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Ciclismo, Stefano Garzelli: “Ganna favorito per la maglia gialla, può tenerla 5 o 6 giorni”

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Giro D’Italia: Gran galà del CiclismoGiro D’Italia: Gran galà del Ciclismo

Stefano Garzelli, una carriera di altissimo livello culminata con la vittoria del Giro d’Italia 2000, poi la carriera da opinionista per la RAI ed ora il commento tecnico in corsa per il Tour de France che è ormai alle porte. Ospite di Francesca Cazzaniga a Sport2day, ha detto la sua sulla corsa francese e sui Campionati Italiani appena conclusi, offrendo interessantissimi spunti di riflessione.

Innanzitutto, Stefano, come stai?

“Bene, siamo agli ultimi dettagli per il Tour de France. Fare il commento tecnico in Rai Sport sarà un impegno molto importante ma allo stesso tempo un obiettivo che ho raggiunto in tanti anni. Sono molto contento di poter raccontare il Tour al fianco di Rizzato e Pancani, una corsa che sarà dura e spettacolare. Un Tour da non perdere”.

Che corsa ti aspetti?

“Chiaramente c’è un favorito su tutti ed è Tadej Pogacar. Con uno come lui la paura che dopo una settimana abbia già messo al sicuro il Tour c’è. Però sarà un Tour un po’ differente, già alla seconda tappa, sul ponte di 18 km potrà succedere di tutto con i ventagli, per non parlare della quinta tappa con 22 km di pavè. Un Tour durissimo, il più duro degli ultimi 20-25 anni con addirittura otto arrivi in salita. Pogacar chiaramente è favorito, ma Roglic sarà ad una delle ultime occasioni e avrà un compagno fortissimo come Jonas Vingegaard. La INEOS potrebbe portare più capitani perché per sfidare un fenomeno come Pogacar saranno utili più capitani e più tattiche in corsa. Poi si vedrà, noi partiamo con l’entusiasmo di Filippo Ganna”.

Rimanendo su Ganna, il Tour inizierà con una cronometro che si terrà a Copenhagen in Danimarca. Il percorso potrebbe quindi sorridere al neo Campione Italiano e del Mondo.

“Lui di certo non si sta nascondendo. Ha fatto la Parigi-Roubaix e poi è stato quasi due mesi senza correre. Quindi si è presentato al Giro del Delfinato e ha vinto bene la cronometro nonostante condizioni di vento che l’hanno sfavorito. Ha poi avuto altri 20 giorni per prepararsi e non si sta nascondendo di certo e sa di essere il favorito. Lui ha già vinto tutto quello che c’era da vincere, quindi poter indossare la prima Maglia Gialla sarebbe qualcosa di unico”.

Una Maglia Gialla che potrebbe rimanere sulle sue spalle per qualche giorno.

“Sì, per 5-6 giorni ha sicuramente tutte le carte per mantenerla. Come dicevo, già la seconda tappa sarà però molto delicata per la presenza di questo ponte che mi sembra sia il più lungo d’Europa e che porterà a soli 2 km dal traguardo. Se io fossi in questo momento un corridore vedere un ponte così alla seconda tappa del Tour, mi metterebbe un po’ di preoccupazione. Poi avrebbe un’altra tappa facile e poi ci sarà il pavè che non dispiace a Ganna. Ha tante possibilità di mantenerla per 5-6 tappe”.

Dagli altri italiani cosa ti aspetti?

“Difficile capirlo. In questo momento non abbiamo dei favoriti, anche se Damiano Caruso ha fatto un ottimo Giro del Delfinato. Inizialmente è stata un po’ critica la decisione di lasciarlo fuori dal Giro e portarlo al Tour da parte della Bahrain-Victorious, specialmente dopo il terzo posto dell’anno scorso. Sono scelte che una squadra fa e lui è andato molto bene al Delfinato, bene a cronometro, bene in salita quindi sono fiducioso. Ci sono tanti corridori al suo livello, alcuni sono sopra di lui, ma sotto c’è un gruppo di 7-8 corridori che potranno lottare. Magari anche una bella Maglia a Pois”.

Chi potrebbe essere invece la sorpresa di questo Tour?

