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Il tabellone di Jannik Sinner a Miami: Cressy fa paura, possibile derby con Matteo Berrettini

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Dopo la fine di Indian Wells, è già il momento di un altro Masters 1000. Si giocherà infatti da mercoledì 23 marzo il torneo di Miami: al via diversi italiani tra cui ovviamente il baby prodigio italiano Jannik Sinner. 

L’altoatesino ha grandi ricordi a Miami (nella scorsa stagione raggiunse la finale) e anche quest’anno entrerà nel tabellone principale direttamente dal secondo turno, dove avrà l’incontro contro il vincente della sfida tra Maxime Cressy (n.72 ATP) e il norvegese Emil Ruusuvuori (n. 71 del ranking). L’attenzione va rivolta soprattutto allo statunitense, che in un eventuale match contro l’azzurro potrebbe risultare davvero pericoloso con i suoi serve & volley.

In caso di approdo al terzo turno, ci sarà poi la probabile partita contro Pablo Carreno Busta. Sulla carta l’italiano partirebbe favorito, ma lo spagnolo è sempre un osso duro da superare e proverebbe sicuramente in tutti i modi a mettere i bastoni tra le ruote al nostro portacolori. Se arriverà il successo, gli ottavi di finale più plausibili sarebbero quelli contro Andrey Rublev o Nick Kyrgios, entrambi reduci da due settimane spettacolari a Indian Wells. In ogni caso servirebbe una grande prestazione all’azzurro per avere la meglio su uno di loro due e conquistare i quarti di finale.

Il tabellone di Matteo Berrettini a Miami: Opelka o Monfils all’orizzonte, ipotesi derby con Sinner

Entrare tra i migliori otto del torneo vorrebbe dire una probabile partita contro uno tra Matteo Berrettini, lo statunitense Reilly Opelka e il francese Gael Monfils. Quel che è certo è che anche qui sarebbe necessaria una prestazione di altissimo livello per passare il turno. Con un successo si aprirebbero poi le porte per la semifinale, dove gli avversari di valore non mancherebbero di certo. Stesso discorso in caso di arrivo nell’ultimo atto del torneo: Sinner troverebbe quasi sicuramente uno tra il russo Daniil Medvedev, il greco Stefano Tsitsipas, lo spagnolo Carlos Alcaraz e lo statunitense Taylor Fritz. 

Foto: LaPresse