Seguici su

Rugby

Rugby, Italia: un’estate da dimenticare, il gap con chi è dietro è sempre più ridotto

Pubblicato

il

Si è conclusa l’estate ovale dell’Italia e il rugby azzurro esce dai test match con le ossa rotte. Due vittorie e una sconfitta che non possono essere un bilancio positivo e non solo per il ko subito a Batumi contro la Georgia. Gli azzurri di Kieran Crowley non hanno convinto, hanno sofferto troppo e la sconfitta di domenica è stata solo la ciliegina amara sulla torta.

Iniziamo dalla fine. Il 19-28 subito a Batumi lascerà lunghi strascichi sportivi e non solo. La Georgia da anni chiede di entrare nel 6 Nazioni e la risposta azzurra era sempre stata che i georgiani contro i top team non avevano mai vinto, Italia compresa. Da oggi le cose cambiano. E la sconfitta di ieri è arrivata al termine di un match giocato in maniera pessima, dominati nei punti d’incontro e nel gioco aereo, ma soprattutto giocato con troppa sufficienza, con gli azzurri che non hanno concretizzato le occasioni dalla piazzola, puntando al bersaglio grosso che, però, non è arrivato. Se a ciò si aggiungono i banali errori di handling che hanno fatto perdere un’infinità di palloni il risultato non poteva che essere una sconfitta. Meritata.

Arriviamo subito all’inizio. L’estate azzurra era iniziata a Lisbona contro il mediocre Portogallo. È arrivata una vittoria per 38-31, ma un successo giunto solo allo scadere, con l’Italia costretta a inseguire fin dall’inizio e che ha rischiato grosso. Un match che assomiglia molto a quello di Batumi, con tanti errori e tante imperfezioni, con l’incapacità di capire quando concretizzare e quando gestire il match. A livello individuale, poi, molti giovani hanno deluso, mentre il gioco di Crowley continua a faticare a vedersi. Una partita mediocre quella azzurra, nascosta solo dal risultato finale, che però è stato troppo poco. E immeritato.

Infine, nel mezzo. La seconda partita dell’estate azzurra è stata l’unica nota abbastanza lieta. Con la Romania è arrivata una vittoria netta, pulita. L’Italia ha saputo a Bucarest fare quello che era richiesto, cioè concretizzare la mole di gioco proposta, evidenziare la superiorità tecnica e chiudere il prima possibile una partita che poteva complicarsi. Ma il 45-13 è un risultato oggettivamente ben più netto della superiorità vista in campo. E sommato alle sfide di Lisbona e Batumi il risultato è negativo per l’Italia. Per quasi tutti i 240 minuti giocati l’Italia ha inseguito gli avversari, con giocatori svuotati, senza grinta, e con un tecnico che appare non avere il polso della situazione. E a un anno dai Mondiali, con le altre formazioni europee che vincono e convincono nell’Emisfero Sud, i dubbi sono di nuovo tantissimi.

Foto: Federugby/GettyImages