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Nuoto, l’Italia è una conclamata potenza mondiale! E’ l’iniziata l’era dei Ceccon, Martinenghi e Pilato. E non sono i soli…

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Cinque anni fa alla Duna Arena l’Italia vinceva tre ori mondiali, con Gabriele Detti, Federica Pellegrini e Gregorio Paltrinieri. Oggi in due giorni a vincere i tre ori iridiati per l’Italia sono stati Nicolò Martinenghi, che cinque anni fa era già a Budapest, Thomas Ceccon, che proiprio allora iniziava ad affacciarsi nel mondo del nuoto che conta, e Benedetta Pilato, che aveva appena 12 anni e del nuoto che conta forse aveva solo sentito parlare da papà e mamma.

Il ricambio generazionale, anche se due dei tre campioni del 2017 sono ancora qui e domani se la giocheranno per il podio, è completato. La Generazione Z ha raccolto il testimone e sta regalando al nuoto italiano un prolungamento straordinario dell’età dell’oro iniziata nel 2000 a Sydney e che, di fatto, non si è mai fermata, soprattutto nel nome di Federica Pellegrini e Gregorio Paltrinieri ma non solo.

Il nuoto italiano, oggi, non è fatto solo di campioni di qualità cristallina, di atleti in grado di giocarsela per l’oro. E’ un movimento, articolato, che sforna atleti di qualità in ogni angolo d’Italia capaci di qualificarsi per una semifinale o addirittura una finale iridata. Il vero motore di questo movimento sono i tecnici, sempre più preparati ed aggiornati, sempre all’avanguardia e in grado di far crescere i loro allievi in modo organico ed efficace.

Rispetto al passato il vantaggio attuale è che essendoci una squadra forte e compatta a livello senior, ai giovani non viene chiesto subito il risultato, con il rischio di bruciarli, viene dato loro il tempo di crescere, anche di sbagliare, di fare le esperienze che servono poi per presentarsi sui palcoscenici mondiali e ottenere grandi risultati: Ceccon e Martinenghi sono un esempio di questa situazione, il loro percorso non è stato tutto rose e fiori da quando erano juniores a oggi, ma sono arrivati, mentre Benedetta Pilato è una ragazza prodigio come poche ne esistono non solo in Italia ma in tutto il mondo.

La nuova era è ufficialmente iniziata ma lunga vita ai Paltrinieri, esempio per tutti i ragazzi che si avvicinano ad una piscina con velleità agonistiche, alle Di Pietro, esempio di resilienza e caparbietà ed anche a Quadarella e Detti che non stanno vivendo il loro momento migliore in carriera ma che sono stati o sono pronti a ripartire dopo grandi delusioni perchè il nuoto italiano degli ultimi anni ci insegna che c’è spazio per tutti, anche per chi viene considerato in fase discendente della sua carriera.

La generazione dei Martinenghi, Ceccon e Pilato, tra l’altro, rischia di diventare grande in fretta perchè da dietro è in arrivo una nuova generazione di giovanissimi che può aggiungere tanto al nuoto azzurro: il riferimento è Lorenzo Galossi che a 16 anni è già lì a giocarsela con i grandi ma anche Simone Cerasuolo che domani andrà a disputare la sua prima finale in carriera dei 50 rana o qualche ragazza tra dorso e mezzofondo che è attesa ad una crescita importante. L’Italia del nuoto non finisce mai e Roma sarà la prossima fermata dove vedere le nuove leve. Intanto godiamoci Budapest e la nuova era del nuoto azzurro.

Foto Lapresse