Seguici su

Atletica

Atletica, Stefano Mei: “Età dell’oro, base di talenti allargata. Agli Europei per fare meglio del 1990”

Pubblicato

il

Stefano Mei / FIDAL

L’Italia si è distinta ai Mondiali 2022 di atletica leggera: 2 medaglie conquistate (l’oro di Massimo Stano nella 35 km di marcia e il bronzo di Elena Vallortigara nel salto in alto), 10 finali raggiunte, prestazioni convincenti da parte di diversi azzurri. Nonostante le condizioni fisiche difficili delle punte di diamante (Marcell Jacobs e Gianmarco Tamberi) e l’assenza di Antonella Palmisano, la nostra Nazionale ha comunque saputo dire la sua in un contesto altamente competitivo dopo le cinque medaglie d’oro conquistate alle Olimpiadi di Tokyo 2020.

Stefano Mei, Presidente della Fidal, ha analizzato il rendimento della spedizione tricolore in questa rassegna iridata: “Complimenti a Stano, ha fatto entusiasmare me e tutti gli italiani, non è mai facile confermarsi da campione olimpico. Nel complesso, sono soddisfatto oggi, ma lo ero anche ieri sera, prima della vittoria di Stano: ho visto una squadra compatta, ragazzi che hanno tratto il massimo dalla condizione che avevano. Questo Mondiale ci dice che la base degli atleti italiani di alto livello si sta allargando: l’emergere di talenti che lo scorso anno erano più indietro è sintomatica di un’età dell’oro che dà questi frutti, anche per l’effetto emulazione di Tokyo”.

Atletica, Tobi Amusan record del mondo nei 100 hs, straripante 12.12 ai Mondiali. Poi 12.06 ventoso

Il Presidente ha ricordato le medaglie vinte e i piazzamenti in finale, prima di soffermarsi sul rendimento delle punte: “Jacobs voleva fortemente essere qui per onorare la maglia, Tamberi ha sfiorato la medaglia con un’impresa straordinaria, Vallortigara ha fatto qualcosa che era tutt’altro che scontata”.

La conclusione si proietta verso l’imminente rassegna continentale: “Non ce la siamo sentita di imporre scelte, abbiamo fatto decidere gli atleti: alcuni hanno preferito doppiare, altri si sono concentrati su Monaco. Il ruolo del presidente è mettere in condizione il settore tecnico di rendere al meglio, e per questo abbiamo investito molto: se i ragazzi vanno bene è merito loro, se vanno male è colpa mia. Io credo che la struttura e gli allenatori personali abbiano lavorato bene, e altri lo potranno dimostrare anche agli Europei: punto a un’edizione migliore di quella di Spalato 1990 (quando l’Italia vinse 5 ori e 12 medaglie complessive, ndr)”. 

Foto: Fidal