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Tennis, Omar Camporese: “Carlos Alcaraz è più forte di Jannik Sinner, ma l’italiano può diventare un’icona popolare”

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Uno sguardo interessato. Omar Camporese osserva e valuta il tennis contemporaneo con l’occhio di chi ne ha viste tante e un po’ di nostalgia ce l’ha per quello che è stato il suo tempo rispetto all’evoluzione del gioco. Tuttavia, in un’intervista concessa al Corriere di Bologna, l’ex giocatore ha valutato tanti aspetti del tennis attuale, tra cui i nuovi prospetti.

Camporese, infatti, si è focalizzato su Carlos Alcaraz e Jannik Sinner che, per motivi diversi, hanno attirato la sua attenzione. “Alcaraz è fantastico, sa giocare, fa tutto benissimo, ha la mano e il tocco. Lui è il più forte di tutti. Poi c’è Sinner, che però rispetto ad Alcaraz ha qualcosa in meno e gli serve un po’ di tempo. Ecco, una rivalità di Sinner con Alcaraz potrebbe ricreare un’epica del tennis italiano“, le sue parole al Corriere.

In passato, anche ai microfoni di OA Sport, l’ex tennista non era stato tenero con Jannik. Per questo, ha voluto fare alcune precisazioni: “Premesso che ho sempre detto che è forte, lo esortavo a variare il suo gioco, ora vedo che ci sta provando. Nelle palle corte è cresciuto tanto, comincia anche ad andare di più a rete. Ma soprattutto Sinner mi ha conquistato sul piano emozionale. E’ un altoatesino atipico, esuberante, si esalta e lotta in campo. E buca lo schermo, ha carisma, la gente impazzisce per lui. L’anno scorso ero a Torino a commentare per la Rai le Atp Finals: con Berrettini c’era l’entusiasmo che normalmente si riserva a un campione italiano che gioca in casa, con Sinner quell’entusiasmo sulle tribune è diventato delirio. Lui ci tiene tantissimo alla Nazionale, lo si è visto in Davis a Bratislava e a Torino. Insomma, ha tutto per diventare un’icona popolare“.

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Legato a questo aspetto c’è la rinuncia alle Olimpiadi di Tokyo, ma secondo Camporese la situazione è stata questa: “Credo che quella scelta non sia dipesa da lui, ma ripeto in Coppa Davis poi si è riscattato alla grande. Da questo punto di vista è come me e Canè“.

Foto:  LiveMedia/Jean Catuffe/DPPI