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MotoGP, Guido Meda: “La Ferrari e Bagnaia si giocheranno il Mondiale sino alla fine. Quartararo con Marquez? Difficile”

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Anche se siamo solamente nel primo scorcio della stagione per quanto riguarda il motorsport, questo weekend si annuncia già come uno dei più importanti dell’intera annata, dato che vivremo ben cinque campionati in rapida successione temporale per il Super Race Weekend. Dalla Formula Uno fino al Motomondiale, passando tra la altre, dalla Superbike. Emozioni e spettacolo a non finire che, specialmente pensando alla MotoGP, inizieranno anche già a darci parecchi spunti pensando al prosieguo del campionato. Momento ideale per fare il punto della situazione a 360° con Guido Meda, vicedirettore di Sky Sport e capo dei motori.

Guido, per gli appassionati dei motori si annuncia una domenica davvero imperdibile. Dall’alba fino alla notte ben cinque campionati tutti da vivere. Si inizierà con un GP di Australia di F1 in quel di Melbourne che potrebbe confermare lo spettacolo delle due prime uscite?

“Sarà una giornata davvero speciale e si partirà subito forte con la Formula Uno, prima di passare a Superbike, Formula E, IndyCar e Motomondiale. Questo 2022 della F1 ci sta regalando emozioni a non finire e non era affatto scontato ripetere quanto accaduto l’anno scorso. Molti temevano che, dopo lo splendido duello tra Max Verstappen e Lewis Hamilton, fosse impossibile rivivere una battaglia simile. Io invece ero convinto che sarebbe stato così, se non meglio. E sapete perchè? Ero sicuro che la Ferrari si sarebbe presentata competitiva ai nastri di partenza della stagione. Stiamo vedendo un livello altissimo nello scontro tra Rosse e Red Bull, ma statene certi, arriverà anche la Mercedes. Non so di quanto tempo avrà bisogno, ma con un pilota come il sette volte campione del mondo che trascina tutta la squadra, non c’è dubbio che si inseriranno nella lotta”.

La domenica del Super Race Weekend si concluderà con l’attesissimo GP delle Americhe di MotoGP, che riabbraccerà Marc Marquez.

“Il suo rientro a tempo di record penso abbia tre motivazioni. In primo luogo la testata provocata dalla brutta caduta di Mandalika ha provocato allo spagnolo una diplopia, fortunatamente, in forma lieve e ha quindi potuto recuperare in fretta. Il test del giorni scorsi è stato chiarificatore. Inutile girarci attorno, se vedi doppio non corri, quindi vuole dire che sta bene. In secondo luogo sa perfettamente che domenica si corre sulla “sua” pista, ovvero Austin, un circuito nel quale potrebbe vincere in ogni condizione, visto il suo ruolino di marcia. Terzo, ma non in ordine di importanza, la classifica generale vede al comando Aleix Espargarò con appena 45 punti in 3 gare. Il portacolori della Honda è a quota 11, per cui ha ogni possibilità di rimettersi in corsa sin da subito e lottare per il titolo”.

Abbiamo assistito solamente ad una manciata di gare per ora, ma si può già dire che vivremo una stagione apertissima?

“La sensazione è quella, e lo spettacolo ne gioverà. Ci sono numerose moto che possono vincere in ogni appuntamento, tanti piloti di livello altissimo, e lo dimostrano i tempi che mettono in mostra tra qualifiche e gare, e parecchi di loro hanno molto da giocarsi per presente e futuro. Ci sarà da divertirsi e vedremo come si svilupperà il campionato. Dal punto di vista di Sky, ovvero noi che trasmettiamo l’evento, se ero sicuro che la F1 ci avrebbe fatto divertire, ero dello stesso avviso anche per la MotoGP. Anche se non c’è più un punto di riferimento come Valentino Rossi, in Italia la passione c’è e si sente e ormai si è formato uno “zoccolo duro” che segue il Motomondiale a prescindere. Questa è la più grande vittoria”.

Chi ha vinto un anno fa è stato Fabio Quartararo. Al momento il pilota francese appare un po’ in alto mare con la sua M1. Come si spiega una situazione simile?

“Ho la sensazione che il prossimo anno non vedremo più la Yamaha con questa conformazione. Dopo quasi 20 anni, dopotutto il cambio di concetto avvenne nel 2004, questa moto probabilmente verrà modificata in maniera radicale. Per tante stagioni hanno avuto ragione loro, con sfilze di titoli vinti tra Valentino, Jorge Lorenzo e, non ultimo, proprio “El Diablo”, ma ormai la MotoGP sta andando in un’altra direzione. Non più la maneggevolezza, ma sono i cavalli a fare la vera differenza. Questo step lo hanno fatto tutti ormai, ora sta a loro. Dopo diverse annate nelle quali i piloti lo chiedevano a gran voce, forse è arrivata la volta buona. Le voci di mercato? So bene che la Honda ha espresso interesse su Quartararo, ma non penso che il suo approdo nel team Repsol sia semplice, anche perchè vedo complicato che a Marquez possa fare piacere l’eventuale arrivo di un compagno di box simile in un momento nel quale non è al 100% sotto diversi punti di vista”.

Se Fabio Quartararo è partito con qualche intoppo di troppo, l’avvio di Francesco Bagnaia ha spaventato un po’ tutti. Le chance di titolo sono intatte?

