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Nuoto, Assoluti Riccione 2022. Primo test azzurro di un’altra stagione speciale

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I Mondiali a Budapest e gli Europei a Roma sono destinati ad infiammare l’estate azzurra del nuoto ma a Primavera l’appuntamento clou è sempre quello degli Assoluti in vasca lunga di Riccione, bivio importante nella stagione degli atleti italiani che in numero sempre maggiore affollano le classifiche mondiali e che punteranno in alto nei grandi eventi estivi.

Da domani a mercoledì 13 aprile va in scena un’edizione per certi versi storica di questa manifestazione tradizionale che anche quest’anno servirà per formare lo “scheletro” delle Nazionali azzurre in vista dei grandi eventi. Storica perché per la prima volta mancherà all’appello Federica Pellegrini che è stata la star del nuoto italiano per quasi vent’anni e che ha appeso la cuffia al chiodo lo scorso inverno, salutando il mondo del nuoto agonistico.

Quello che poteva essere un addio traumatico si è trasformato in un passaggio delle consegne dalla Divina ai tanti campioncini in erba che hanno fatto grande l’Italia del nuoto nel 2021 con risultati straordinari in tutte le grandi manifestazioni, compresi i Giochi Olimpici dove gli azzurri si sono fatti valere alla grande con tanti risultati di prestigio e con una prestazione di squadra mai vista prima.

Ecco, dunque una panoramica di ciò che vedremo nei prossimi cinque giorni con un occhio alle stelle di questa nazionale ma anche ai giovani emergenti che potrebbero prendersi la scena o comunque lasciare intravedere qualcosa di buono per il futuro.

STILE LIBERO UOMINI. Alessandro Miressi è l’uomo di punta delle gare veloci. Ormai ha raggiunto un livello e una continuità che gli permettono di essere inserito fra i grandi protagonisti in particolare dei 100 stile libero dove cercherà di stazionare sul 47” basso che gli ha permesso di fare incetta di grandi risultati lo scorso anno. Può ancora migliorare e non si pone limiti, questa potrebbe essere una stagione di ulteriore crescita in cui ha le potenzialità di giocarsi qualcosa di molto interessante a livello individuale. Il torinese, poi, è il motore di tante staffette, almeno quattro: 4×100 stile libero uomini, le due miste e la 4×100 mista uomini con cui lo scorso anno sono arrivate medaglie olimpiche, europee e in vasca corta. Il suo apporto nel finale è sempre decisivo.

Lorenzo Zazzeri, come Miressi, sta raggiungendo livelli elevatissimi. E’ ormai l’uomo di riferimento in Italia per i 50 stile libero ma anche sui 100 ha cartucce da sparare e anche lui è determinante nelle staffette veloci. La sua condizione è fondamentale per la squadra e può regalargli grandi soddisfazioni individuali.

Thomas Ceccon è sempre a cavallo tra lo stile libero e il dorso. Avrebbe voluto fare di più in prospettiva Budapest ma il Covid lo ha bloccato in piena preparazione e dunque si limiterà alle gare dello scorso anno. Nei 100 dorso va per una medaglia individuale ma può essere importantissimo sia per le staffette a stile libero, sia per quelle miste dove può ricoprire qualsiasi ruolo alla bisogna con efficacia. Se sta bene è competitivo anche a livello individuale nei 100 stile libero e ha tanta voglia di dimostrarlo. Non ci sono nomi nuovi in queste specialità ma tanti osservati speciali, a partire da Marco Orsi, rigenerato dalla stagione in vasca corta, fino a Luca Dotto, a caccia degli ultimi lampi di una carriera di altissimo livello, fino ad arrivare a Leonardo Deplano, Manuel Frigo e Alessandro Bori, tutti grandi protagonisti delle ultime stagioni.

Nei 200 stile libero si preannuncia la solita battaglia con una dozzina di atleti che può giocarsi il podio, in attesa di allestire la migliore 4×200 stile possibile che quest’anno dovrà difendere lo strepitoso quarto posto mondiale di Gwangju. L’attesa è per Filippo Megli (che fu quinto al Mondiale tre anni fa ma arriva da una stagione difficile per via di tanti problemi fisici e da un inverno caratterizzato dal secondo Covid tutt’altro che asintomatico) e per gli altri “moschettieri” della staffetta con Matteo Ciampi, Stefano Di Cola, Marco De Tullio, Matteo Lamberti e, perché no, Lorenzo Galossi, il vero nome nuovo dello stile libero italiano.

