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Atletica, Gianmarco Tamberi arriva ai Mondiali con più dubbi che certezze. Proprio come a Tokyo 2020…

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Una marcia di avvicinamento quantomeno burrascosa ma adesso l’unico verdetto che conta è quello della pedana di Eugene. Di tutti i grandi titoli internazionali a Gianmarco Tamberi ne manca solo uno: quello iridato ed a Eugene il campione olimpico proverà a colmare questa lacuna.

Non è il favorito, anche se quest’anno nessuno dei suoi rivali ha fatto sfracelli, soprattutto nella stagione all’aperto dove poche sono state le gare di alto livello. Arriva quasi al buio all’appuntamento più importante della stagione e sa bene che servirà tutta la sua carica agonistica, l’adrenalina che riesce a far salire a livelli mostruosi durante la gara, per provare a prendersi il titolo o, al limite, un posto sul podio iridato che potrebbe valere come conferma ad altissimi livelli.

Un problema fisico alla gamba di stacco che ha curato nell’ultimo periodo, la querelle con il padre-allenatore, prima sollevato dall’incarico, poi reintegrato dopo l’intervento del presidente della Fidal Stefano Mei, una situazione di malessere ed incertezza che, conoscendo bene Gianmarco Tamberi, quando sarà ora di gareggiare difficilmente influirà sul suo rendimento.

La capacità di chiudere la saracinesca su quanto avvenuto nella marcia di avvicinamento ad un grande evento ha spesso spinto il campione olimpiche verso vette insperate: non ha bisogno di misure stratosferiche alla vigilia Tamberi per rendere al massimo nel grande appuntamento e lo ha dimostrato anche lo scorso anno a Tokyo.

Quello che è certo è che, nonostante i risultati delle gare disputate finora, l’impressione è che servirà una misura da 2.36 in su per andarsi a prendere il titolo mondiale perché sia Woo, sia Barshim quei centimetri li hanno sia nelle gambe che nella testa. Serve un salto di qualità deciso rispetto a quanto fatto finora dall’azzurro ma, sistemato il problema fisico, affinati alcuni problemi tecnici, Gianmarco Tamberi potrà essere lì a giocarsela con i migliori e a regalarci un’altra notte magica.

Foto Lapresse