“Sicuramente “Pecco” non si aspettava che dopo 3 gare avesse solo 12 punti. Le attenuanti, tuttavia, non mancano, ma voglio partire da un punto ben chiaro: la Ducati non ha sbagliato il progetto. La GP22 è una buona moto e lo dimostrerà. Dopotutto è il proseguimento della GP21 con un motore ed un comportamento diversi. Hanno solo bisogno di tempo per portare la Desmosedici verso lo stile di guida di Bagnaia e Jack Miller. Poi, non dimentichiamoci che in Qatar il team di Borgo Panigale si è forse incartato portando troppi pezzi nuovi da provare, in Indonesia la pioggia ha scombinato i piani, mentre in Argentina abbiamo apprezzato una bella rimonta in gara di “Pecco” che ha sicuramente ridato fiducia al pilota torinese. Lui, inoltre, sta vivendo una situazione che non aveva mai affrontato nella classe regina, ovvero la pressione del dover vincere. Sono sicuro che sarà in grado di mettere tutti i tasselli del puzzle nella giusta posizione e se la giocherà fino in fondo”.

Se Francesco Bagnaia può lottare per la corona iridata, cosa dobbiamo aspettarci dal prosieguo di stagione di Enea Bastianini?

“Per lui non sarà un percorso semplice, non certo per il suo valore, quanto per quello dei rivali. Sono convinto che i team ufficiali cresceranno parecchio e per il romagnolo che, ricordiamolo, ha una GP21 e un trattamento tecnico differente rispetto alle moto “factory”, tutto si complicherà. Detto questo, non si può che fare grandi complimenti ad Enea. È cresciuto tanto, è fortissimo e ha una intelligenza in corsa che è davvero di pochi piloti. Spero che possa fare ancora grandi risultati perchè, ovviamente, il suo sogno sarebbe approdare nel team ufficiale. Lui e Jorge Martin alitano sul collo di Jack Miller che, da par suo, cercherà di difendere con i denti il suo sedile”.

Rimanendo sempre in Italia, non si possono che fare grandi complimenti alla Aprilia.

“Senza dubbio. Domenica a Termas de Rio Hondo abbiamo assistito ad una grandissima vittoria di Aleix Espargarò. Davanti a noi c’era una vera e propria pagina di storia. Un pilota che non aveva mai vinto su una moto che aspettava il primo trionfo nella classe regina da sempre. Un successo, tra l’altro, giunto con pieno merito e senza alcuna mano dalla fortuna. Era impressionante vedere la Aprilia. Sul dritto viaggiava come le Ducati, in curva era eccellente, sulle buche veleggiava come sul velluto. Complimenti a tutti a Noale e, se arrivassero altre vittorie in stagione, non sarei affatto sorpreso, anche con un Maverick Vinales che sembra finalmente essersi messo in carreggiata”.

Dalle altre Case, cosa possiamo attenderci?

“KTM ha già vinto una gara con Miguel Oliveira e centrato un secondo posto con Brad Binder, significa che la moto c’è e può competere su più circuiti. Passando alla Suzuki, forse ci siamo fatti tutti un po’ troppo fuorviare dalle prove libere di Lusail. Le GSX-RR avevano una velocità pazzesca in rettilineo e abbiamo iniziato a pensare che, risolto il loro neo più grande, per Joan Mir e Alex Rins potesse aprirsi una stagione da protagonisti assoluti. Invece, come spesso capita, il Qatar non è indicativo al 100% e, come si è visto nelle tre uscite, manca sempre qualcosa al team nipponico per puntare davvero in alto, ma avranno modo di rifarsi”.

Se diciamo che l’Italia potrà vincere il titolo in tutte e tre le classi, viaggiamo troppo di fantasia?

“Diciamo che razionalmente è troppo ottimistico, ma non del tutto. In MotoGP sappiamo che “Pecco” Bagnaia potrà essere della partita fino a Valencia, quindi in Moto2 stiamo ammirando un Celestino Vietti davvero eccellente. 70 punti dopo tre appuntamenti, con due vittorie già in tasca, non arrivano per caso e confermano come abbia messo in atto una crescita importante. Ora è un pilota strutturato, anche grazie al lavoro della VR46 Academy, e lo sta dimostrando. Passando alla Moto3, c’è un Dennis Foggia carico che scalpita. Sa di avere un gran potenziale e proverà a metterlo in pratica per vincere il titolo”.

Ultima battuta per un altro campionato che alza il sipario nel weekend: il Mondiale Superbike. Cosa dovremo attenderci?

“Grande spettacolo anche in questo caso. Sembra davvero che vivremo una lotta a 3 con Toprak Razgatlioglu, Jonathan Rea e voglio inserire anche Alvaro Bautista. Il campione del mondo in carica parte con la voglia di confermarsi, ma sa che di fronte avrà un Rea quanto mai pronto a vendere cara la pelle. Quest’anno avrà a disposizione una moto che permetterà al nord-irlandese di sprigionare di nuovo il suo massimo potenziale e, come si è appurato dai test, sembra davvero pronto a tornare quello dei sei anni precedenti. Inoltre attenzione al ritorno di Bautista in Ducati. Il feeling è particolare con la moto di Borgo Panigale e se fosse in grado di tornare quello dominante della prima parte della stagione 2019…”.

Foto: Milagro