Il 2022 può e deve essere l’anno del riscatto di Gabriele Detti. Troppa la sfortuna che ha perseguitato il livornese nelle ultime stagioni. Prima il problema alla spalla e poi la malattia che gli ha impedito di affrontare al meglio l’annata olimpica. Ci riprova, con rinnovata fiducia e con tanta rabbia in corpo. Ha talento e forza per poter riuscire a ritrovare se stesso e i risultati di prestigio di cui è costellata la sua carriera. Sarà al via dei 200, 400 e 800 stile libero con tanta rabbia in corpo e con diversi avversari di qualità, fra cui gli ex compagni di allenamenti Marco De Tullio e Gregorio Paltrinieri.

A proposito di rabbia in corpo anche l’ex gemello diverso di Gabriele Detti, Gregorio Paltrinieri ne ha accumulata a sufficienza per poterla scaricare in acqua, non solo della piscina. Il modenese ha dimostrato in acque libere di essere già in condizione e, se vorrà prendersi più titoli possibile, questa condizione andrà mantenuta fino ad agosto inoltrato. Non è facile ma lui sa e lui può, con l’aiuto del tecnico Fabrizio Antonelli e di uno staff di primo ordine. L’avversario numero uno sarà ancora il compagno di allenamenti Domenico Acerenza e l’ex compagno Gabriele Detti ma attenzione anche alla crescita di Lorenzo Galossi che ancora non potrà giocarsela spalla a spalla ma, soprattutto sugli 800, sta iniziando a prendere le misure. Attenzione anche a Matteo Lamberti.

STILE LIBERO DONNE. Nelle gare veloci c’è un po’ di fermento con qualche giovane interessante che si sta affacciando proprio ora alle gare dei “grandi” ma il nome su cui ancora si può puntare tranquillamente è quello di Silvia Di Pietro che, fra alti e bassi e comunque dopo una buona stagione in vasca corta, sta completando il percorso di ritorno ai livelli di prima del lungo infortunio che l’ha tormentata per due anni. A proposito di infortuni manca all’appello Costanza Cocconcelli che ha subito un intervento chirurgico e dovrebbe rientrare prima dell’estate. Chiara Tarantino e Sofia Morini sono due classe 2003 molto interessanti ma il cronometro è impietoso e dice che l’Italia ora non è competitiva ad alto livello. Le speranze si chiamano Matilde Biagiotti, classe 2005 e Valentina Procaccini che si allena con Simona Quadarella agli ordini di Christian Minotti, ha 13 anni ma potrebbe essere più portata per le distanze lunghe. Non resta che attendere.

Detto che sui 200, orfani come non mai di Federica Pellegrini, l’attesa è tutta per l’esplosione di Giulia Vetrano, già medaglista europea juniores, classe 2005, mentre si attende la crescita delle gemelle Noemi e Antonietta Cesarano, classe 2003, nel mezzofondo per ora la star è una sola e risponde al nome di Simona Quadarella. La romana ha come obiettivo essere grande protagonista nella piscina di casa agli Europei. Ha vinto gli ultimi sei titoli consecutivi dai 400 ai 1500 nel campionato continentale e non disdegnerebbe di arrivare a quota nove. Non arriva al massimo ai Campionati Italiani ma non è una novità. La condizione la troverà al momento giusto e l’impressione è che una seconda parte della scorsa stagione vissuta senza pigiare troppo sull’acceleratore dopo la spasmodica rincorsa al podio olimpico, possa avergli fatto bene. La sua unica, vera avversaria è Martina Rita Caramignoli, quasi commovente per la grinta e la bravura con cui ha affrontato questa seconda parte di carriera, mentre Giulia Salin è forse all’ultimo treno per entrare nell’elite del mezzofondo italiano e, di conseguenza, internazionale. Serve un cambio di passo immediato.

