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PGA Championship 2022: Justin Thomas ritorna campione al playoff su Zalatoris, lacrime Pereira. Francesco Molinari 55°

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Erano in pochi a dargli reali chance di vittoria a inizio giornata. Eppure, se c’è un uomo, uno solo, che non si arrende mai nei Major, questo è Justin Thomas. Suo è il secondo PGA Championship in carriera, a cinque anni dalla prima volta: il successo a Tulsa lo porta al numero 5 della graduatoria mondiale. E in che modo: settimo al via del quarto giro, rimonta pian piano, con regolarità, arrivando a -3 e poi aspettando.

In quell’attesa succede di tutto: Mito Pereira, il cileno che rischia un’impresa rara (Major senza ancora aver vinto sul PGA Tour), in testa con -9 al tee shot della 1, sbaglia sì qualcosa, ma resta sempre davanti, senza mai mollare. Fino al putt della 17. Poteva essere il colpo decisivo, non lo è. E alla 18 manda in acqua il primo colpo, trova un gran terzo (vista la penalità), ma con il quarto, da fuori green, fallisce l’approccio e finisce dall’altra parte. Il tentativo di disperata imbucata finisce corto, e le sue lacrime di disperazione non sono consolabili neanche con il terzo posto finale insieme all’altro USA Cameron Young e con l’ingresso in top 50.

In questo caos chi emerge è Will Zalatoris, che riesce ad arrivare fino al playoff di spareggio a tre buche con “JT”. Quest’ultimo, però, va semplicemente su un altro pianeta alla 17, con un birdie totalmente decisivo. E dire che il suo avversario di errori particolari non ne fa: semplicemente, c’è un giocatore più forte che dimostra di esserlo con i 276 colpi già pregressi.

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Amarezza anche per Matt Fitzpatrick, dato che anche l’inglese non riesce ad esprimersi al meglio ed è quinto dopo aver girato in +3 (-3 totale); lo raggiunge il connazionale Tommy Fleetwood, che di posti ne rimonta 12 grazie al suo 67, e con lui arriva anche lo statunitense Chris Kirk. Bene Rory McIlroy, anche se il suo ottavo posto a -2 è frutto fondamentalmente di una parte centrale lontana dal suo meglio. Noni a -1, tutti insieme, gli USA Tom Hoge e Brendan Steele, il messicano Abraham Ancer e l’irlandese Seamus Power. Complessivamente sono in 19 a finire pari o sotto par, a testimoniare la grande difficoltà di Southern Hills.

Se Jon Rahm fallisce l’assalto al numero 1 del mondo (+6 di torneo, -2 di giornata, lo spagnolo è 48°), per Francesco Molinari c’è una chiusura tutto sommato neutra, al 55° posto con score totale di +8 e parziale di +1, ma i veri problemi non sono stati di certo oggi per il torinese.

Foto: LaPresse