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Calcio

Nations League, Roberto Mancini: “Contro l’Inghilterra sarà dura, ma non sarà la rivincita di Wembley”

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Dopo il pareggio contro la Germania e la vittoria sull’Ungheria, torna in campo l’Italia nel terzo impegno nella Nations League 2022-2023. La compagine allenata dal CT Roberto Mancini sarà di scena al Molineux Stadium di Wolverhampton dove domani sera alle ore 20.45 si troverà di fronte l’Inghilterra, in una vera e propria riedizione della finale degli Europei dello scorso anno. L’unica differenza? Lo stadio, che in quella occasione era Wembley.

La sfida, che sarà arbitrata dal polacco Marciniak, metterà di  fronte gli azzurri (primi del girone con 4 punti) e gli inglesi, fermi ancora a quota 1, dopo il ko con l’Ungheria ed il pareggio contro la Germania. Il CT Roberto Mancini ha presentato in questo modo l’incontro di domani: “Sarà una partita dura – spiega al sito ufficiale della FIGC -, come tutte le gare che si giocano contro l’Inghilterra. Non è una rivincita, questa è una partita completamente diversa da una finale. Poi si gioca qui, dove solitamente non gioca la Nazionale, e a porte chiuse. Sarà un’altra cosa. L’Inghilterra ha tanti top player, difficile indicarne solo uno. Con Germania, Spagna e altre quattro o cinque è tra le favorite del Mondiale”.

Rispetto alla finale di un anno fa i cambiamenti saranno notevoli. Il tecnico jesino rivela di non avere ancora sciolto tutti i dubbi legati alla formazione da schierare: “Non abbiamo ancora deciso chi giocherà, anche se posso dire che Scamacca sarà al centro del tridente. Per il resto un po’ di cambi ci saranno sicuramente, dobbiamo valutare le condizioni dei ragazzi che hanno giocato due partite in quattro giorni. Potessimo riuscire a non stravolgere tutto sarebbe meglio. Ma per fare un esempio Cristante ha giocato due gare in quattro giorni e ce n’è un’altra tra tre giorni: è un ruolo particolare e non ci sono troppe scelte, visto che abbiamo Bryan, Esposito e forse Locatelli. I ragazzi più giovani vorrei farli debuttare tutti se ce ne sarà la possibilità”.

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Dopo i buoni risultati e le prestazioni incoraggianti delle ultime uscite, si acuisce il dispiacere per aver nuovamente fallito l’approdo ai Mondiali. Anticipare il cambio generazionale era forse preferibile? “Era una cosa impossibile da fare, non c’era tempo e non c’era una logica. Abbiamo vinto l’Europeo e dopo un mese e mezzo abbiamo iniziato a giocare. Quella era la squadra che aveva anche iniziato le qualificazioni Mondiali e, a parte Chiellini e Bonucci, si tratta di ragazzi sotto i 30 anni. Anche a Palermo con la Macedonia non è che avessimo in campo giocatori con più di 32-33 anni, erano tutti ragazzi di 27-28 anni“. In futuro in ogni caso ci sarà ancora spazio per i Campioni d’Europa: “Molti di loro ci torneranno utili anche per le qualificazioni europee. Questi ragazzi con un po’ di quelli dell’Europeo fanno una bella squadra. Dobbiamo puntare sui giovani, all’Europeo e al Mondiale del 2026 che proveremo a vincere”.

Assieme al CT Roberto Mancini ha parlato anche Sandro Tonali, ormai tassello fondamentale del centrocampo azzurro. Il classe 2000 del Milan parla del suo sbarco in Nazionale: “La strada è lunghissima, questi sono i primi passi e devo continuare a fare ciò che sto facendo. In questo momento non mi voglio sentire leader, è un momento delicato per tutta la squadra. Bisogna essere uniti. Tutti, anche i più giovani, devono sentirsi parte del gruppo. Giocare una stagione da titolare al Milan, giocare a un livello più alto della scorsa stagione mi ha aiutato parecchio. L’idea è proseguire così, per la Nazionale e per il Milan. Ora l’Italia è la cosa più importante, poi quando sarò al Milan la cosa più importante sarà il Milan. È cambiata solo la fiducia nel giocare e la spensieratezza: sembra una piccolissima cosa, ma in campo ti cambia tutto”.

Foto: LaPresse