Seguici su

Nuoto

Nuoto, chi è Lorenzo Galossi: il classe 2006 che vola nello stile libero. Un mix tra Detti e Paltrinieri

Pubblicato

il

Quindici anni e già l’etichetta di “predestinato” appiccicata sulla cuffia. Lorenzo Galossi è la nuova speranza del nuoto italiano e definirlo mezzofondista potrebbe essere riduttivo visto che nello stile libero, al momento, è in grado di essere competitivo dai 50 ai 1500, anche se le distanze centrali sono quelle che predilige e su cui, con ogni probabilità, si concentrerà nelle prossime stagioni.

Romano, tesserato per l’Aniene, allenato da Christian Minotti, non uno qualunque, il tecnico che ha portato Simona Quadarella sul tetto del mondo e sul podio olimpico, Galossi è già da un paio di anni nel mirino degli addetti ai lavori come prospetto forse più interessante di quella che rischia di essere ribattezzata come “generazione Covid” perché nata e cresciuta (poco) agonisticamente nel periodo della pandemia.

Di lui, a prima vista, stupisce il fisico possente: 1.90 per quasi 84 kg, un ragazzone che, come tanti altri della sua età e della sua stazza, avrebbe potuto giocare a pallavolo o a basket e che invece si è dedicato anima e corpo al nuoto fin da ragazzino. La natura lo ha dotato di talento e di forza fisica in abbondanza e anche di una resistenza alla fatica non usuale che gli permette in una manifestazione che presenta gare ravvicinate di scendere in acqua anche più volte durante una giornata e non potrebbe essere diversamente per chi ha nella testa di giocarsela in tutte le specialità dello stile libero.

I 200, i 400 (nei quali ha strabiliato ai Criteria di Riccione) e gli 800 sono le sue gare predilette ma, se prima storceva il naso ad affrontare una distanza che bisogna “sentire” propria come i 1500, ora si butta anche lì con ottimi risultati. Per provare a spiegare Galossi a chi non ha ancora avuto modo di vederlo all’opera (ma potrà farlo da sabato quantomeno nelle batterie dei Campionati Italiani in vasca lunga di Riccione) abbiamo provato a chiedere al suo allenatore Christian Minotti di azzardare un parallelo con i grandi del presente dello stile libero italiano ma il tecnico romano si è limitato a dire che si tratta di un bel mix tra Paltrinieri e Detti: capace di reggere i ritmi alti, soprattutto nelle gare più lunghe ma in grado anche di sprintare quando si trovi a lottare spalla a spalla all’ultima vasca.

La tecnica, l’efficacia della nuotata è ancora tutta da migliorare e non potrebbe essere altrimenti ma si parte da una base molto elevata di “acquaticità”, così come sulla tattica di gara si stanno concentrando gli allenamenti in questa fase della sua carriera. Cosa aspettarsi nel breve francamente è difficile da dire: chiaro che a tutti piacerebbe vederlo all’opera già a Roma agli Europei senior, ma non dovesse riuscire a qualificarsi non sarà un problema: a 15 anni non sarebbe un delitto.

Il vantaggio del nuoto italiano oggi è che può attendere con tranquillità la crescita dei suoi giovanissimi senza affrettare i tempi, senza chiedere loro prestazioni al di sopra delle possibilità attuali, senza mettere sulle loro spalle quella pressione che spesso è controproducente e in passato si è rivelata un fardello troppo pesante da indossare per alcuni prospetti molto interessanti che hanno alzato troppo presto bandiera bianca dopo una carriera giovanile di tutto rispetto. Galossi, questo vantaggio, lo può sfruttare al meglio e lo sta già facendo.

Foto di Pasquale Mesiano /  DBM