“Al Tour è difficile che ci siano grandi sorprese, specialmente negli ultimi anni in cui è tutto più che calcolato e le squadre gestiscono tutto in maniera maniacale. Ora non saprei dirti quindi chi potrebbe essere la sorpresa. Nel ciclismo di oggi i grandi campioni difficilmente sbagliano l’appuntamento. Certo in una corsa di tre settimane ci sono tantissimi fattori interni ed esterni che possono giocare ruolo, ma difficile dire chi potrebbe essere una sorpresa”.

Passando invece ai Campionati Italiani conclusi ad Alberobello, qual è il bilancio che ne trai?

“Nella prova a cronometro non ci sono state grandi sorprese. Sarebbe stata una sorpresa se non avesse vinto Ganna. Era un appuntamento importante per lui che doveva ancora rifinire alcuni dettagli anche sulla bici e sull’abbigliamento. So che al momento è al 90%, per la Danimarca servirà ancora un 10% di miglioramento. Ho letto anche dei famosi body da 3200€ che utilizzeranno lui e Van der Poel. Pensiamo dove siamo arrivati nel ciclismo di oggi, una cifra del genere è una notizia che ti fa pensare quanto sia cresciuto a livello tecnologico il nostro mondo. Filippo Zana invece ha dimostrato tutto l’anno di andare molto forte, vincendo anche la Adriatica Ionica Race. Ci tenevano tanto a conquistare il Tricolore, ma alcuni corridori mi hanno un po’ deluso. Se andiamo ad analizzare quello che ha fatto Andrea Piccolo, quarto dopo due mesi che non correva e che ha avuto anche un salto di catena, forse vuol dire che altri hanno deluso. Rota volava anche al Giro del Belgio quando ha lavorato per Hermans. Battistella sulle corse di un giorno può dire tanto, Piccolo bravissimo ma gli altri hanno deluso. In una corsa così dura, così calda, mi aspettavo altri. In particolare forse campioni come Elia Viviani, Giacomo Nizzolo, Niccolò Bonifazio, Matteo Trentin, Vincenzo Albanese che forse è stato penalizzato dalla condotta della Eolo. Hanno voluto prendere in mano la corsa senza avere l’esperienza per farlo. Senza nulla togliere a quello che hanno fatto quelli davanti, anche Marco Tizza, forse dovremmo metterci a pensare un po’ “.

Anche perché il percorso è simile a quello del Mondiale in Australia.

“Io con Bennati ci parlo spesso, siamo amici. Ne abbiamo parlato e un po’ di preoccupazione c’è. Il percorso ad Alberobello non era durissimo, se hanno attaccato Fiorelli e Baroncini dove erano gli altri? Bennati mi ha detto che al Mondiale correremo contro atleti come Van Aert o Van der Poel, e la lista è molto lunga, quindi penso che qualche corridore doveva dare anche un segnale al CT. Mancavano corridori come Bettiol e Ulissi, forse sulla carta i più indicati per il Mondiale australiano, non duro ma con tanti metri di dislivello. Bennati dovrà cercare di costruire un bel gruppo ed individuare un capitano in grado di prendere le redini della squadra. La situazione non è semplice in Italia, non tanto perché non abbiamo i corridori, ma forse perché all’estero stanno lavorando meglio anche dalle giovanili”.

Invece al femminile ha vinto la favorita, Elisa Balsamo. Come ha corso secondo te?

“Ha corso alla sua maniera, questa è stata la sua stagione. Dopo il Mondiale dello scorso anno la sua bravura è stata quella di confermarsi in questo 2022 con le tantissime vittorie. Quando vinci il Mondiale hai tantissima pressione, invece la vedo correre sempre con grande serenità. La tranquillità è quella che non ti fa tremare le gambe e ti fa dare il 100% quando ti stai giocando un risultato importante. Ha vinto la più forte, l’aveva già dimostrato al Giro di Svizzera. Quando parte io rivedo il miglior Sagan, l’unico peccato è che non potrà indossare il Tricolore (perché già campionessa del mondo, ndr)”.

LA VIDEO INTERVISTA A STEFANO GARZELLI

Foto: LaPresse