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Formula 1

F1, ennesimo errore al pit-stop per la Ferrari nel cambio gomme di Charles Leclerc. Il risultato finale sarebbe cambiato?

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Uno degli episodi più vistosi che hanno caratterizzato la gara di Charles Leclerc è rappresentato dalla lunga sosta ai box in occasione dell’unico cambio gomme, avvenuto al 41° giro. I meccanici della Ferrari hanno infatti impiegato 5”3 per sostituire i suoi pneumatici e quei pochi attimi persi hanno apparentemente fatto una differenza enorme. Anziché ripartire ottavo, il ventiquattrenne del Principato è tornato in pista dodicesimo, alle spalle di un quartetto di piloti capitanato da Lance Stroll. In altre parole, un’esitazione costata quattro posizioni!

Il problema è stato alquanto banale. Subito dopo essere stata sollevata per rimuovere le ruote e montare il nuovo treno di gomme, la F1-75 è scivolata dal cric posteriore. L’addetto ha quindi dovuto ripetere l’operazione, lasciando sul piatto qualche secondo rispetto all’ideale. Non si può però “mettere in croce” il meccanico, perché c’è stato un evidente concorso di colpa da parte del pilota.

Leclerc è infatti arrivato leggermente lungo. Dunque la sua vettura non era dove avrebbe dovuto essere e questo, nella foga del pit-stop, ha contribuito a generare l’inconveniente. Certo, viene da chiedersi se, nel caso fosse filato tutto liscio, il risultato finale sarebbe stato il medesimo. Ricordiamo che Charles ha chiuso quinto, staccato di 2”8 dalla Mercedes di George Russell.

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L’impressione è che il pilota del Principato avrebbe comunque occupato la quinta posizione finale. Anzi, forse sarebbe anche andata peggio. Vero che ha dovuto sbarazzarsi di quattro monoposto più lente, ma comunque l’ingresso della Safety Car, avvenuto otto giri dopo, ha risarcito Leclerc con gli interessi, azzerando qualsiasi distacco. Difatti, se la corsa non fosse stata neutralizzata per l’incidente di Yuki Tsunoda, Charles avrebbe fatto molta più fatica a sorpassare le Alpine, inconveniente al pit-stop o meno. Dunque, per una volta, il contrattempo è stato ininfluente.

Foto: La Presse