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Editoriali

Coppa Davis, adesso l’Italia rischia: Sonego è un problema, Sinner non convince. Serve il jolly Musetti

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Doveva trattarsi di una formalità, o quasi. Invece, dopo la prima giornata, l’Italia si ritrova sull’1-1 a Bratislava contro la Slovacchia e l’ipotesi che esca sconfitta dal turno di qualificazione alle Finali di Coppa Davis 2022 è uno spettro che inizia sinistramente a prendere forma: nulla è ancora perduto, ma si è fatta terribilmente dura.

E dire che la positività al Covid di Alex Molcan, il giocatore più rappresentativo dei padroni di casa, sembrava aver ulteriormente spianato la strada agli azzurri. Già il primo punto però era arrivato a fatica con uno Jannik Sinner troppo falloso e poco convincente. Che l’altoatesino stia attraversando emotivamente un periodo molto delicato è indubbio. Nell’arco di una stessa partita alterna tanti alti e bassi, peraltro piuttosto insoliti per un giocatore che sin qui era sempre spiccato per costanza e solidità. La volontà di variare il gioco non manca, tuttavia troppo spesso il classe 2001 incoccia contro i suoi stessi desideri. Il gioco a rete resta una grave lacuna e i 2 punti su 9 ottenuti oggi lo dimostrano: forse, soprattutto in questa fase di transizione, andrebbe limitato con il contagocce. Ad ogni modo, il portacolori del Bel Paese, pur disputando un match condito da ben 56 errori gratuiti, è riuscito a spuntarla al cospetto del modesto Norbert Gombos, un mestierante dei Challenger.

Il vero problema per l’Italia è diventato Lorenzo Sonego. A dicembre si era arreso al croato Borna Gojo, oggi a Filip Horansky, entrambi fuori dalla top200 del ranking ATP. Due sconfitte gemelle, nelle quali il piemontese è stato letteralmente eroso dalla tensione, non riuscendo mai ad imporre il proprio ritmo ed anzi subendo la costante iniziativa dell’avversario. Il n.21 del mondo ha messo a segno 22 vincenti, a fronte di ben 45 errori non forzati. Purtroppo, ad oggi, Lorenzo Sonego fatica a reggere la pressione, soprattutto quando parte con i favori del pronostico: non è ancora un uomo Davis.

A questo punto il capitano Filippo Volandri si trova a dover compiere delle scelte delicate in vista della giornata decisiva di sabato 3 marzo. In primis: chi affiancare in doppio a Simone Bolelli? Noi non avremmo dubbi: Lorenzo Musetti. Comunque vada, in assenza di Fabio Fognini, infortunato, si tratterà di una coppia improvvisata. Sinner potrebbe rappresentare un’opzione, ma già in Coppa Davis ed in ATP Cup ha mostrato una scarsa propensione per la specialità (inevitabile, d’altronde, quando hai così tanti problemi nel gioco di volo…), senza contare poi che dovrebbe scendere nuovamente in campo nel terzo singolare contro il galvanizzato Horansky: guai a considerarlo un match già vinto. Pur non avendo grande esperienza, Musetti presenta l’identikit del perfetto doppista: è istintivo, possiede una mano delicata, sa coprire bene il campo. Insomma, riteniamo che abbia una predisposizione naturale decisamente maggiore rispetto ad un Sinner, un Sonego, ma anche un Berrettini. E l’esperienza di Bolelli potrebbe aiutarlo in un match che si annuncia durissimo, perché la Slovacchia si affiderà al n.13 del mondo Filip Polasek (classe 1985), che in Coppa Davis vanta ben 13 vittorie in doppio ed appena 4 sconfitte. Sarà affiancato dal 39enne Igor Zelenay, altro uomo di grande esperienza e con un bilancio di 8-5 nella competizione a squadre per nazionali. Come avrete capito, l’Italia non partirà di certo favorita. Per questo l’estro di Musetti potrebbe rivelarsi utile e decisivo.

Se l’Italia si dovesse ritrovare sotto per 1-2, allora l’eventualità di una eliminazione inizierebbe ad aleggiare con insistenza. Sinner sarebbe chiamato obbligatoriamente a timbrare il punto del pareggio, dopodiché difficilmente Filippo Volandri rinuncerebbe a Sonego per il quinto e decisivo match (l’alternativa Stefano Travaglia non convince; resta viva anche in questo caso la tentazione Musetti). Il nativo di Torino, qualora sia nuovamente chiamato in causa, dovrà vincere le paure e spezzare finalmente l’ansia da Coppa Davis. In caso contrario l’Italia dovrà dare addio alle Finali 2022.

Foto: Lapresse