DORSO UOMINI. E’ uno dei settori in maggiore fermento con  almeno un tris di atleti in grado di giocarsela ad altissimo livello. Detto di Thomas Ceccon che può puntare al massimo nei 100, va verificato il processo di trasformazione di Lorenzo Mora che ha strabiliato sia agli Europei sia ai Mondiali in vasca corta ma era piaciuto anche nella stagione della vasca lunga e potrebbe stupire nuovamente tutti con prestazioni di altissimo livello dai 50 ai 200 dorso.

Da verificare, dopo l’esplosione agli Europei in vasca corta di Kazan e un Mondiale leggermente al di sotto delle aspettative, anche la crescita di un atleta dalle grandi potenzialità come Michele Lamberti che ha tutte le caratteristiche per disputare una stagione di altissimo livello se trova la continuità e l’efficacia dello scorso anno. La prova del nove arriverà subito, a Riccione in vasca lunga dove è già stato capace di aggiudicarsi da outsider un titolo italiano due anni fa nel dorso. Può fare molto bene anche nella farfalla veloce. Nei 200 mai sottovalutare il fattore Alessandro Restivo: il “dottore” friulano di stanza a Firenze non può dedicare tutto il tempo che vorrebbe alla piscina ma quando è il momento di qualificarsi per un grande evento, spesso si fa trovare pronto e c’è da giurare che non mancherà anche quest’anno nei “suoi” 200.

DORSO DONNE. Margherita Panziera è uno dei grandi talenti e al tempo stesso enigmi del nuoto italiano. Ha potenzialità elevatissime, lo ha dimostrato nuotando tempi di livello straordinario sui 200 dorso prima di tutto ma anche sui 100. E’ campionessa europea in lunga in carica nella distanza doppia e vice-campionessa sui 100 ma quando gli orizzonti si allargano e il campo partenti si fa più titolato, tende a soffrire il confronto. E’ successo così a Gwangju, è successo così a Tokyo ma la specialista veneta ci riprova perché sa di valere un posto nell’elite mondiale della specialità e di potersela giocare con le campionesse del dorso che in questo momento sono in grado di sfoderare prestazioni stratosferiche. Non mollare, anche quando tutto sembra difficile, è un atto di forza.

Tra le avversarie più esperte della veneta non si possono tralasciare Silvia Scalia, a cui finora è sempre mancato il centesimo per fare l’euro ma che può dire la sua soprattutto sui 50 e Carlotta Zofkova che, risolti i problemi fisici, punta alla sua quinta partecipazione all’Europeo che la vide salire sul podio con tanto di record italiano dei 100 quattro anni fa a Glasgow. Tra le giovani emergenti il nome sulla bocca di tutti è quello della pugliese Erika Gaetani, classe 2004, allenata da Gianni Zippo e pronta a spiccare il volo dopo le tre medaglie continentali agli europei juniores dello scorso anno, oro nei 100, bronzo nei 50 e nei 200. Anche lei ha vissuto l’esperienza azzurra lo scorso anno agli Europei e ha tutte le caratteristiche per ottenere risultati di prestigio, anche se i margini di miglioramento sono ancora molto ampi. Giulia D’Innocenzo e Federica Toma hanno già indossato l’azzurro, mentre da dietro scalpitano Sofia Salvato e Giada Senatore, entrambe emiliane, entrambe da valutare dopo le buone prove ai Criteria.

RANA UOMINI. In attesa di nuovi ingressi nella categoria delle stelle visto il fermento della specialità in Italia, per ora l’uomo da medaglia nella rana maschile è uno solo e risponde al nome di Nicolò Martinenghi. Il suo processo di crescita mentale e di solidità agonistica è completato ma può ancora migliorare rispetto alle vette toccate l’anno scorso quando è riuscito ad essere competitivo da marzo fino a dicembre, su tutti i fronti ed ha portato a casa una medaglia individuale e una in staffetta ai Giochi di Tokyo, destinate ad entrare nella storia del nuoto italiano. Riparte da lì e anche da avversari di livello elevatissimo, anche se inizialmente ne mancherà uno di qualità come Ilya Shymanovich, bielorusso dai mille duelli, spalla a spalla con Martinenghi. Bisognerà vedere come il fenomeno Peaty rientrerà alle gare dopo aver staccato la spina per tanto tempo ma quando si parla di fenomeni non ci si deve stupire di nulla.

