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Tennis, Flavio Cobolli: “Lavoro sugli alti e bassi mentali. Sinner mi motiva, Fognini un idolo. Punto alla top100”

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Classe 2002, tanto talento e una carriera tutta da scrivere. Flavio Cobolli è uno dei giovani più interessanti dell’intero panorama italiano (e non solo) del tennis e molto probabilmente sentiremo parlare parecchio di lui nell’imminente futuro. In occasione degli Internazionali di Verona (torneo Challenger su terra rossa), e in seguito alla vittoria agli ottavi di finale contro il connazionale Andrea Pellegrino, il tennista azzurro è intervenuto ai microfoni di OA Sport. Cobolli ha iniziato l’intervista parlando del suo successo di ieri e ha poi trattato molti altri temi.

Ieri è arrivata una vittoria importante contro Pellegrino. Come ti sei sentito in campo?

“Penso che sia sempre difficile giocare contro degli amici. Sono partito un po’ teso però sono migliorato sempre più game dopo game. È stato un primo set lottato che infine sono riuscito a vincere, poi mi sono trovato un po’ in difficoltà a inizio secondo parziale e questo mi ha reso nervoso. Il secondo set è andato dunque via veloce, poi mi sono detto che era il momento di cambiare rotta e quindi ho rialzato la testa e sono riuscito a rimettere le cose come volevo”. 

Quanto conta la testa in queste partite così combattute?

“A questo livello le partite si giocano su pochi punti e per me dunque è fondamentale avere un buon rapporto con il mental coach. Credo che stiamo facendo un bel lavoro, ho degli alti e bassi a livello mentale, però piano piano miglioro e vedremo fin dove riuscirò ad arrivare con il passare dei mesi”. 

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Ora il prossimo avversario ai quarti di finale sarà Francesco Maestrelli. Cosa ti aspetti da questa sfida?

“Anche lui è un buonissimo amico. Lo conosco ancora di più rispetto a Pellegrino. Ho fatto due derby per ora, domani sarà il terzo, quindi so come affrontare la situazione. Lui è migliorato molto, ma anche io posso dire la mia e sicuramente sarà una bella partita”. 

Come ti stai trovando in questo torneo? Verona ti piace?

“Verona è molto bella. Ogni volta mi piace venire qua e mi piace fare le passeggiate in centro dopo cena. Sono molto contento di essere in questa città e speriamo di poter portare il trofeo a Roma”. 

Parliamo ora più in generale: in questo ultimo anno e mezzo hai fatto una scalata pazzesca nella classifica ATP, passando dall’oltre 800ma posizione alla 137ma di oggi. Cosa è cambiato in questo lasso di tempo? Come ti senti ora?

“Credo di aver lavorato molto sotto tutti i punti di vista. Avevo delle lacune tecniche che ora non ci sono più e adesso la mia priorità è migliorare la parte mentale. È vero, ho fatto un bel salto, ma ora voglio molto di più. Adesso voglio entrare in top100 e lavorerò tanto per farlo”.  

Cosa ti manca secondo te per arrivare in top 100 e restarci?

“Oltre al miglioramento tecnico mi serve il miglioramento mentale che mi faccia tenere botta a partite più dure e a match sopra livello. Inoltre, mi serve avere un atteggiamento sempre più positivo e da professionista nei momenti più difficili. Credo che tutto questo sia la chiave per rimanere in top100 per tanto tempo”. 

Come è stato vivere esperienze incredibili come le qualificazioni degli Slam e il primo turno di Roma? 

“È avvenuto tutto così in fretta perché l’anno scorso non mi sarei mai aspettato di poter disputare questi tornei in così poco tempo. Credo dunque di aver gestito il tutto un po’ da ragazzino e poco da professionista. L’obiettivo prossimo è quello di cambiare questa cosa fino a poter riuscire a giocare questi tornei da protagonista, non per forza di classifica, ma di gioco e di mentalità. Ora sono più consapevole di essere a un ottimo livello e spero di poter fare meglio l’anno prossimo”. 

Vedere un classe 2001 come Jannik Sinner essere già in top ten è un qualcosa che ti sprona? 

“Vorremmo tutti essere dove sta Jannik. Sinner è una persona che ci motiva e se siamo migliorati così tanto in così poco tempo è anche grazie a giocatori come lui e Lorenzo (Sonego, ndr) che ci stanno dando una grossa mano nel tenere alta la bandiera italiana”. 

Chi sono i tuoi idoli nel mondo del tennis?

“Decisamente Djokovic e Fognini. Spero che giochino ancora per un po’ di tempo, anche se purtroppo gli anni avanzano anche per loro. Poi un ragazzo che mi piace molto è Rublev, quindi il prossimo a cui mi ispirerò sarà proprio lui”. 

Cosa ne pensi sulla vicenda Djokovic e sulla questione vaccino?

“Non so bene come ci si debba comportare, però io credo che vedere il giocatore più forte della storia essere fuori dai top 20 a fine anno non è bello per il tennis e sicuramente peserà per tutti noi. Secondo me è giusto farlo giocare in America perché è anche grazie a lui che i tornei sono ancora più belli”. 

Foto: Federico Rossini