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MotoGP, nel Mondiale 2022 vige l’anarchia totale. Saranno le piste europee a mettere ordine e definire le gerarchie?

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“Il Mondiale di MotoGP 2022 è come una scatola di cioccolatini, non sai mai quello che ti capita”. Consentiteci di parafrasare Forrest Gump, ma questa è la sintesi perfetta di quanto abbiamo visto sinora nella massima categoria motociclistica, ovvero una sorpresa dopo l’altra. Tre vincitori diversi dopo le prime tre gare erano una situazione pronosticabile e auspicabile. Cionondimeno, tutti avrebbero fatto i nomi di Fabio Quartararo, Francesco Bagnaia e Marc Marquez.

Invece la realtà dei fatti ha visto trionfare Enea Bastianini, Miguel Oliveira e Aleix Espargarò, peraltro in sella a moto che in pochi avrebbero pensato di veder passare per prime sotto la bandiera a scacchi, ovvero una Ducati versione 2021, una Ktm e un’Aprilia. Addirittura quest’ultima mai aveva festeggiato un’affermazione nella classe regina.

Siamo onesti, chi avrebbe mai pensato di vedere Aleix Espargarò leader iridato dopo tre tappe? Parliamo di un pilota di 32 anni, che corre nel Motomondiale da quando ne aveva 15 e che non aveva mai vinto un GP in nessuna classe… Almeno fino a ieri! A Termas de Rio Hondo il catalano si è peraltro imposto proprio nel giorno della sua 200ma gara nella categoria maggiore. Insomma, la MotoGP 2022 segue logiche ribaltate rispetto a quelle previste.

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Anzi, diciamo proprio che vige l’anarchia totale. Il dato più eclatante è rappresentato dai nove piloti differenti già saliti sul podio, una situazione verificatasi solo altre due volte in passato. Va inoltre sottolineato come tutti i sei costruttori presenti si siano già fregiati di un piazzamento nella top-three. Infine, questa è la trentesima stagione in cui si utilizza l’attuale sistema di punteggio. Mai, dopo tre GP, il leader della classifica generale aveva solo 45 punti. Sicuramente alcune circostanze hanno favorito questo vuoto di potere, come la pioggia di Mandalika e il weekend compattato in soli due giorni di Termas de Rio Hondo. Però, al di là delle situazioni anomale, l’assenza di qualsiasi gerarchia è una realtà.

Vedremo cosa accadrà questa settimana in Texas, perché dall’America Latina ci si trasferisce subito negli Stati Uniti, dove si correrà già nella Domenica delle Palme. Forse Austin aiuterà a capire chi sta meglio di altri, anche se l’impressione è quella di stare assistendo a una sorta di enorme e prolungato “warm-up” in vista dell’arrivo in Europa e del relativo tour de force di primavera-inizio estate.

Dal 24 aprile al 26 giugno sono infatti programmati ben 7 Gran Premi nell’arco di 10 settimane, peraltro tutti su piste ben conosciute da piloti e tecnici. Verosimilmente in questa fase si separerà il grano dal loglio e i candidati alla conquista del Mondiale 2022 emergeranno in maniera incontrovertibile. Cionondimeno, ora come ora, il novero dei pretendenti alla corona iridata rasenta la doppia cifra. Aspettiamo i responsi del Circuit of the Americas, grazie al quale potremmo avere qualche punto di riferimento in più. Anzi, potremmo avere qualche punto di riferimento. Fine. Perché attualmente, in MotoGP, mancano addirittura i punti cardinali! Meglio così, incertezza e sorpresa sono il motore e il carburante dell’entusiasmo.

Foto: La Presse