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Ciclismo

Liegi-Bastogne-Liegi 2022: Italia comparsa. Ulissi, Pozzovivo e Nibali in top30, ma le chance erano nulle in partenza

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Con la Liegi-Bastogne-Liegi di oggi, si è chiusa una una parte di stagione, quella delle cosiddette “classiche di primavera”, estremamente avara di soddisfazioni per l’Italia al maschile. Anche oggi nessun azzurro è riuscito a competere per la vittoria o per un piazzamento importante, scenario purtroppo già visto in quasi tutte le corse più importanti di questa stagione.

La presenza degli azzurri è stata sostanzialmente impercettibile in questa edizione della “Doyenne”. Gli unici che si sono fatti notare sono stati Marco Tizza, uno dei componenti della fuga iniziale, e Damiano Caruso, in testa al gruppo per qualche km nel finale, in una giornata in cui la Bahrain Victorious ha lavorato dall’inizio alla fine.

Guardando la classifica finale, il quadro si fa ancora più gramo. Sapevamo ben prima della partenza che nessuno degli azzurri poteva realmente competere per la vittoria o per un piazzamento di alto livello, ma portare a casa un 22° posto con Diego Ulissi come miglior piazzamento è bottino veramente magro. L’obiettivo poteva essere all’inizio quello di migliorare il 16° posto di Davide Formolo dello scorso anno, ma nessuno ha avuto le gambe nel finale per riuscirci.

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Si sono piazzati in top 30 anche Domenico Pozzovivo, 26° e Vincenzo Nibali, 30°. Quello che fa preoccupare, oltre ai piazzamenti, è che nessuno è stato in grado di infilarsi in qualche attacco o tentare qualche azione da lontano. La situazione si fa ancora più buia quando andiamo a leggere le date di nascita dei migliori azzurri in questa corsa. Ulissi ha 32 anni, Pozzovivo 39, Nibali 37, mentre Caruso, Kristian Sbaragli e Gianluca Brambilla, citati in ordine di piazzamento, ne hanno rispettivamente 34, 31 ed ancora 34.

Se negli scorsi anni abbiamo potuto contare sulla costanza di risultati di Sonny Colbrelli e sugli exploit di Gianni Moscon ed Alberto Bettiol, in questa stagione, con i noti problemi del primo, e la condizione che non arriva per gli altri due, stanno venendo a galla tutti i problemi del movimento azzurro al maschile, messi ancor di più in luce dai grandi successi arrivati nello stesso momento sul Women’s World Tour. Quest’anno ci si è messa di mezzo anche la sfortuna, che oltre ai tre sopracitati, ha messo fuori gioco anche il campione del mondo U23 Filippo Baroncini, ma è giusto porsi degli interrogativi riguardo il futuro del ciclismo italiano.

Foto: Valerio Pagni