Nei 50 e nei 100, se avrà smaltito l’attacco influenzale che una decina di giorni fa ha bloccato la preparazione, Fabio Scozzoli può sempre dire la sua. Arriva da un paio di stagioni sfortunate, culminate con l’infortunio che gli ha fatto saltare i Giochi Olimpici. Agli Europei in corta è stato protagonista, vuole esserlo anche quest’anno nella speranza che la sfortuna lo abbandoni. Attenzione anche ad Alessandro Pinzuti che un anno fa di questi tempi sognava i Giochi con prestazioni di altissimo spessore, dopo un mese avrebbe strabiliato agli Europei con due finali e poi sarebbe stato bloccato da un guaio fisico e dunque quest’anno tornerà con grande rabbia in corpo.

Assente ai Criteria ma già due volte campione italiano assoluto a dicembre, l’altro ragazzo pronto a spiccare il volo è l’imolese Simone Cerasuolo, campione europeo juniores dei 50 rana, compagno di allenamento di Fabio Scozzoli, talento di grande prospettiva, in crescita costante nelle ultime stagioni sotto la guida di Cesare Casella, uno dei tecnici di riferimento per la rana azzurra. A dicembre stupì tutti battendo ai Campionati Italiani nientemeno che Nicolò Martinenghi, il suo obiettivo è centrare la convocazione per una grande manifestazione internazionale e gli Europei di Roma potrebbero essere perfetti per il grande debutto in azzurro.

RANA DONNE. Qui il traffico è ancora sostenuto. Tre erano le stelle della rana azzurra e tre sono destinate a rimanere anche dopo l’estenuante stagione olimpica che ha segnato il passo in questa specialità proprio nell’occasione più importante a Tokyo, dove la sola Martina Carraro è riuscita a rendere al meglio centrando il posto in finale. Quest’anno si va per provare a risalire sul podio mondiale e, perché no, per dominare in Europa.

Benedetta Pilato difende l’argento mondiale nei 50 di Gwangju, conquistato a 14 anni ma vuole addirittura di più. Punta ad essere protagonista anche nei 100 e ha lasciato già intravedere ottime cose ai campionati giovanili. E’ cambiata nel fisico e anche nella mente, come è giusto che sia per una ragazza che passa da 16 a 17 anni ma sembra aver già adottato le soluzioni tecniche giuste per il nuovo assetto che le permettano di esaltare le sue caratteristiche e di trarre il massimo dal ritmo che è in grado di tenere in acqua.

Arianna Castiglioni ha vissuto un 2021 in altalena. La mancata qualificazione alla gara individuale a Tokyo, le medaglie europee, argento in vasca lunga nei 100 e oro in vasca corta nei 50, gli attestati di stima di tutto l’ambiente, non sono sicuramente bastati a lenire la delusione per l’assenza nella gara più importante. La rabbia che si porta in corpo la può utilizzare al meglio in acqua e magari l’obiettivo per il 2022 può essere trovare anche quella continuità di rendimento che non sempre è riuscita ad avere nelle scorse stagioni, con gare straordinarie alternate a prestazioni al di sotto delle aspettative. Tutto questo con un nuovo staff alle spalle costruito nella città di Caserta, dopo aver lasciato Gianni Leoni, suo allenatore storico, in vista della volata per Parigi 2024.

Martina Carraro negli ultimi tre anni ha centrato tutti gli obiettivi che si era fissata, compresa la finale olimpica. Ha vinto medaglie in vasca lunga e in corta ma sa bene di avere ancora frecce al proprio arco, magari da qui a Parigi, magari anche oltre. A Imola ha trovato la sua dimensione, lavora con gioia e con determinazione che si intrecciano nel carattere della ranista genovese. La battaglia è aperta, ripetersi non sarà facile ma nel 2022 ci sono da difendere ben tre podi: il bronzo europeo nei 100 conquistato l’anno scorso a Budapest, il bronzo mondiale nei 100 di Gwangju e l’oro nell’Europeo in vasca corta conquistato a Kazan: se non è uno stimolo questo…

Nei 200 Francesca Fangio sembra avere campo aperto. Il 2021 è stato l’anno dell’esplosione, delle medaglie europee e della partecipazione ai Giochi di Tokyo, il 2022 potrebbe essere quello del consolidamento ad alto livello per la ranista livornese che vuole continuare ad essere protagonista.

