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Boxe: Oleksandr Usyk e Anthony Joshua, quant’è cambiato dalla prima sfida

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Il secondo confronto tra Oleksandr Usyk e Anthony Joshua ha dei crismi di differenza immensi rispetto al primo. Sono cambiate tante condizioni, la situazione dei due è differente e anche il mondo del pugilato è diventato diverso da quello che era nel finale di 2021.

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A Londra c’erano 62.000 persone pronte a sostenere AJ, che si sono ritrovate a dover guardare un gatto ucraino portar via tutte le cinture mondiali al loro beniamino. Una vittoria, quella, giunta non per un qualche dettaglio passibile di controversia, ma in maniera netta, incontrovertibile, anche se al termine di una lotta furibonda.

Diversi furono i capovolgimenti di fronte all’interno di stessi round: nel terzo, per esempio, con un sinistro di Usyk cui rispose un destro altrettanto violento di Joshua. Ed ancora col destro il britannico cercò di mandar giù l’ucraino, il quale, però, gli rese tutto con un gancio sinistro dei suoi. Un combattimento, questo, che divenne sempre più feroce col passare dei minuti, con la battaglia corpo a corpo, le ferite agli occhi, la voglia di Usyk di non cedere mai un millimetro, la foga di Joshua di finire prima dell’ultimo round. Quello che, in effetti, andò molto vicino a dare la vittoria all’ucraino per KO; non ci riuscì, ma con quegli ultimi tre minuti d’assalto totale riuscì a confermare quanto s’era già visto: a fare di più era stato lui, dal primo all’ultimo attimo.

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Da allora è cambiato, come si diceva, tanto. Innanzitutto, a livello pugilistico, è Tyson Fury ad aver determinato una nuova chiave di lettura. Il suo ritiro, annunciato da settimane e confermato negli scorsi giorni, cambia tante carte in tavola: il titolo WBC è vacante, e a questo punto le future prospettive sono tutte da comprendere per chiunque vincerà e proverà a dare avvio all’unificazione anche di quella sigla.

Naturalmente, il grosso è stato però fatto dall’invasione russa in Ucraina. Questa ha portato Usyk a combattere per il suo Paese, e per numerose settimane. Finché, a marzo, non è arrivato un permesso con incoraggiamento dai fratelli Klitschko, uno dei quali è sindaco di Kyiv. Ed è quello che ha potuto consentirgli di iniziare la preparazione verso un evento che, in Ucraina, avrà un’ampia diffusione, e anche gratis. La storia è andata così: lo stesso Usyk avrebbe voluto comprare i diritti con i suoi soldi, ma gli organizzatori sauditi hanno rifiutato e glieli hanno sostanzialmente dati gratis. In questo modo, sarà il canale YouTube dello stesso Usyk a mostrare, nel suo Paese, la diretta, oltre ai canali di Suspilne (UA:PBC), la tv di Stato.

Foto: LaPresse