogliere con grande continuità nel 2017 nei Mondiali di Budapest (Ungheria), dove l’Italia ha iniziato ad aggiornare i primati nel computo complessivo di medaglie ottenute. Nulla è frutto del caso.

Foto: LaPresse