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MotoGP, Ducati perde la propria battaglia: abbassatore anteriore illegale dal 2023

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Genio sicuro, ma sregolatezza? A quanto pare…Il primo round del Mondiale 2022 di MotoGP è già un ricordo abbastanza sfocato, visto che il Circus delle due-ruote si è messo alle spalle anche l’appuntamento in Indonesia. Ducati, da questo punto di vista, si sarebbe aspettata un rendimento decisamente diverso, specie se si guarda a quanto ottenuto da Francesco Bagnaia: un solo punto su due gare disputate.

Verrebbe da dire allora piove sul bagnato e non ci si riferisce alle condizioni infauste che centauri e team hanno dovuto fronteggiare a Mandalika. Il discorso riguarda un’importante decisione tecnica relativa al famigerato abbassatore anteriore della GP22 che tante polemiche aveva alimentato a Lusail.

Di che cosa parliamo? L’oggetto del contendere è un dispositivo che consente di abbassare la sospensione anteriore della moto per facilitare partenze e accelerazione visto l’abbassamento del centro di gravità. Una modifica definita “ride hide device”, che viene azionata attraverso l’uso di un pulsante sul cruscotto per dare ulteriore stabilità e prestazione alla moto.

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Colte alla sprovvista, le scuderie rivali si erano messe di traverso in Qatar rispetto a tale realizzazione, parlando di sicurezza e di costi. Si attendeva quindi il responso della Grand Prix Commission che ha approvato all’unanimità le seguenti regole, valide a partire dalla stagione 2023:

  • Sarà vietato l’utilizzo di qualsiasi dispositivo che modifichi o regoli l’altezza anteriore di marcia mentre la moto è in movimento.
  • La decisione del direttore tecnico sarà definitiva nel determinare ciò che costituisce un dispositivo di regolazione dell’altezza di marcia all’anteriore. I dispositivi che operano solo uno scatto alla partenza di gara (cioè i dispositivi holeshot) saranno invece ammessi.

 

Per cui alla fine della fiera l’abbassatore posteriore, che Ducati per prima aveva introdotto nel 2018, potrà essere usato, mentre quell’anteriore no. Una battaglia persa per la Rossa, ricordando anche quanto accadde con le ali introdotte nel 2015 dalla scuderia di Borgo Panigale e poi vietate due stagioni dopo.

Foto: LaPresse