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Ciclismo

Tour de France 2022, il percorso dà ancora speranze a Pogacar già da sabato. Poi i Pirenei e una cronometro lunga…

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Tadej Pogacar ha cercato un pronto riscatto dopo la scoppola rimediata ieri sul Col du Granon. Lo sloveno aveva tagliato il traguardo con quasi tre minuti di ritardo nei confronti di Jonas Vingegaard e oggi ha provato a rialzare la testa nel tappone che si concludeva in cima all’Alpe d’Huez. Il vincitore delle ultime due edizioni della Grande Boucle ha attaccato in due occasioni: una progressione quando mancavano 5 chilometri e una rasoiata rapida ai 2500 metri dall’arrivo, ma in entrambi i casi è stato prontamente marcato da un sontuoso Vingegaard.

I due affondi sono sembrati lontani parenti rispetto a quelli del Pogacar dei giorni migliori, ma quantomeno è risalito al secondo posto in classifica generale con un ritardo di 2’22” dal danese. Non è ancora finita, c’è ancora lo spazio per poter risorgere e il talento innato del balcanico può emergere da un momento all’altro. Il capitano della UAE Emirates ha fatto capire di volerci provare e di avere ancora testa e cuore per non mollare lo scettro così facilmente. Dovrà però ritrovare una condizione rimarchevole, anche se oggi pomeriggio si sono visti dei passi in avanti.

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Sabato la frazione che propone la Cote de la Croix Neuve, un seconda categoria di 3 km al 10,2% di pendenza media e con il GPM posto a 1,5 km all’arrivo di Mende. Martedì la tappa di Foix con Port de Lers e Mur de Peguere (9,3 km al 7,9%), lontani però dal traguardo. A quel punto si andrà sui Pirenei: il 20 luglio andranno affrontati Col d’Aspin e Col de Val Louron-Azet prima dell’arrivo in quota a Peyragudes (8 km al 7,8%), il giorno seguente andranno scalati il Col d’Aubisque (16,4 km al 7,1%) e l’Hautacam (13,6 km al 7,8%) dove è posto l’arrivo. Attenzione poi alla cronometro individuale del penultimo giorno: 40,7 km pianeggianti che potrebbero riscrivere la classifica.

Foto: Lapresse