FARFALLA UOMINI. Mai dire mai, se si parla di nuoto italiano. Matteo Rivolta, proprio quando la sua carriera sembrava volgere al termine con qualche rimpianto, ha cambiato idea, ha continuato a lottare e l’Italia, grazie a lui, si ritrova uno specialista della farfalla di tutto rispetto, che vuole confermare in vasca lunga i grandi risultati ottenuti nell’inverno scorso in vasca corta con medaglie a grappoli.

Federico Burdisso riparte dai due bronzi olimpici nei 200 farfalla e nella 4×100 mista a Tokyo e dalle due medaglie, argento nei 200 farfalla e bronzo nella 4×100 mista, agli Europei di Budapest in una stagione in cui è chiamato a consolidare la sua posizione di leadership prima in casa, visto l’assalto di un arrembante Alberto Razzetti e poi a livello mondiale dove il faro resta sempre l’ungherese Milak. Alternare gli impegni scolastici a quelli natatori fin qui gli ha fatto bene perché la crescita è stata costante ed il giovane torinese allenato da Simone Palombi è stato in grado di conquistare risultati di altissimo livello, rispondendo presente ogni volta che è stato chiamato in causa. Quest’anno potrebbe salire un ulteriore gradino. Attenzione nelle discipline veloci ad una delle grandi rivelazioni degli Assoluti di dicembre, Simone Stefanì, altro pugliese doc, classe 2000 che stavolta la casacca azzurra la vorrebbe indossare davvero.

FARFALLA DONNE. Elena Di Liddo ci riprova. Se il fisico la sorregge, se potrà lavorare come vuole e come sa, potrà ripartire da quel quarto posto mondiale nei 100 farfalla che l’ha rilanciata nel 2019 dopo una prima parte di carriera fra alti e bassi. E se c’è una staffetta di qualsiasi tipo si può stare sicuri che da lei si otterrà sempre il massimo possibile. A stimolarla ritroverà l’avversaria di sempre, Ilaria Bianchi: anche qui, se il fisico la sorregge, ci potrebbe essere un traguardo da leggenda da tagliare, la quinta partecipazione olimpica consecutiva.

MISTI DONNE. Ilaria Cusinato sembrava essere riuscita a ritrovare la qualità che la spinse in alto tra i 2017 e il 2018 quando giovanissima si andò a prendere tre medaglie europee tra vasca corta e lunga. Le potenzialità sono elevatissime: la speranza, però, è che il fisico la sorregga e che arrivi quell’ultimo scatto mentale che la porti ad essere consapevole delle sue potenzialità e il gioco potrebbe essere fatto. In questo caso non sarà così perché l’azzurra, a causa di una brutta influenza, salterà gli Assoluti. Sara Franceschi diventa così la grande favorita: ha fatto un salto di qualità enorme lo scorso anno. E’ salita sul podio continentale, ha partecipato da protagonista ai Giochi Olimpici e ha tutte le carte in regola per ripetersi o addirittura migliorarsi.

MISTI UOMINI. Una delle star del 2021, uno dei più attesi nel 2022. Alberto Razzetti è l’uomo nuovo del nuoto azzurro che un anno fa era considerato un buon prospetto ed ora è uno dei grandi protagonisti delle gare dei misti e dei 200 farfalla a livello mondiale. In vasca corta la sua crescita è stata devastante, a tal punto da riuscire ad essere uno dei pochi in grado di battere l’ungherese Milak sui 200 farfalla e da conquistare l’oro mondiale nella stessa specialità. Agli Europei in lunga è stato argento nei 200 e bronzo nei 400 misti nei quali non aveva nemmeno il tempo di iscrizione e di cui ha disputato la finale olimpica. Uno così ha potenzialità illimitate e l’impressione è che quest’anno possa crescere ancora e tagliare traguardi molto importanti. L’unico a poter tentare di contrastare Razzetti nei misti è Pier Andrea Matteazzi, che lo scorso anno ha indossato la maglia azzurra agli Europei di Budapest e ha fatto grandi miglioramenti.

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